Differenze tra le versioni di "Adrasto (1)"

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Figlio di [[Talao]], re di [[Argo]], e di [[Lisimaca]]. Ebbe parecchie figlie, che diede spose a diversi principi, [[Erifile]] ad [[Anfiarao]], [[Deipile]] a [[Tideo]] e [[Argia]] a [[Polinice]]. Con i tre generi, ai quali si aggiunsero [[Capaneo]], [[Ippomedonte]] e [[Partenopeo]], fece l'impresa che, da lui capitanata, è conosciuta come la guerra dei [[Sette contro Tebe]], per riprendere la città da [[Eteocle]], fratello di [[Polinice]], che l'aveva usurpata. Nell'assalto della città tutti i principi fecero grandi atti di valore, e più terribile degli altri [[Capaneo]], monteto sulle mura della città, gridava che neppure il fulmine di [[Zeus]] lo avrebbe fermato. [[Zeus]] allora lo fulminò per punire la sua tracotanza e l'esercito fu messo in fuga. Solo Adrasto riuscì a salvarsi sul veloce cavallo [[Arione]]. Dieci anni dopo, Adrasto coi figli degli uccisi e suo figlio, detti [[Epigoni]] ([[Alcmeone]], [[Egialeo]], [[Diomede]], [[Promaco]], [[Stenelo]], [[Tersandro]] ed [[Eurialo]]) ritentò l'impresa. Ucciso [[Laodamante]], figlio di [[Eteocle]] e condottiero dei Tebani, prese la città la cui signoria fu data a [[Tersandro]]. Adrasto perdette in questa spedizione il figlio [[Egialeo]], e ne morì di dolore.
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Figlio di [[Talao]], re di [[Argo]], e di [[Lisimaca]].  
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<br>Da quando [[Preto]] aveva diviso il regno d'Argo fra lui stesso e i due figli d'[[Amitaone]], [[Biante]] e [[Melampo]], tre famiglie regnavano congiuntamente sul paese. Ma ben presto la discordia s'intromise fra le tre casate.
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<br>Durante un tumulto, [[Anfiarao]], discendente di Melampo, uccise il padre d'Adrasto, [[Talao]], che apparteneva alla discendenza di Biante (oppure di [[Pronace]], uno dei figli di Talao). Adrasto fuggÌ allora a [[Sicione]], presso il nonno materno, il re [[Polibo]], che morì senza figli maschi e gli cedette il regno. Re di Sicione, Adrasto cominciò col riconciliarsi con Anfiarao, e tornò sul trono d'Argo. Ma, nel suo intimo, Adrasto non aveva mai perdonato a suo cugino l'uccisione del padre. Gli concesse la mano della sorella, [[Erifile]], e convenne con lui, in caso di ulteriore disaccordo fra di loro, che si sarebbero rimessi alla mediazione della giovane, pensando bene in tal modo di avere un giorno il mezzo di attuare la sua vendetta.
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<br>Ora, successe che [[Polinice]], figlio di [[Edipo]], era stato cacciato da [[Tebe]] da suo fratello [[Eteocle]], e che, allo stesso tempo, [[Tideo]], figlio del re [[Eneo]] di [[Calidone]], era stato esiliato da suo padre in seguito a un delitto.
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<br>Una notte di bufera, i due eroi si presentarono insieme per chiedere asilo al palazzo d'Adrasto. Qui, nel primo cortile, cominciarono a litigare. Adrasto, svegliato dal rumore, li fece entrare entrambi e cominciò col purificare Tideo dalla sozzura che pesava su di lui. Poi, accorgendosi che i due eroi si erano battuti come «leone e cinghiale» (ovvero vedendo l'immagine di questi animali rappresentata sul loro scudo), si ricordò di una vecchia profezia che annunciava che egli avrebbe maritato le figlie a un leone e a un cinghiale. Dette la maggiore, [[Argia]], a [[Polinice]] e la più giovane, [[Deipile]], a [[Tideo]], e promise a entrambi che li avrebbe ricondotti nella loro patria e reintegrati nei loro
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<br>Con i tre generi, ai quali si aggiunsero [[Capaneo]], [[Ippomedonte]] e [[Partenopeo]], fece l'impresa che, da lui capitanata, è conosciuta come la guerra dei [[Sette contro Tebe]], per riprendere la città da [[Eteocle]], fratello di [[Polinice]], che l'aveva usurpata.  
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<br>Nell'assalto della città tutti i principi fecero grandi atti di valore, e più terribile degli altri [[Capaneo]], monteto sulle mura della città, gridava che neppure il fulmine di [[Zeus]] lo avrebbe fermato. [[Zeus]] allora lo fulminò per punire la sua tracotanza e l'esercito fu messo in fuga. Solo Adrasto riuscì a salvarsi sul veloce cavallo [[Arione]]. Dieci anni dopo, Adrasto coi figli degli uccisi e suo figlio, detti [[Epigoni]] ([[Alcmeone]], [[Egialeo]], [[Diomede]], [[Promaco]], [[Stenelo]], [[Tersandro]] ed [[Eurialo]]) ritentò l'impresa. Ucciso [[Laodamante]], figlio di [[Eteocle]] e condottiero dei Tebani, prese la città la cui signoria fu data a [[Tersandro]]. Adrasto perdette in questa spedizione il figlio [[Egialeo]], e ne morì di dolore.
  
 
[[Categoria:Mitologia Greca]]
 
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[[Categoria:Eroi]]
 
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Versione delle 12:03, 1 nov 2010

Figlio di Talao, re di Argo, e di Lisimaca.
Da quando Preto aveva diviso il regno d'Argo fra lui stesso e i due figli d'Amitaone, Biante e Melampo, tre famiglie regnavano congiuntamente sul paese. Ma ben presto la discordia s'intromise fra le tre casate.
Durante un tumulto, Anfiarao, discendente di Melampo, uccise il padre d'Adrasto, Talao, che apparteneva alla discendenza di Biante (oppure di Pronace, uno dei figli di Talao). Adrasto fuggÌ allora a Sicione, presso il nonno materno, il re Polibo, che morì senza figli maschi e gli cedette il regno. Re di Sicione, Adrasto cominciò col riconciliarsi con Anfiarao, e tornò sul trono d'Argo. Ma, nel suo intimo, Adrasto non aveva mai perdonato a suo cugino l'uccisione del padre. Gli concesse la mano della sorella, Erifile, e convenne con lui, in caso di ulteriore disaccordo fra di loro, che si sarebbero rimessi alla mediazione della giovane, pensando bene in tal modo di avere un giorno il mezzo di attuare la sua vendetta.
Ora, successe che Polinice, figlio di Edipo, era stato cacciato da Tebe da suo fratello Eteocle, e che, allo stesso tempo, Tideo, figlio del re Eneo di Calidone, era stato esiliato da suo padre in seguito a un delitto.
Una notte di bufera, i due eroi si presentarono insieme per chiedere asilo al palazzo d'Adrasto. Qui, nel primo cortile, cominciarono a litigare. Adrasto, svegliato dal rumore, li fece entrare entrambi e cominciò col purificare Tideo dalla sozzura che pesava su di lui. Poi, accorgendosi che i due eroi si erano battuti come «leone e cinghiale» (ovvero vedendo l'immagine di questi animali rappresentata sul loro scudo), si ricordò di una vecchia profezia che annunciava che egli avrebbe maritato le figlie a un leone e a un cinghiale. Dette la maggiore, Argia, a Polinice e la più giovane, Deipile, a Tideo, e promise a entrambi che li avrebbe ricondotti nella loro patria e reintegrati nei loro
Con i tre generi, ai quali si aggiunsero Capaneo, Ippomedonte e Partenopeo, fece l'impresa che, da lui capitanata, è conosciuta come la guerra dei Sette contro Tebe, per riprendere la città da Eteocle, fratello di Polinice, che l'aveva usurpata.
Nell'assalto della città tutti i principi fecero grandi atti di valore, e più terribile degli altri Capaneo, monteto sulle mura della città, gridava che neppure il fulmine di Zeus lo avrebbe fermato. Zeus allora lo fulminò per punire la sua tracotanza e l'esercito fu messo in fuga. Solo Adrasto riuscì a salvarsi sul veloce cavallo Arione. Dieci anni dopo, Adrasto coi figli degli uccisi e suo figlio, detti Epigoni (Alcmeone, Egialeo, Diomede, Promaco, Stenelo, Tersandro ed Eurialo) ritentò l'impresa. Ucciso Laodamante, figlio di Eteocle e condottiero dei Tebani, prese la città la cui signoria fu data a Tersandro. Adrasto perdette in questa spedizione il figlio Egialeo, e ne morì di dolore.