Biblioteca:Igino, Fabulae 07

Antiope, figlia di Nitteo, fu sedotta con l’inganno da Epafo e per questo venne ripudiata dal marito Lico; dopo la separazione, Zeus la fece sua. Lico, dal canto suo, si maritò con Dirce, che, sospettando una tresca amorosa tra il marito e Antiope, ordinò ai servi di incatenarla in una oscura segreta. Quando la gravidanza giunse al termine, per volere di Zeus riuscì a fuggire dal carcere e riparò sul monte Citerone; arrivato il momento del parto, mentre cercava un luogo in cui dare alla luce il figlio, le vennero le doglie presso un bivio, dove partorì. Alcuni pastori allevarono i neonati come se fossero loro e li chiamarono Zeto, dal greco zeteis topos (“trovare un luogo”), e Anfione, perché ev diodo e amfoi odon eteken, vale a dire che era stato dato alla luce ad un bivio, o lungo la strada. Quando essi riconobbero la madre, incatenarono Dirce a un toro selvaggio e così la uccisero; dal suo corpo nacque una sorgente sul monte Citerone che viene detta Dircea, per volere di Libero del quale era stata baccante.