Bernacae

Uccelli leggendari diffusi in Irlanda, si riteneva che essi nascessero dalle piante. Ce ne dà una lunga descrizione Giraldus Cambrensis: "..Contro le sue stesse leggi, la natura li produce nella maniera più straordinaria. Sono come anatre di palude, ma un pò più piccole. Vengono generate da tronchi di abete gettati sulle spiagge dal mare e, a tutta prima, hanno un aspetto gommoso. In seguito si appendono con i becchi, simili ad erbe marine pendenti dal tronco, protette da conchiglie, allo scopo di sviluppare più liberamente. Essendo così, col trascorrere del tempo, ricoperte di uno spesso strato di piume, esse o si lasciano cadere nell'acqua o si alzano in volo. Più e più volte ho veduto, con i miei stessi occhi, oltre un migliaio di questi piccoli corpi di uccelli penzolare da un solo tronco, lungo la costa del mare, racchiusi nei loro gusci e già formati".
Questa strana storia di anatre vegetali, e quindi non costituite di carne, venne presa per buona da numerose comunità ecclesiastiche, che consumavano beatamente anche di venerdì, giorno di magro, questi uccelli adatti anche ai vegetariani. Lo stesso Giraldo, che riferisce per primo la storia, biasima questo uso mangereccio indiscriminato con cui si tenta di eludere la prescrizione dell'astinenza dalla carne, segno evidente che la storia è ben anteriore all'epoca dello scrittore. Che questa diatriba alimentare non fosse cosa di secondaria importanza, lo dimostra il fatto che per proibire definitivamente il consumo di ogni tipo di carne, compresa quella "vegetale", è necessario l'intervento di un Papa (Innocenzo III nel 1215) e di un Rabbino (Izaak di Corbeil nel 1277).
Vengono così risolte le intemperanze culinarie dei religiosi e del popolo, ma la leggenda seguita ad arricchirsi di nuovi aspetti. Tommaso di Cantimpré parla di un albero (non più un tronco putrido) dai cui rami germogliano come frutti le piccole anatre che, divenute mature, si staccano e cadono in acqua.
Sebastian Munster allontana l'habitat delle favolose anatre dall'originaria Irlanda alle più lontane isole Orcadi; tutte le varianti della leggenda vengono infine amalgamate nel 1597 da Gerard, autore dell'Herball: "Nel nord della Scozia, e nelle isole vicine chiamate Orcadi, si trovano certi alberi i quali producono una specie di conchiglie di mare di un color bianco che tende al rossastro e nelle quali sono contenute piccole anatre vive che noi chiamiamo Bernacae ….. Quelle che cadono in terra si distruggono e periscono …. Gli alberi germogliano in Marzo o Aprile; in maggio o Giugno si trovano le anitre, nel mese successivo, raggiungono lo sviluppo completo e sono piene di piume". Veniamo, dunque, a sapere che l'albero produce non le anatre, ma delle conchiglie biancastre entro le quali sono contenuti gli uccelli, che escono quando le conchiglie si staccano dall'albero. Tutti gli elementi, albero, conchiglie ed anatre sono così coordinati in un tutto omogeneo.
La storia non finisce qui; molti altri autori, inglesi per lo più, essendo il prodigio localizzato in Scozia, ma anche in altre nazionalità, seguitano a ripetere, arricchendola più o meno, la storia di Gerard : Gaspar Schott ( 1662 ), Robert Moray ( 1677 ), l' Abate di Vallemont ( 1711 ), per non citare che coloro che si dilungano di più sul tema.

INTERPRETAZIONE[modifica]

Le varie parti di questa costruzione leggendaria non appartengono alla fantasia, ma sono ben reali; l'anatra in questione è una comunissima anatra irlandese chiamata dal Linneo, proprio in ricordo di questa storia, anser bernicla; la conchiglia in cui sarebbe rinchiuso l'embrione dell'anatra è in realtà un crostaceo (lepas anatifero), racchiuso in una conchiglia bivalve, che si appende ai tronchi che vanno alla deriva tramite un peduncolo, e che ha un ciuffo di appendici filiformi che somigliano a delle piume. L'unione di questi due esseri comuni, ha dato luogo alla nascita del mostro. Come questa confusione si sia potuta generare, è difficile spiegare. Probabilmente, una parte della leggenda può essere attribuita a motivi di ordine linguistico: in latino medievale il crostaceo (lepas anatifera), aveva il nome di bemacula; le anatre, essendo irlandesi, erano hibeniicule; la somiglianza dei due nomi ha fatto il resto. Un crostaceo di aspetto inconsueto e dal nome simile a quello di un'anatra è divenuto uno stadio evolutivo di quest'ultima; la voglia, poco monastica, ma umana, di non rinunciare alla carne nei periodi di magro, ha poi costituito il cemento della storia, ripetuta tanto a lungo e da tante autorità da esser presa per buona anche da naturalisti di valore.