Bezoard

La parola Bezoard, che deriva dal persiano badzahar, indica in senso stretto le concrezioni pietrose o calcoli, che si formano nel corpo di certi animali. Per il loro essere a metà tra regno animale e minerale esse hanno avuto sempre un ruolo fondamentale nelle pratiche magiche presso tutti i popoli del mondo, e sono spesso collegate con il potere di comandare agli eventi atmosferici. L'idea che le concrezioni di origine animale racchiudano, come coagulati, i poteri più profondi dell'essere cui appartengono, ha portato alla creazione di tutta una serie di pietre, minuziosamente codificate nei lapidar! medievali o nelle opere di scienza naturale, in base alla specie di animale da cui derivano. Esaminiamo le più diffuse e conosciute.
L'animale che di gran lunga è ritenuto più di frequente portatore di queste meravigliose concrezioni, è il serpente. La pietra di serpente è generalmente il più efficace rimedio contro il veleno degli altri serpenti, ma ha anche altre meravigliose qualità, a seconda del paese in cui si è generata la credenza. In India si crede che il gioiello che si trova nella testa dei serpenti (sarpa), e che si chiama sarpamani, abbia la capacità di neutralizzare ogni tipo di veleno. Il tipo particolare di serpenti conosciuti come Naca aveva invece nascosta in testa una perla, chiamata gajamukta o karimukta, e nei cappucci altre perle luminose e bluastre, apportatrici di pioggia. Sempre alla pioggia, alla neve e al gelo è legata presso i popoli altaici la pietra dzoda, che si trova nella testa dei serpenti, ma anche dei cervi, di una specie di uccelli acquatici o nel ventre dei buoi. Questa pietra, dopo l'estrazione conserva il suo potere soltanto per tré anni. Nell'Annali! si crede che i serpenti abbiano in bocca delle pietre, chiamate cai hot ngoc, blu con una macchia rossa al centro. La pietra non è connaturata con l'animale, che per mangiare la deve posare a fianco a sé, e riprenderla in bocca alla fine del pasto. Molto simile è la storia attribuita alla Vouivre, che deve posare a terra il preziosissimo Escarboucle quando vuole immergersi in acqua, dando modo agli avidi uomini di impadronirsene. Atanasius Kircher nella China Illustrata, attribuisce al cobra capelo la produzione di una pietra di enorme efficacia contro il morso dei serpenti. E tuttavia, da ricordare che talora vengono chiamate "pietre di serpente" anche quelle che, senza essere generate all'interno dei rettili, ne ricordano i colori o la forma.
Anche a molti uccelli vengono attribuite concrezioni pietrose molto ricercate per i loro poteri. Ricordiamo l'Aetite, o pietra d'aquila, di aspetto rossastro, che preserva dalle false gravidanze. La Chelidonia invece, che si trova al tempo della luna crescente d'autunno nel ventre delle rondini, ha poteri terapeutici contro il mal caduco ed i gonfiori. L'Alectoria, che si forma nella testa di galli castrati di quattro anni, ha la grandezza di una fava e, messa sotto la lingua, arresta la sete. Sempre il gallo può produrre un'altra pietra, la Rajana, quando abbia mangiato formiche; questa pietra ha il potere di far ottenere, a chi la possiede, ciò che desidera e che è di proprietà altrui. Infine, in America Meridionale si crede che taluni uccelli (tucano, tacchino selvaggio) producano pietre che hanno il potere di attrarre i loro simili.
In Cina si ritiene che nel cervello dei cavalli si trovi una pietra, chiamata ma nao, le cui meravigliose proprietà variano a seconda del colore: quella sanguigna fa percorrere a un cavallo 10.000 miglia in un giorno; la gialla 1.000 miglia; la azzurra potenzia il nitrito del cavallo fino a farlo udire a diverse miglia di distanza; la nera rende l'animale capace di immergersi in acqua senza bagnarsi; la bianca, infine, ne aumenta la forza ed il brio. Anche nelle Filippine si crede che un demonio di aspetto cavallino possieda una pietra dotata di straordinari poteri, chiamata Mutya (v. Tikbalang).
Per strano che possa sembrare, anche ad alcuni invertebrati viene attribuita la produzione di Bezoard. Nell'Annam si dice che i millepiedi possiedano una pietra bianca con una macchia rossa che è un potente talismano contro ferite e cadute; nei nostrani lapidar! si parla anche delle pietre di lumaca, piccole pietruzze bianche che si trovano nella testa delle lumache, ed hanno virtù diuretiche. I pesci non sono da meno: alcuni di essi producono pietre che, ridotte in polvere, sciolgono i calcoli renali, mentre la carpa nasconde una pietra triangolare che arresta le emorragie. Nelle tartarughe troviamo la Chelenite, pietra color porpora che dona virtù prof etiche, mentre i rospi celano nella testa la pietra Crapaudina, di valore terapetico contro i morsi di bestie velenose ed i gonfiori. Uno dei più famosi Bezoard è il Lincurio, pietra che si genera dal coagularsi dell'orina della linee, e che era ricercatissima; purtroppo le linci, gelose del loro prezioso prodotto, per non farne entrare in possesso gli uomini, nascondono sempre, ricoprendolo di terra, il luogo in cui orinano. Anche la iena possiede, nel suo occhio, una concrezione che, posta sulla punta della lingua, dona la capacità di predire avvenimenti futuri. Infine, per terminare questa rapida carrellata di animali vari, ricordo che anche al cervo era attribuita la caratteristica di generare nel suo occhio una pietra, chiamata henne, particolarmente efficace contro i veleni.
Non sempre la produzione di Bezoard viene attribuita ad animali esistenti ed identificabili; a volte entrano in campo esseri immaginari e mostri vari: abbiamo già parlato di un genio a forma di cavallo delle Filippine e della Vouivre. Secondo una tradizione tarda, anche gli angeli decaduti avrebbero posseduto una pietra lucente in fronte (la più bella apparteneva a Lucifero), che si sarebbe staccata al momento della loro caduta. Il mostro Uktena degli indiani Cherokee ha anche lui sulla fronte una pietra, chiamata ulunsuti, trasparente, che splende come una stella ed è ricca di virtù taumaturgiche, ma il cui potere di seduzione è tale verso chi la guarda, che la si può conquistare solo con grave rischio della vita. Lo Pseudo Alberto Magno ci paria di una pietra bianca chiamata Licania, che si trova nella testa di un animale non identificato dallo stesso nome, con cui si cura la febbre quartana. Infine l'arabo Jabir menziona un unicum nella storia dei Bezoard: la pietra lucente che si troverebbe sulla fronte di un essere misterioso chiamato "il medico del mare", specie di tritone che egli afferma di avere visto più volte. La pietra di questo essere, strofinata contro la parte interessata, guarisce qualsiasi malattia ed inoltre, "proiettata" diviene il vero lapis philosophorum. Si tratta dunque, più che di un Bezoard, di una allegoria alchimistica.