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Il mito cosmogonico babilonese e assiro più importante fu quello che esaltava [[Marduk]] - e in Assiria il dio nazionale assiro [[Assur]] - quale fabbricatore, formatore e ordinatore dell'universo e di tutto ciò che esiste. Dopo che Marduk, il giovane dio che gli dei terrorizzati dalle mene della loro nemica [[Tiamat]] avevano nominato loro capo, ebbe debellato il mostro del caos spaccò la sua carcassa in due parti come un'ostrica, secondo quanto narra il poema [[Enuma Elish]], IV, 137, e di una mea fece il cielo a guisa di tetto, tirò il chiavistello e vi pose davanti guardiani, affinché non ne uscissero le acque. Dirimpetto al cielo il dio pose la dimora di Ea, dio dell'acqua, nell'abisso. Egli prese le misure dell'abisso, [[Apsu]], e stabilì [[Esharra]], vale a dire la terra. Poi fondò le abitazioni di [[Anu]], il cielo, [[Enlil]], la terra, e Ea, l'acqua. Perciò l'universo babilonese è tripartito: sopra sta il cielo, nel mezzo si trova la terra la quale galleggia sopra l'oceano che sta sotto. Marduk fabbricò inoltre le stazioni o mansioni per gli dei, fissò le stelle per rappresentarli, definì l'anno e disegnò i segni dello zodiaco. Per ciascuno dei dodici mesi egli fissò tre stelle. Poi stabilì il posto di [[Nibiru]], cioè la stella polare, e le posizioni di [[Anu]], [[Enlil]] ed [[Ea]], vale a dire delle stelle delle vie di questi tre dei. Da tutte e due le parti del cielo egli aprì porte. Inoltre egli fece risplendere la luna affidandole quale mansione di rischiarare la notte. Ogni mese egli la esaltò con una corona splendente. Nei primi sei giorni del mese egli le fece portare un paio di corna, nel settimo una mezza corona. Stabilì che al plenilunio essa dovesse stare in opposizione al sole, poi ritornare indietro e al ventinovesimo giorno stare di nuovo in opposizione al sole. Marduk creò poi l'uomo e gli altri esseri. In segno di riconoscenza per quanto il dio ha fatto per loro, gli dei, suoi compagni, gli costruiscono un grandioso tempio a [[Babele]], [[Esagil]], con un'altissima torre a gradini, e Anu colloca il fatidico arco di Marduk quale costellazione nel cielo. Con ciò è finita la cosmogonia dell'epopea Enuma Elish, la quale ha dunque per dio formatore dell'universo Marduk, dio giovane che riesce a debellare il mostro Tiamat, che accanto a suo marito Apsu e al loro figlio [[Mummu]], lo Scroscio, era avanti la formazione del mondo l'unico essere esistente: essa era l'oceano mentre Apsu era l'abisso, e tutti e due diedero vita a Mummu, lo Scroscio, sorto dalla confluenza dell'oceano e dell'abisso. Una recensione un po' diversa dello stesso mito ci è stata conservata dallo scrittore greco-babilonese Beroso: nei tempi primordiali non c'erano che mostri di vario aspetto sopra i quali regnava una donna dal nome [[Omorka]]. Venne [[Bol]] e spaccò la donna in due: di una parte fece la terra e dell'altra il cielo. Poi lo stesso dio crea gli uomini e gli animali, fa inoltre le costellazioni, il sole, la luna e i cinque pianeti. Lo scrittore ellenistico Damascio ci ha conservato pure una versione del mito cosmogonico simile a quella dell'Enuma Elish, interpretata però alla luce della filosofia greca del suo tempo. I miti cosmogonici della Mesopotamia antica ebbero una vasta area d'espansione a occidente e oriente di quel paese.
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Ma il mito cosmogonico babilonese e assiro più importante fu quello che esaltava [[Marduk]] - e in Assiria il dio nazionale assiro [[Assur]] - quale fabbricatore, formatore e ordinatore dell'universo e di tutto ciò che esiste. Dopo che Marduk, il giovane dio che gli dei terrorizzati dalle mene della loro nemica [[Tiamat]] avevano nominato loro capo, ebbe debellato il mostro del caos spaccò la sua carcassa in due parti come un'ostrica, secondo quanto narra il poema [[Enuma Elish]], IV, 137, e di una mea fece il cielo a guisa di tetto, tirò il chiavistello e vi pose davanti guardiani, affinché non ne uscissero le acque. Dirimpetto al cielo il dio pose la dimora di Ea, dio dell'acqua, nell'abisso. Egli prese le misure dell'abisso, [[Apsu]], e stabilì [[Esharra]], vale a dire la terra. Poi fondò le abitazioni di [[Anu]], il cielo, [[Enlil]], la terra, e Ea, l'acqua. Perciò l'universo babilonese è tripartito: sopra sta il cielo, nel mezzo si trova la terra la quale galleggia sopra l'oceano che sta sotto. Marduk fabbricò inoltre le stazioni o mansioni per gli dei, fissò le stelle per rappresentarli, definì l'anno e disegnò i segni dello zodiaco. Per ciascuno dei dodici mesi egli fissò tre stelle. Poi stabilì il posto di [[Nibiru]], cioè la stella polare, e le posizioni di [[Anu]], [[Enlil]] ed [[Ea]], vale a dire delle stelle delle vie di questi tre dei. Da tutte e due le parti del cielo egli aprì porte. Inoltre egli fece risplendere la luna affidandole quale mansione di rischiarare la notte. Ogni mese egli la esaltò con una corona splendente. Nei primi sei giorni del mese egli le fece portare un paio di corna, nel settimo una mezza corona. Stabilì che al plenilunio essa dovesse stare in opposizione al sole, poi ritornare indietro e al ventinovesimo giorno stare di nuovo in opposizione al sole. Marduk creò poi l'uomo e gli altri esseri. In segno di riconoscenza per quanto il dio ha fatto per loro, gli dei, suoi compagni, gli costruiscono un grandioso tempio a [[Babele]], [[Esagil]], con un'altissima torre a gradini, e Anu colloca il fatidico arco di Marduk quale costellazione nel cielo. Con ciò è finita la cosmogonia dell'epopea Enuma Elish, la quale ha dunque per dio formatore dell'universo Marduk, dio giovane che riesce a debellare il mostro Tiamat, che accanto a suo marito Apsu e al loro figlio [[Mummu]], lo Scroscio, era avanti la formazione del mondo l'unico essere esistente: essa era l'oceano mentre Apsu era l'abisso, e tutti e due diedero vita a Mummu, lo Scroscio, sorto dalla confluenza dell'oceano e dell'abisso. Una recensione un po' diversa dello stesso mito ci è stata conservata dallo scrittore greco-babilonese Beroso: nei tempi primordiali non c'erano che mostri di vario aspetto sopra i quali regnava una donna dal nome [[Omorka]]. Venne [[Bol]] e spaccò la donna in due: di una parte fece la terra e dell'altra il cielo. Poi lo stesso dio crea gli uomini e gli animali, fa inoltre le costellazioni, il sole, la luna e i cinque pianeti. Lo scrittore ellenistico Damascio ci ha conservato pure una versione del mito cosmogonico simile a quella dell'Enuma Elish, interpretata però alla luce della filosofia greca del suo tempo. I miti cosmogonici della Mesopotamia antica ebbero una vasta area d'espansione a occidente e oriente di quel paese.

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