Biblioteca:Igino, Fabulae 166

Erittonio[modifica]

Efesto fabbricò per Zeus e per gli altri Dèi troni d’oro e di adamante; ma quando Era si sedette, iniziò a pendere in mezzo al cielo. Venne chiamato Efesto perché sciogliesse la madre che aveva legato; ma, adirato per essere stato precipitato dal cielo, affermò di non avere alcuna madre. Quando però il padre Libero lo ubriacò e lo condusse nel concilio degli Dèi, non poté negarsi alla pietà; da Zeus tuttavia ebbe la facoltà di ottenere tutto ciò che avesse chiesto. Allora Poseidone, che era nemico di Atena, istigò Efesto a chiederla in sposa. Dopo averlo ottenuto, quando entrarono nel talamo, Atena, per suggerimento di Zeus, difese la sua verginità con le armi; mentre essi stavano lottando, dal seme del Dio caduto al suolo nacque un bambino che aveva la parte inferiore in forma di serpente: perciò fu detto Erittonio perché in greco eris significa contesa e la terra viene detta ctzon. Atena lo crebbe in segreto: lo diede chiuso in una cesta ad Aglauro, Pandroso ed Erse, figlie di Cecrope, perché lo custodissero. Quando esse aprirono la cesta, una cornacchia le denunciò; ed esse, rese folli da Atena, si precipitarono in mare.