Modifica di Biblioteca:Eschilo, Prometeo Incatenato

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Personaggi della dramma:
 
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[[Crato]] (dominio) e [[Bia (1)|Bia]] (terrore)
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Il luogo: una rupe desolata, ghiacciata, ai confini del mondo.
 
Il luogo: una rupe desolata, ghiacciata, ai confini del mondo.
  
Compaiono [[Crato]] e [[Bia (1)|Bia]]. Tra loro, serrato, [[Prometeo]]. Li segue [[Efesto]], che reca una catena e un cuneo. In pugno ha la mazza da fabbro ferraio.
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Compaiono [[Crato]] e Bia. Tra loro, serrato, [[Prometeo]]. Li segue [[Efesto]], che reca una catena e un cuneo. In pugno ha la mazza da fabbro ferraio.
  
 
Opera
 
Opera
  
 
CRATO
 
CRATO
Ci siamo: qui, all'orizzonte del mondo, su questo spiazzo, ultima costa di [[Scizia]]. Disumani, vuoti silenzi. [[Efesto]], forza: fa' tuo l'impegno che il [[Zeus|Padre]] ti diede, piantare alle rocce, ai picchi d'abisso quel disperato - guardalo - tra blocchi senza spiragli, di nodi d'acciaio. La gemma ch'è tua, la fiamma lucente radice d'industrie, lui l'ha carpita, l'ha fatta compagna dell'uomo.
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Ci siamo: qui, all'orizzonte del mondo, su questo spiazzo, ultima costa di [[Scizia]]. Disumani, vuoti silenzi. [[Efesto]], forza: fa' tuo l'impegno che il Padre ti diede, piantare alle rocce, ai picchi d'abisso quel disperato - guardalo - tra blocchi senza spiragli, di nodi d'acciaio. La gemma ch'è tua, la fiamma lucente radice d'industrie, lui l'ha carpita, l'ha fatta compagna dell'uomo.
 
Eccolo, il suo delitto: è dovere che ne sconti il castigo agli dèi. Gli serva da scuola, per farsi devoto a [[Zeus]] Padrone, per spegnere quel suo amoroso tendere all'uomo.
 
Eccolo, il suo delitto: è dovere che ne sconti il castigo agli dèi. Gli serva da scuola, per farsi devoto a [[Zeus]] Padrone, per spegnere quel suo amoroso tendere all'uomo.
  
 
EFESTO
 
EFESTO
[[Crato]] e tu, [[Bia (1)|Bia]]: è fatta, per voi due. L'incarico di [[Zeus]] è concluso, nulla vi frena quassù.
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[[Crato]] e tu, Bia: è fatta, per voi due. L'incarico di [[Zeus]] è concluso, nulla vi frena quassù.
Io no. Mi manca, dentro, lo scatto brutale di stringere un dio del mio sangue alla rupe, rabbiosa di gelo. Ma è certo, fatale: io devo afferrarla, in me, la forza del gesto. Pesa, non dare importanza alla parola del Padre. Sì, pozzo d'ingegno, figlio di [[Temi (1)|Temi]] dai probi pensieri, io - ribellandomi, dentro - dovrò martellarti ribelle al massiccio inumano, con blocchi di [[bronzo]], duri a slacciare.
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Io no. Mi manca, dentro, lo scatto brutale di stringere un dio del mio sangue alla rupe, rabbiosa di gelo. Ma è certo, fatale: io devo afferrarla, in me, la forza del gesto. Pesa, non dare importanza alla parola del Padre. Sì, pozzo d'ingegno, figlio di Temi dai probi pensieri, io - ribellandomi, dentro - dovrò martellarti ribelle al massiccio inumano, con blocchi di bronzo, duri a slacciare.
 
Qui non vedrai né figure, né suoni di esseri vivi: fisso, cotto alla vampa fiammante del sole, sentirai la tua carne sformarsi, sfiorire. Che sollievo sarà, per te, la notte col suo velo gemmato, che soffoca il lampo, e il riapparire del sole, che scioglie la crosta di brina nell'alba! Ti peserà addosso, a schiantarti, questa fissa vicenda di mali.
 
Qui non vedrai né figure, né suoni di esseri vivi: fisso, cotto alla vampa fiammante del sole, sentirai la tua carne sformarsi, sfiorire. Che sollievo sarà, per te, la notte col suo velo gemmato, che soffoca il lampo, e il riapparire del sole, che scioglie la crosta di brina nell'alba! Ti peserà addosso, a schiantarti, questa fissa vicenda di mali.
 
Non esiste, ancora, la tempra di chi possa darti conforto. Questo ti frutta la tua tensione d'affetto per l'uomo. Già: tu, dio, non ti curvi fremendo sotto il cruccio degli altri divini, e hai fatto compagni ai viventi privilegi che varcano il giusto. Ora paghi, con questa veglia al sasso del tuo sacrificio: irrigidito, senza chiudere occhio, le ginocchia contratte.
 
Non esiste, ancora, la tempra di chi possa darti conforto. Questo ti frutta la tua tensione d'affetto per l'uomo. Già: tu, dio, non ti curvi fremendo sotto il cruccio degli altri divini, e hai fatto compagni ai viventi privilegi che varcano il giusto. Ora paghi, con questa veglia al sasso del tuo sacrificio: irrigidito, senza chiudere occhio, le ginocchia contratte.
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io incarno l'odio di [[Zeus]], tocco
 
io incarno l'odio di [[Zeus]], tocco
 
il fondo dell'odio
 
il fondo dell'odio
di tutti gli dèi, quanti fanno [[corona]]
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di tutti gli dèi, quanti fanno corona
 
al soglio di [[Zeus]].
 
al soglio di [[Zeus]].
 
Radice è il mio affetto violento per l'uomo.
 
Radice è il mio affetto violento per l'uomo.
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PROMETEO
 
PROMETEO
 
Ah, figliole,
 
Ah, figliole,
frutto della fertile [[Teti (1)|Teti]]
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frutto della fertile Teti
 
e d'[[Oceano]] padre - spirale
 
e d'[[Oceano]] padre - spirale
 
fluente d'acque vivaci
 
fluente d'acque vivaci
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avrà urgenza il sovrano celeste:
 
avrà urgenza il sovrano celeste:
 
che gli spieghi il nuovo tranello, la mano
 
che gli spieghi il nuovo tranello, la mano
decisa a razziargli [[corona]] e potere.
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decisa a razziargli corona e potere.
 
Dolci scongiuri a incantarmi, fascini.
 
Dolci scongiuri a incantarmi, fascini.
 
a farmi dire di sì: nulla potranno.
 
a farmi dire di sì: nulla potranno.
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PROMETEO
 
PROMETEO
È una fitta, per me, il puro parlare di questi miei casi. Ma anche il silenzio trafigge: cerchio sinistro, fatale! Fu subito quando gli dèi, collerici, presero a odiarsi. Montava tra loro il contrasto: chi era ansioso di scuotere [[Crono]] dal seggio, sperando che [[Zeus]] - lui, certo - divenisse monarca; negli altri una contraria passione: che mai nel tempo [[Zeus]] fosse principe in mezzo agli dèi. In quell'ora io suggerivo ai [[Titani]], figli di [[Urano]] e di [[Ge|Terra]], la scelta più accorta.
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È una fitta, per me, il puro parlare di questi miei casi. Ma anche il silenzio trafigge: cerchio sinistro, fatale! Fu subito quando gli dèi, collerici, presero a odiarsi. Montava tra loro il contrasto: chi era ansioso di scuotere [[Crono]] dal seggio, sperando che [[Zeus]] - lui, certo - divenisse monarca; negli altri una contraria passione: che mai nel tempo [[Zeus]] fosse principe in mezzo agli dèi. In quell'ora io suggerivo ai [[Titani]], figli di [[Urano]] e di Terra, la scelta più accorta.
Non seppi farmi ascoltare. Non dettero peso alla scaltra malizia, sicuri - ferrea arroganza! - di poter essere loro i padroni, d'impeto, sciolti da ogni fatica. La madre, [[Temi (1)|Temi]] - o [[Gea]]: ha una sola figura, ma titoli vari - più d'una volta m'aveva predetto, ispirata, il domani, com'era destino finisse.
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Non seppi farmi ascoltare. Non dettero peso alla scaltra malizia, sicuri - ferrea arroganza! - di poter essere loro i padroni, d'impeto, sciolti da ogni fatica. La madre, Temi - o [[Gea]]: ha una sola figura, ma titoli vari - più d'una volta m'aveva predetto, ispirata, il domani, com'era destino finisse.
 
Era fatale: sarebbe emerso al potere non chi contava sullo sforzo bruto, ostinato, ma sull'insidia. Ed io, ragionando, volevo guidarli: neppure un'occhiata da loro, per tutta risposta. Era il mio stato d'allora. Scelsi come meglio pareva: tenermi a sostegno la madre e offrirmi, franco, alla franca alleanza di [[Zeus]].
 
Era fatale: sarebbe emerso al potere non chi contava sullo sforzo bruto, ostinato, ma sull'insidia. Ed io, ragionando, volevo guidarli: neppure un'occhiata da loro, per tutta risposta. Era il mio stato d'allora. Scelsi come meglio pareva: tenermi a sostegno la madre e offrirmi, franco, alla franca alleanza di [[Zeus]].
 
Io l'ispiravo, e ora la fossa, il gorgo nero di [[Tartaro]] inghiotte [[Crono]], remota creatura, e con lui i suoi scudieri. Ecco il frutto, che il divino despota ha goduto da me: ed ecco l'atroce riscatto con cui mi liquida ora! Certo: è nel cuore dell'essere despoti - un'intima peste, di resti - non confermare fiducia a chi è più vicino. Ora, la vostra domanda: il crimine per cui mi tortura. Voglio dirvelo chiaro.
 
Io l'ispiravo, e ora la fossa, il gorgo nero di [[Tartaro]] inghiotte [[Crono]], remota creatura, e con lui i suoi scudieri. Ecco il frutto, che il divino despota ha goduto da me: ed ecco l'atroce riscatto con cui mi liquida ora! Certo: è nel cuore dell'essere despoti - un'intima peste, di resti - non confermare fiducia a chi è più vicino. Ora, la vostra domanda: il crimine per cui mi tortura. Voglio dirvelo chiaro.
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PROMETEO
 
PROMETEO
Mi fa gola il tuo stato, davvero! Nessuno t'incrimina. Eppure tutto hai spartit con me, hai osato con slancio costante. Ora smetti però non prenderti a cuore il mio caso. Non puoi fletterlo in nulla. È inflessibile, lui. Anzi, sta' ad occhi aperti. Non esporti da te a qualche colpo penoso, con questo tuo andare.
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Mi fa gola il tuo stato, davvero! Nessuno t'incrimina. Eppure tutto hai spartito27 con me, hai osato con slancio costante. Ora smetti però non prenderti a cuore il mio caso. Non puoi fletterlo in nulla. È inflessibile, lui. Anzi, sta' ad occhi aperti. Non esporti da te a qualche colpo penoso, con questo tuo andare.
  
 
OCEANO
 
OCEANO
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Voglio fartene onore, ora e per sempre, senza stanchezze. Se c'è bisogno di cuore, tu non ti tiri mai indietro. Ora però non devi impegnarti. Sperderesti alla cieca il tuo impegno - impegno certo sincero - senza frutto per me.
 
Voglio fartene onore, ora e per sempre, senza stanchezze. Se c'è bisogno di cuore, tu non ti tiri mai indietro. Ora però non devi impegnarti. Sperderesti alla cieca il tuo impegno - impegno certo sincero - senza frutto per me.
 
Calmati, intanto. Alla larga da questa vicenda. Il mio è destino sinistro.
 
Calmati, intanto. Alla larga da questa vicenda. Il mio è destino sinistro.
Mi spiace, se - per mia colpa - cresce la cerchia di quelli che soffrono urti fatali. Non voglio! Già mi tortura il destino di [[Atlante (1)|Atlante]], mio fratello: radicato laggiù, dove risiede il crepuscolo, regge sul dorso il pilastro tra firmamento e terra, mole ingrata alle spalle. Gemetti pietoso pure sul figlio di [[Ge|Terra]] - ospite delle caverne cilicie - sanguinario prodigio, [[Tifone]] centoteste, il flagello: lo scorsi abbattuto di schianto. Irto, ribelle al cosmo divino, schiumava spavento dalle zanne agghiaccianti, scrosci, dagli occhi, di saette roventi, a impietrire; avido - forse - di schiantare d'assalto, furibondo, l'impero di [[Zeus]]. Lo toccò lo strale di [[Zeus]], che non sa la quiete; la folgore, a picco, fiato che avvampa.
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Mi spiace, se - per mia colpa - cresce la cerchia di quelli che soffrono urti fatali. Non voglio! Già mi tortura il destino di Atlante, mio fratello: radicato laggiù, dove risiede il crepuscolo, regge sul dorso il pilastro tra firmamento e terra, mole ingrata alle spalle. Gemetti pietoso pure sul figlio di Terra - ospite delle caverne cilicie - sanguinario prodigio, [[Tifone]] centoteste, il flagello: lo scorsi abbattuto di schianto. Irto, ribelle al cosmo divino, schiumava spavento dalle zanne agghiaccianti, scrosci, dagli occhi, di saette roventi, a impietrire; avido - forse - di schiantare d'assalto, furibondo, l'impero di [[Zeus]]. Lo toccò lo strale di [[Zeus]], che non sa la quiete; la folgore, a picco, fiato che avvampa.
Così lo precipita dalla vertigine delle sue ciarle spavalde: trafitto nel fondo del superbo sentire, fu scintille, subito, e cenere, assalto che sfuma in saette tonanti. Ora dilaga, carne ferma, oziosa, sull'orlo d'un breve varco marino: lo torchia, nell'abisso, il ceppo dell'[[Etna]].
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Così lo precipita dalla vertigine delle sue ciarle spavalde: trafitto nel fondo del superbo sentire, fu scintille, subito, e cenere, assalto che sfuma in saette tonanti. Ora dilaga, carne ferma, oziosa, sull'orlo d'un breve varco marino: lo torchia, nell'abisso, il ceppo dell'Etna.
 
In alto, sui picchi, [[Efesto]] signore martella la colata rovente.
 
In alto, sui picchi, [[Efesto]] signore martella la colata rovente.
 
Verrà il giorno, e lassù sarà scatenarsi di fiumane infuocate, a straziare golose, con zanne bestiali, gli aperti poderi, la Sicilia incantata di messi. Sarà [[Tifone]]: la sua rabbia, che erutta e ribolle. Strali brucianti, ostico nembo vaporante di fiamme. E pure la saetta di [[Zeus]] l'ha fatto nero, tizzo riarso! Ma a te l'esperienza non manca. Non sarò io a insegnarti, non serve.
 
Verrà il giorno, e lassù sarà scatenarsi di fiumane infuocate, a straziare golose, con zanne bestiali, gli aperti poderi, la Sicilia incantata di messi. Sarà [[Tifone]]: la sua rabbia, che erutta e ribolle. Strali brucianti, ostico nembo vaporante di fiamme. E pure la saetta di [[Zeus]] l'ha fatto nero, tizzo riarso! Ma a te l'esperienza non manca. Non sarò io a insegnarti, non serve.
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un tempo, insieme al tuo sangue.
 
un tempo, insieme al tuo sangue.
 
E la gente che vive qui accanto
 
E la gente che vive qui accanto
nella terra devota dell'[[Asia]]
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nella terra devota dell'Asia
 
intreccia concorde singhiozzo
 
intreccia concorde singhiozzo
 
al tuo urlante patire;
 
al tuo urlante patire;
 
str. II
 
str. II
fino in [[Colchide]], là, le guerriere
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fino in Colchide, là, le guerriere
 
fanciulle senza paura
 
fanciulle senza paura
 
e la scitica truppa che tiene
 
e la scitica truppa che tiene
 
l'ultimo orlo del mondo, rasente
 
l'ultimo orlo del mondo, rasente
lo stagno [[Meotide]];
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lo stagno Meotide;
 
ant. II
 
ant. II
e l'eroica gemma d'[[Arabia]],
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e l'eroica gemma d'Arabia,
 
popolo di vertiginose fortezze
 
popolo di vertiginose fortezze
laggiù, al [[Caucaso]], armata
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laggiù, al Caucaso, armata
 
tremenda, fluttuante
 
tremenda, fluttuante
 
baleno di lame.
 
baleno di lame.
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Solo un altro divino - ricordo -
 
Solo un altro divino - ricordo -
 
subì - curvo - rovina di nodi d'acciaio:
 
subì - curvo - rovina di nodi d'acciaio:
[[Atlante (1)|Atlante]], il Titano, forza enorme, sovrana
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Atlante, il Titano, forza enorme, sovrana
 
che tra le lacrime regge la volta stellata.
 
che tra le lacrime regge la volta stellata.
 
[ant. III?]
 
[ant. III?]
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C'è altro. Crescerà il tuo stupore, udendo il racconto dei mezzi, delle strade maestre che la mia mente ha tracciato. Senti ciò che conta di più: se l'uomo piombava infermo, nulla gli faceva da scudo, né alimento, né pozione, né balsamo. Sempre più secco, scavato: disperato bisogno di cure. Finché venni io a indicare gli amalgami, i composti che alleviano, fanno barriera a qualunque malanno. Non basta: io regolai le linee infinite dell'arte profetica.
 
C'è altro. Crescerà il tuo stupore, udendo il racconto dei mezzi, delle strade maestre che la mia mente ha tracciato. Senti ciò che conta di più: se l'uomo piombava infermo, nulla gli faceva da scudo, né alimento, né pozione, né balsamo. Sempre più secco, scavato: disperato bisogno di cure. Finché venni io a indicare gli amalgami, i composti che alleviano, fanno barriera a qualunque malanno. Non basta: io regolai le linee infinite dell'arte profetica.
 
Io primo scelsi fra i sogni quelli destinati a farsi mondo reale, io interpretai gli ambigui rumori e i segni, in cui t'imbatti per strada. Fui io a definire con termini netti i voli degli uccelli dall'artiglio falcato - quelli da destra che hanno in sé forza propizia, e gli altri... che hanno il bene nel nome - e l'indole, le schermaglie di guerra e d'amore, l'affollarsi d'ogni razza d'alati; poi il nitore delle viscere, l'aspetto della bile a suscitare la grazia dei numi, la diversa armonia benigna del fegato.
 
Io primo scelsi fra i sogni quelli destinati a farsi mondo reale, io interpretai gli ambigui rumori e i segni, in cui t'imbatti per strada. Fui io a definire con termini netti i voli degli uccelli dall'artiglio falcato - quelli da destra che hanno in sé forza propizia, e gli altri... che hanno il bene nel nome - e l'indole, le schermaglie di guerra e d'amore, l'affollarsi d'ogni razza d'alati; poi il nitore delle viscere, l'aspetto della bile a suscitare la grazia dei numi, la diversa armonia benigna del fegato.
Io misi al fuoco quarti fasciati di grasso e - intero - il filo del dorso: così feci strada ai viventi, verso la chiusa scienza dei segni, e diedi sguardo eloquente ai messaggi del fuoco, vitrei, un tempo, appannati. Tutto qui in questo campo. Poi i beni che l'uomo si gode, sepolti da sempre nel fondo, sotterra: [[bronzo]] e ferro, oro e argento.
+
Io misi al fuoco quarti fasciati di grasso e - intero - il filo del dorso: così feci strada ai viventi, verso la chiusa scienza dei segni, e diedi sguardo eloquente ai messaggi del fuoco, vitrei, un tempo, appannati. Tutto qui in questo campo. Poi i beni che l'uomo si gode, sepolti da sempre nel fondo, sotterra: bronzo e ferro, oro e argento.
 
Avanti, chi può dire di averli scovati prima di me? Nessuno, son certo. Altrimenti è parlare borioso, da folle. Poche parole a dirti intero il concetto: fonte di tutte le scienze ai viventi è [[Prometeo]].
 
Avanti, chi può dire di averli scovati prima di me? Nessuno, son certo. Altrimenti è parlare borioso, da folle. Poche parole a dirti intero il concetto: fonte di tutte le scienze ai viventi è [[Prometeo]].
  
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Che abisso, quest'onda che sboccia di canto,
 
Che abisso, quest'onda che sboccia di canto,
 
dall'aria nuziale ch'io dedicavo
 
dall'aria nuziale ch'io dedicavo
quel giorno - a [[corona]] del letto,
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quel giorno - a corona del letto,
 
dell'acqua lustrale - a voi sposi:
 
dell'acqua lustrale - a voi sposi:
 
tu seducevi coi doni di nozze
 
tu seducevi coi doni di nozze
 
Esione, la nostra sorella, la fecevi tua donna
 
Esione, la nostra sorella, la fecevi tua donna
 
a fianco, nel letto.
 
a fianco, nel letto.
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[[Prometeo]] incatenato, 2
  
Entra [[Io (1)|Io]] in delirio. Ha una maschera bovina.
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Entra Io in delirio. Ha una maschera bovina.
 
Scarta come giovenca resa pazza dall'aculeo di un tafano.
 
Scarta come giovenca resa pazza dall'aculeo di un tafano.
 
A voce altissima.
 
A voce altissima.
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Aaah!
 
Aaah!
 
Soffro! Ecco, lancinante aculeo
 
Soffro! Ecco, lancinante aculeo
lo spettro di [[Argo (2)|Argo]], sangue di [[Ge|Terra]].
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lo spettro di Argo, sangue di Terra.
 
Svialo, mio dio! Orrore
 
Svialo, mio dio! Orrore
 
il bovaro - lo vedo! - costellato di occhi.
 
il bovaro - lo vedo! - costellato di occhi.
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PROMETEO
 
PROMETEO
Potrei non udirti? Tu sei quella di [[Inaco]], la giovane che l'aculeo sferza. Sei quella che scalda [[Zeus]] di passione. Incarni l'odio di [[Era]]: ora gareggi senza via di scampo, tappa di corsa che non ha confini.
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Potrei non udirti? Tu sei quella di Inaco, la giovane che l'aculeo sferza. Sei quella che scalda [[Zeus]] di passione. Incarni l'odio di Era: ora gareggi senza via di scampo, tappa di corsa che non ha confini.
  
 
 
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e approdare quassù
 
e approdare quassù
 
sfiancata dal carico d'odio
 
sfiancata dal carico d'odio
fondo, cosciente di [[Era]].
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fondo, cosciente di Era.
 
Gente, voi che avete nemico il destino,
 
Gente, voi che avete nemico il destino,
 
chi soffre la mia tortura?
 
chi soffre la mia tortura?
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Non so certo tradirvi. State per udire l'intera mia storia, con lingua sincera, com'è vostro volere. Confesso. Ho pudore anche solo a narrare il gelido vento alitato da un dio, il mio bel viso stravolto, disfatto, la radice di quell'assalto che mi fu addosso di volo, a prostrarmi.
 
Non so certo tradirvi. State per udire l'intera mia storia, con lingua sincera, com'è vostro volere. Confesso. Ho pudore anche solo a narrare il gelido vento alitato da un dio, il mio bel viso stravolto, disfatto, la radice di quell'assalto che mi fu addosso di volo, a prostrarmi.
 
Sì. Nelle notti era fitto aleggiare di sogni al mio letto di giovane, a sedurmi con voci come carezze: "Fanciulla, il destino ti bacia. Perché questa verginità caparbia, se t'è offerto godere - è il tuo fato - di nozze sovrane? [[Zeus]], sì [[Zeus]] è tutto caldo del tuo strale, della tua febbre.
 
Sì. Nelle notti era fitto aleggiare di sogni al mio letto di giovane, a sedurmi con voci come carezze: "Fanciulla, il destino ti bacia. Perché questa verginità caparbia, se t'è offerto godere - è il tuo fato - di nozze sovrane? [[Zeus]], sì [[Zeus]] è tutto caldo del tuo strale, della tua febbre.
La sua voglia è godere [[Afrodite]] con te. Figlia, non scalpitare contro il letto di [[Zeus]]. Alzati, corri alla radura di [[Lerna]], nel folto, laggiù agli steccati, ai pascoli paterni: che tu sia di refrigerio all'occhio spasimante del dio!". Ecco che specie di sogni gremiva la mia pace notturna.
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La sua voglia è godere [[Afrodite]] con te. Figlia, non scalpitare contro il letto di [[Zeus]]. Alzati, corri alla radura di Lerna, nel folto, laggiù agli steccati, ai pascoli paterni: che tu sia di refrigerio all'occhio spasimante del dio!". Ecco che specie di sogni gremiva la mia pace notturna.
E io gemevo! Alla fine trovai la forza: svelai a mio padre le visioni che mi popolavano il sonno. E s'affannava, con gli esperti del dio, che corressero fitti a [[Pito]], a [[Dodona]]: il suo scopo era sapere la supplica o il rito richiesto, a guadagnare la grazia dei numi. Al loro ritorno era sempre sfarfallio di presagi sfumati, insensati: una lotta, sbrogliarli. Finché trasparente parola venne a mio padre.
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E io gemevo! Alla fine trovai la forza: svelai a mio padre le visioni che mi popolavano il sonno. E s'affannava, con gli esperti del dio, che corressero fitti a Pito, a Dodona: il suo scopo era sapere la supplica o il rito richiesto, a guadagnare la grazia dei numi. Al loro ritorno era sempre sfarfallio di presagi sfumati, insensati: una lotta, sbrogliarli. Finché trasparente parola venne a mio padre.
Alto, imperioso comando, e diceva di me: cacciarla dalle mura e dalla terra paterna, randagia fino all'orlo remoto del mondo, animale slegato. Se negava, scattava incandescente saetta da [[Zeus]]: e il suo ceppo intero svaniva nel buio. Credette mio padre all'Obliquo, alla sua voce presaga. Mi gettò sulla strada, mi sprangò in faccia le porte: lui disperato, io disperata! Ma lo schiacciava lo sperone di [[Zeus]], senza via di fuga: era agire obbligato. D'un tratto si sfaceva la mia bellezza, e insieme il sentimento. Sulla fronte le corna - ecco, guardate - addosso le fitte, i morsi del moscone, a lacerarmi: delirio di scarti e di balzi, fino alla cara, dissetante fiumana [[Cercneia]] e allo sgorgo di [[Lerna]].
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Alto, imperioso comando, e diceva di me: cacciarla dalle mura e dalla terra paterna, randagia fino all'orlo remoto del mondo, animale slegato. Se negava, scattava incandescente saetta da [[Zeus]]: e il suo ceppo intero svaniva nel buio. Credette mio padre all'Obliquo, alla sua voce presaga. Mi gettò sulla strada, mi sprangò in faccia le porte: lui disperato, io disperata! Ma lo schiacciava lo sperone di [[Zeus]], senza via di fuga: era agire obbligato. D'un tratto si sfaceva la mia bellezza, e insieme il sentimento. Sulla fronte le corna - ecco, guardate - addosso le fitte, i morsi del moscone, a lacerarmi: delirio di scarti e di balzi, fino alla cara, dissetante fiumana Cercneia e allo sgorgo di Lerna.
M'era ombra un bovaro, sangue di [[Ge|Terra]], [[Argo (2)|Argo]]: pura rabbia furiosa, una folla di occhi, di avidi sguardi a contare uno dopo l'altro i miei passi. Una fine fatale - insperata, fulminea - lo strappò dalla vita. Da allora, ai colpi d'aculeo, celeste scudiscio, io mi trascino fuggendo paese dopo paese. Ecco, sai la vicenda. Se puoi dire il fondo del mio sacrificio, spiegalo. Via il consolante tepore delle bugie pietose: il più maligno vizio, ti dico, è parlare artefatto.
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M'era ombra un bovaro, sangue di Terra, Argo: pura rabbia furiosa, una folla di occhi, di avidi sguardi a contare uno dopo l'altro i miei passi. Una fine fatale - insperata, fulminea - lo strappò dalla vita. Da allora, ai colpi d'aculeo, celeste scudiscio, io mi trascino fuggendo paese dopo paese. Ecco, sai la vicenda. Se puoi dire il fondo del mio sacrificio, spiegalo. Via il consolante tepore delle bugie pietose: il più maligno vizio, ti dico, è parlare artefatto.
  
 
CORO
 
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PROMETEO
 
PROMETEO
Il vostro volere di prima è compiuto. Fu comodo. A me, lo dovete. Volevate da lei, dal suo vivo racconto, sapere per prima la lotta che Io ha vissuto. Ora attente, vi dico la fine; i dolori che lei, questa giovane donna, deve ancora soffrire: [[Era]] è la fonte. E tu, germoglio di [[Inaco]], chiuditi dentro il mio dire: saprai fino in fondo dove termina il viaggio.
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Il vostro volere di prima è compiuto. Fu comodo. A me, lo dovete. Volevate da lei, dal suo vivo racconto, sapere per prima la lotta che Io ha vissuto. Ora attente, vi dico la fine; i dolori che lei, questa giovane donna, deve ancora soffrire: Era è la fonte. E tu, germoglio di Inaco, chiuditi dentro il mio dire: saprai fino in fondo dove termina il viaggio.
Parti da noi, volgi il viso alle sorgenti del sole e corri pianure che non sanno aratro. Toccherai gli [[Sciti]] errabondi: per alloggio tettoie a graticcio, sospesi su carovane robuste, per armi hanno archi che vanno lontano. Non devi accostarli. Lambisci col passo gli anfratti ululanti di flutti, e traversa il paese.
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Parti da noi, volgi il viso alle sorgenti del sole e corri pianure che non sanno aratro. Toccherai gli Sciti errabondi: per alloggio tettoie a graticcio, sospesi su carovane robuste, per armi hanno archi che vanno lontano. Non devi accostarli. Lambisci col passo gli anfratti ululanti di flutti, e traversa il paese.
A sinistra stanno i [[Calibi]], fabbri ferrai: guardati bene da loro, sono incivili, scontrosi coi forestieri. Eccoti ora all'[[Ibistre]], il fiume furioso: il suo nome non mente. Tu non passarlo - del resto non offre passaggi - finché non ti trovi sul [[Caucaso]], la catena sovrana.
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A sinistra stanno i Calibi, fabbri ferrai: guardati bene da loro, sono incivili, scontrosi coi forestieri. Eccoti ora all'Ibistre, il fiume Furioso: il suo nome non mente. Tu non passarlo - del resto non offre passaggi - finché non ti trovi sul Caucaso, la catena sovrana.
Lassù, dalla cresta più alta, il fiume sventaglia il suo soffio possente. Poi ti tocca scalare picchi compagni alle stelle, e imboccare la strada, giù, al mezzogiorno, finché incontrerai le [[Amazzoni]] armate, nemiche del maschio. Questa gente, col tempo, fisserà la sua sede a [[Temiscira]], là al [[Termodonte]]. Laggiù è [[Salmidesso]] irta ganascia marina: odia ospitare marittimi, lei, madre snaturata di navi.
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Lassù, dalla cresta più alta, il fiume sventaglia il suo soffio possente. Poi ti tocca scalare picchi compagni alle stelle, e imboccare la strada, giù, al mezzogiorno, finché incontrerai le [[Amazzoni]] armate, nemiche del maschio. Questa gente, col tempo, fisserà la sua sede a Temiscira, là al Termodonte. Laggiù è Salmidesso irta ganascia marina: odia ospitare marittimi, lei, madre snaturata di navi.
Saranno le [[Amazzoni]] a dirti la via, gioiose. Così arriverai alla lingua [[Cimmeria]] proprio alle bocche del lago, a quel varco serrato. Qui devi raccoglierti dentro il coraggio, partire, e guardare il canale Meotico. E sarà perenne nel mondo la storia famosa di questo tuo varco. Da esso avrà il nome: [[Bosforo]], Guado di [[Io (1)|Io]] la Giovenca. Così avrai lasciato la terra d'[[Europa]], e verrai nei paesi dell'[[Asia]]. Che vi sembra: quello, il despota del cielo, non è impetuoso, troppo, con tutti? Ecco, una donna: lui, dio, per la voglia di lei le precipita addosso questa vita randagia. Aspro innamorato ti toccò fanciulla, per la tua mano. Pensa: la vicenda che hai udito narrare non è ancora la prima nota del canto!
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Saranno le [[Amazzoni]] a dirti la via, gioiose. Così arriverai alla lingua Cimmeria proprio alle bocche del lago, a quel varco serrato. Qui devi raccoglierti dentro il coraggio, partire, e guardare il canale Meotico. E sarà perenne nel mondo la storia famosa di questo tuo varco. Da esso avrà il nome: Bosforo, Guado di Io la Giovenca. Così avrai lasciato la terra d'Europa, e verrai nei paesi dell'Asia. Che vi sembra: quello, il despota del cielo, non è impetuoso, troppo, con tutti? Ecco, una donna: lui, dio, per la voglia di lei le precipita addosso questa vita randagia. Aspro innamorato ti toccò fanciulla, per la tua mano. Pensa: la vicenda che hai udito narrare non è ancora la prima nota del canto!
  
 
 
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Se vi sta tanto a cuore, non posso impedire: ecco l'aperta predizione, come voi insistete. Io comincerò da te. Svelo il gorgo infinito del tuo vagare: segnalo, tu, nei fogli profondi della memoria. Compiuto il tuo guado del fiume, frontiera di due terreferme, cammina alle fonti lucenti del sole, passa fragore di mare ed ecco, ti trovi alle zolle Gorgonie, laggiù, a [[Cistene]].
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Se vi sta tanto a cuore, non posso impedire: ecco l'aperta predizione, come voi insistete. Io comincerò da te. Svelo il gorgo infinito del tuo vagare: segnalo, tu, nei fogli profondi della memoria. Compiuto il tuo guado del fiume, frontiera di due terreferme, cammina alle fonti lucenti del sole, passa fragore di mare ed ecco, ti trovi alle zolle [[Gorgoni]]e, laggiù, a Cistene.
Vi stanno le [[Graie]], tre, millenarie fanciulle - cigni, a vederle - una sola pupilla per tutte, un identico dente. Mai si posò su di loro sguardo radioso di sole, o di notte lunare. Accanto, le loro sorelle, pennute, villose di rettili: tre [[Gorgoni]], schifo del mondo. Un'occhiata, e non c'è creatura che serbi il respiro.
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Vi stanno le Graie, tre, millenarie fanciulle - cigni, a vederle - una sola pupilla per tutte, un identico dente. Mai si posò su di loro sguardo radioso di sole, o di notte lunare. Accanto, le loro sorelle, pennute, villose di rettili: tre [[Gorgoni]], schifo del mondo. Un'occhiata, e non c'è creatura che serbi il respiro.
Ti serva da scudo il racconto. Attenta. Ecco il quadro che segue: ripugna, al contatto. Schiva la muta di [[Zeus]], i [[Grifoni]]: becchi taglienti, non sanno ringhiare. Con loro il branco sgroppante dei guerci [[Arimaspi]], al galoppo: stanno alla sponda del rivo [[Opulento]], che fluisce dorato.
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Ti serva da scudo il racconto. Attenta. Ecco il quadro che segue: ripugna, al contatto. Schiva la muta di [[Zeus]], i Grifoni: becchi taglienti, non sanno ringhiare. Con loro il branco sgroppante dei guerci Arimaspi, al galoppo: stanno alla sponda del rivo Opulento, che fluisce dorato.
Gente da non starci vicina. Poi arrivi alla terra ai confini del mondo, agli uomini negri che vivono sotto le fonti del sole, là dove scorre l'[[Etiope]], il fiume Riarso. Inoltrati lungo gli argini, finché incontrerai la cascata: laggiù, dalle alture dei [[Libri]] sgorga il flusso adorato e prezioso del [[Nilo]]. Sarà lui ad aprirti la strada, giù al triangolo di terra che si chiama [[Nilotide]].
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Gente da non starci vicina. Poi arrivi alla terra ai confini del mondo, agli uomini negri che vivono sotto le fonti del sole, là dove scorre l'Etiope, il fiume Riarso. Inoltrati lungo gli argini, finché incontrerai la cascata: laggiù, dalle alture dei Libri sgorga il flusso adorato e prezioso del Nilo. Sarà lui ad aprirti la strada, giù al triangolo di terra che si chiama Nilotide.
 
A tale distanza, Io è deciso che sorga a te e al tuo ceppo la nuova dimora. Se nel racconto c'è parola che zoppica, chiusa, ostinata, chiedi due volte, illumina la tua conoscenza. Tanto è fermo il mio tempo: più di quel che vorrei.
 
A tale distanza, Io è deciso che sorga a te e al tuo ceppo la nuova dimora. Se nel racconto c'è parola che zoppica, chiusa, ostinata, chiedi due volte, illumina la tua conoscenza. Tanto è fermo il mio tempo: più di quel che vorrei.
  
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Conosce ormai l'ultima soglia del suo viaggiare. Ma voglio ridirle le pene patite, prima di giungere qui. Che sappia: non è folle la storia che ha udito. Sarà questo il pegno della mia profezia. Lascio nell'ombra il groppo pesante del tuo passato, eccomi dritto alla soglia del tuo viaggio randagio. Dopo che fosti alle campagne Molossie, a [[Dodona]] - la cresta scoscesa, dov'è il soglio veggente di [[Zeus]] Tesprozio e il sovrumano prodigio, le querce eloquenti, la cui voce gridò tersa, senza giri viziosi, che tu diventavi col tempo sposa
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Conosce ormai l'ultima soglia del suo viaggiare. Ma voglio ridirle le pene patite, prima di giungere qui. Che sappia: non è folle la storia che ha udito. Sarà questo il pegno della mia profezia. Lascio nell'ombra il groppo pesante del tuo passato, eccomi dritto alla soglia del tuo viaggio randagio. Dopo che fosti alle campagne Molossie, a Dodona - la cresta scoscesa, dov'è il soglio veggente di [[Zeus]] Tesprozio e il sovrumano prodigio, le querce eloquenti, la cui voce gridò tersa, senza giri viziosi, che tu diventavi col tempo sposa
illustre di [[Zeus]]: c'è sprazzo di festa, per te, in quel tuo passato? - poi partisti, e a colpi d'aculeo, per la strada rasente la spiaggia, scappasti al seno vasto di [[Rea (1)|Rea]], e da qui raffiche di delirio, a rimbalzarti in scorrerie senza fine.
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illustre di [[Zeus]]: c'è sprazzo di festa, per te, in quel tuo passato? - poi partisti, e a colpi d'aculeo, per la strada rasente la spiaggia, scappasti al seno vasto di Rea, e da qui raffiche di delirio, a rimbalzarti in scorrerie senza fine.
Ma tempo verrà, e quel rientro marino - ricordalo bene - [[Ionio (2)|Ionio]], avrà nome: testimonio del tuo viaggio alle genti del mondo. Ecco, questa è per te garanzia del mio intelletto che sa spingere l'occhio ben oltre la chiara parvenza dei fatti. Voi e lei, qui, unitevi, attente: svelo la fine.
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Ma tempo verrà, e quel rientro marino - ricordalo bene - Ionio, avrà nome: testimonio del tuo viaggio alle genti del mondo. Ecco, questa è per te garanzia del mio intelletto che sa spingere l'occhio ben oltre la chiara parvenza dei fatti. Voi e lei, qui, unitevi, attente: svelo la fine.
Ritorno nel solco della mia storia di prima. Esiste città, estrema del paese d'[[Egitto (4)|Egitto]], [[Canobo]]: alla bocca del [[Nilo]], alla sua massicciata terrosa. In quel punto [[Zeus]] ti fa gravida: col tocco, delicato sfiorare di mano che non sa tremore. E darai alla luce [[Epafo]] negro, Figlio del tocco, che dice col nome il suo essere nato da [[Zeus]]. Sarà lui a far fruttare la piana, quanta ne irrora il corso possente del [[Nilo]].
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Ritorno nel solco della mia storia di prima. Esiste città, estrema del paese d'Egitto, Canobo: alla bocca del Nilo, alla sua massicciata terrosa. In quel punto [[Zeus]] ti fa gravida: col tocco, delicato sfiorare di mano che non sa tremore. E darai alla luce [[Epafo]] negro, Figlio del tocco, che dice col nome il suo essere nato da [[Zeus]]. Sarà lui a far fruttare la piana, quanta ne irrora il corso possente del Nilo.
Alla quinta progenie da [[Epafo]], cinquanta fanciulle sbocciate al suo ceppo verranno ad [[Argo (4)|Argo]] di nuovo: sarà scelta ribelle, fuggitiva ripulsa all'unione nuziale - intreccio di sangue - ai cugini. La passione di questi sarà fondo delirio: falchi che tortore non sanno staccare, caleranno alla caccia di nozze. Caccia vietata: e un dio sottrarrà questa carne di donna. Si spalancherà per loro il suolo pelasgio, prostrati da mano armata, assassina, di donna: scatto insonne, la notte di nozze! Sposa che strappa al suo uomo la vita: una per una, tempra la lama tagliente allo squarcio.
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Alla quinta progenie da [[Epafo]], cinquanta fanciulle sbocciate al suo ceppo verranno ad Argo di nuovo: sarà scelta ribelle, fuggitiva ripulsa all'unione nuziale - intreccio di sangue - ai cugini. La passione di questi sarà fondo delirio: falchi che tortore non sanno staccare, caleranno alla caccia di nozze. Caccia vietata: e un dio sottrarrà questa carne di donna. Si spalancherà per loro il suolo Pelasgio, prostrati da mano armata, assassina, di donna: scatto insonne, la notte di nozze! Sposa che strappa al suo uomo la vita: una per una, tempra la lama tagliente allo squarcio.
Fosse tale, a chi mi odia, l'assalto d'Amore! Ma la voglia d'amare sarà magico freno a una giovane donna: non può uccidere l'uomo a letto con lei, si smussa il suo progetto di morte. Tra due, sarà questa la sua scelta: avrà nome di fragile donna, non d'assetata di sangue. Sarà lei a far nascere ceppo di re, in [[Argo (4)|Argo]].
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Fosse tale, a chi mi odia, l'assalto d'Amore! Ma la voglia d'amare sarà magico freno a una giovane donna: non può uccidere l'uomo a letto con lei, si smussa il suo progetto di morte. Tra due, sarà questa la sua scelta: avrà nome di fragile donna, non d'assetata di sangue. Sarà lei a far nascere ceppo di re, in Argo.
Ma scavare, scorrere i fatti richiede storia infinita. Da questa semenza sorgerà tempra d'eroe, destinato a brillare per l'arco: lui mi salverà da questo patire! Così suona il presagio che mi narrò la millenaria madre, la titanide [[Temi (1)|Temi]]. Il momento, il mezzo, è storia che non termina mai: e tu non hai frutto a saperla completa.
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Ma scavare, scorrere i fatti richiede storia infinita. Da questa semenza sorgerà tempra d'eroe, destinato a brillare per l'arco: lui mi salverà da questo patire! Così suona il presagio che mi narrò la millenaria madre, la [[Titani]]de Temi. Il momento, il mezzo, è storia che non termina mai: e tu non hai frutto a saperla completa.
  
 
 
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Orrore, la vista di Io: freschezza di donna
 
Orrore, la vista di Io: freschezza di donna
 
che non vuole l'amore, e si sperde,
 
che non vuole l'amore, e si sperde,
randagia, dolente, nell'andare che [[Era]] le infligge.
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randagia, dolente, nell'andare che Era le infligge.
 
ep.
 
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Per me, solo chi sposa il suo pari è sereno.
 
Per me, solo chi sposa il suo pari è sereno.
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È sicuro. Con tutto il suo amore di sé, [[Zeus]] precipita in basso, col tempo. Pensa, che nozze prepara. Nozze capaci di farlo sparire, crollato dal soglio imperiale. Quel giorno avrà pieno vigore la minaccia rabbiosa che [[Crono]], suo padre, gl'imprecava piombando dall'antico potere. Gravoso futuro: dei celesti, nessuno può offrirgli la chiara visione di come stornarlo.
 
È sicuro. Con tutto il suo amore di sé, [[Zeus]] precipita in basso, col tempo. Pensa, che nozze prepara. Nozze capaci di farlo sparire, crollato dal soglio imperiale. Quel giorno avrà pieno vigore la minaccia rabbiosa che [[Crono]], suo padre, gl'imprecava piombando dall'antico potere. Gravoso futuro: dei celesti, nessuno può offrirgli la chiara visione di come stornarlo.
 
Io solo! Io so la vicenda, la piega che prende: l'affronti, ci provi, [[Zeus]], maestà che s'appoggia ai boati lassù tra le nubi, sicuro di sé, se solo sventaglia col pugno saette che sbuffano fiamma! Boati, saette non potranno fargli da scudo, evitargli uno schianto umiliante, insopportabile. Con le mani, si sta fabbricando a suo danno un campione di lotta, un miracolo, ostico, senza sconfitta.
 
Io solo! Io so la vicenda, la piega che prende: l'affronti, ci provi, [[Zeus]], maestà che s'appoggia ai boati lassù tra le nubi, sicuro di sé, se solo sventaglia col pugno saette che sbuffano fiamma! Boati, saette non potranno fargli da scudo, evitargli uno schianto umiliante, insopportabile. Con le mani, si sta fabbricando a suo danno un campione di lotta, un miracolo, ostico, senza sconfitta.
Sarà lui a scovare saetta più robusta del fulmine, e boato possente che schiaccia la voce del tuono, saprà sperdere nel nulla l'oceanica febbre che fa spasimare la terra, l'arpione, lama acuta di [[Poseidone]]. Lascia che [[Zeus]] picchi contro questo sfacelo: saprà allora l'abisso tra dominare e vivere servo.
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Sarà lui a scovare saetta più robusta del fulmine, e boato possente che schiaccia la voce del tuono, saprà sperdere nel nulla l'oceanica febbre che fa spasimare la terra, l'arpione, lama acuta di Poseidon. Lascia che [[Zeus]] picchi contro questo sfacelo: saprà allora l'abisso tra dominare e vivere servo.
  
 
CORO
 
CORO
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Parlo, mi ostino. Ma è sempre parlare alla cieca, vedo. Non ti sciogli, non hai cedimenti, neppure alle mie insistenze. Sei puledro fresco di stanghe: morsica il ferro, tempesta, fa guerra alle briglie. Ma la tua furia è frutto d'ingegno spossato.
 
Parlo, mi ostino. Ma è sempre parlare alla cieca, vedo. Non ti sciogli, non hai cedimenti, neppure alle mie insistenze. Sei puledro fresco di stanghe: morsica il ferro, tempesta, fa guerra alle briglie. Ma la tua furia è frutto d'ingegno spossato.
 
Puro, nudo amore di sé, in chi non gode equilibrio di mente, vale meno che nulla. Puoi anche non essere vinto dal mio ragionare: pensa la raffica, l'enorme ondata di mali pronta all'assalto. Non hai fuga. Comincerà così. A boati, a colpi di saetta lucente il Padre ti spacca il tuo precipizio scoglioso.
 
Puro, nudo amore di sé, in chi non gode equilibrio di mente, vale meno che nulla. Puoi anche non essere vinto dal mio ragionare: pensa la raffica, l'enorme ondata di mali pronta all'assalto. Non hai fuga. Comincerà così. A boati, a colpi di saetta lucente il Padre ti spacca il tuo precipizio scoglioso.
La tua carne sprofonda, ti raccoglie tenaglia di sasso. Sconterai fino in fondo vastissimi anni, per riemergere al sole. Allora il segugio volante di [[Zeus]], l'[[aquila]] striata di sangue, golosa, farà macello di te, cencio smisurato di carne: tu non l'inviti, ma lei scivola dentro, al festino, e finché dura la luce fa onore alla mensa, al tuo fegato scuro! Non illuderti, non esiste confine al tormento, se prima dai celesti non sorge uno che erediti il tuo sacrificio, deciso a calarsi sotterra, dove raggio non brilla, nel [[Tartaro]] cavo, spento. Pesa i fatti, poi scegli.
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La tua carne sprofonda, ti raccoglie tenaglia di sasso. Sconterai fino in fondo vastissimi anni, per riemergere al sole. Allora il segugio volante di [[Zeus]], l'aquila striata di sangue, golosa, farà macello di te, cencio smisurato di carne: tu non l'inviti, ma lei scivola dentro, al festino, e finché dura la luce fa onore alla mensa, al tuo fegato scuro! Non illuderti, non esiste confine al tormento, se prima dai celesti non sorge uno che erediti il tuo sacrificio, deciso a calarsi sotterra, dove raggio non brilla, nel [[Tartaro]] cavo, spento. Pesa i fatti, poi scegli.
 
Sta' certo, non è presunzione bugiarda la nostra, è realtà ribadita, fermissima. Lingua di [[Zeus]] non sa menzogna: ogni parola è spinta al suo fine. Sii prudente, calcola tutto: non seguire l'idea che l'amore di sé abbia forza più del chiaro intelletto.
 
Sta' certo, non è presunzione bugiarda la nostra, è realtà ribadita, fermissima. Lingua di [[Zeus]] non sa menzogna: ogni parola è spinta al suo fine. Sii prudente, calcola tutto: non seguire l'idea che l'amore di sé abbia forza più del chiaro intelletto.
  
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La rupe si spacca. [[Prometeo]] e le [[Ninfe]] sprofondano. Bagliori e boati chiudono il dramma.
 
La rupe si spacca. [[Prometeo]] e le [[Ninfe]] sprofondano. Bagliori e boati chiudono il dramma.
 
</poem>
 
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[[Categoria:Bibliografia]]
 
[[Categoria:Fonti Antiche]]
 
[[Categoria:Verificato]]
 

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