Modifica di Rebis
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È la forma alchemica dell'[[Androgino]]. È raffigurato come un essere con due teste (una maschile, radiante come il sole, una femminile, radiante come la luna), con due ali, una rossa e l'altra bianca, immagini degli "spiriti" dell'oro e dell'argento, del sole e della luna, del sangue e del latte. Il vestito è nero, bordato di giallo, e rappresenta la materia primitiva androgina, solcata dalle vene dell'oro. Il nome significa "la cosa doppia" (res bis) e risale al tardo Medioevo. Quanto all'immagine dell'essere doppio come simbolo alchemico, va fatta invece risalire a Zosimo di Panopoli (III-IV secolo d.C.), che ne fa il simbolo del Mercurio: « Due nature, una sola essenza: perché l'una attrae l'una e l'una domina l'una. Questa è l'acqua di argento, l'Ermafrodito, quello che sempre fugge, quello che è attirato verso i suoi propri elementi». Per l'alchimista, l'unità del Tutto è un concetto fondamentale. Tuttavia questa unità, che di per sé sarebbe statica, acquista una dinamica, e quindi una possibilità evolutiva, attraverso la presenza di due polarità, maschile e femminile. Questi due principi si uniscono in quello che viene definito l'incesto filosofale, la coniunctio oppositorum; ed il "figlio" che si genera da questo amplesso è appunto il Rebis, la nuova forma, unitaria ma esplicitamente bipolare, della materia primigenia. | È la forma alchemica dell'[[Androgino]]. È raffigurato come un essere con due teste (una maschile, radiante come il sole, una femminile, radiante come la luna), con due ali, una rossa e l'altra bianca, immagini degli "spiriti" dell'oro e dell'argento, del sole e della luna, del sangue e del latte. Il vestito è nero, bordato di giallo, e rappresenta la materia primitiva androgina, solcata dalle vene dell'oro. Il nome significa "la cosa doppia" (res bis) e risale al tardo Medioevo. Quanto all'immagine dell'essere doppio come simbolo alchemico, va fatta invece risalire a Zosimo di Panopoli (III-IV secolo d.C.), che ne fa il simbolo del Mercurio: « Due nature, una sola essenza: perché l'una attrae l'una e l'una domina l'una. Questa è l'acqua di argento, l'Ermafrodito, quello che sempre fugge, quello che è attirato verso i suoi propri elementi». Per l'alchimista, l'unità del Tutto è un concetto fondamentale. Tuttavia questa unità, che di per sé sarebbe statica, acquista una dinamica, e quindi una possibilità evolutiva, attraverso la presenza di due polarità, maschile e femminile. Questi due principi si uniscono in quello che viene definito l'incesto filosofale, la coniunctio oppositorum; ed il "figlio" che si genera da questo amplesso è appunto il Rebis, la nuova forma, unitaria ma esplicitamente bipolare, della materia primigenia. | ||
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