Differenze tra le versioni di "Pomona"
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Divinità protettrice dei giardini e degli alberi da frutto, raffigurata come una donna giovane e florida con una cornucopia ricolma di frutti in una mano e un ramo fiorito nell’altra. Era sposa di [[Vertunno]], dio autunnale che presiedeva alla maturazione dei frutti e ai mutamenti di stagione. Respinto dalla dea insieme a tutti gli altri pretendenti, [[Vertunno]] insistette a corteggiarla presentandosi a lei con vari travestimenti, in ultimo quello di una buona vecchia, che prese a lodare l’abilità di lei, le sue coltivazioni, la bellezza dei suoi frutti e dei suoi giardini. Poi la rimproverò per il suo desiderio di vivere da sola, prospettandole le piacevolezze della vita insieme a un bravo giovane. Quando la convinse, si presentò a lei sotto le spoglie di un giovane di suo gradimento e riuscì a sposarla. Sabini e Umbri veneravano in suo luogo una divinità maschile dal nome analogo: Poimuni o Poemune. | Divinità protettrice dei giardini e degli alberi da frutto, raffigurata come una donna giovane e florida con una cornucopia ricolma di frutti in una mano e un ramo fiorito nell’altra. Era sposa di [[Vertunno]], dio autunnale che presiedeva alla maturazione dei frutti e ai mutamenti di stagione. Respinto dalla dea insieme a tutti gli altri pretendenti, [[Vertunno]] insistette a corteggiarla presentandosi a lei con vari travestimenti, in ultimo quello di una buona vecchia, che prese a lodare l’abilità di lei, le sue coltivazioni, la bellezza dei suoi frutti e dei suoi giardini. Poi la rimproverò per il suo desiderio di vivere da sola, prospettandole le piacevolezze della vita insieme a un bravo giovane. Quando la convinse, si presentò a lei sotto le spoglie di un giovane di suo gradimento e riuscì a sposarla. Sabini e Umbri veneravano in suo luogo una divinità maschile dal nome analogo: Poimuni o Poemune. | ||
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+ | * Francesco Melzi, ''Vertumno e Pomona'', dipinto. | ||
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Versione delle 23:25, 18 mag 2017
Divinità protettrice dei giardini e degli alberi da frutto, raffigurata come una donna giovane e florida con una cornucopia ricolma di frutti in una mano e un ramo fiorito nell’altra. Era sposa di Vertunno, dio autunnale che presiedeva alla maturazione dei frutti e ai mutamenti di stagione. Respinto dalla dea insieme a tutti gli altri pretendenti, Vertunno insistette a corteggiarla presentandosi a lei con vari travestimenti, in ultimo quello di una buona vecchia, che prese a lodare l’abilità di lei, le sue coltivazioni, la bellezza dei suoi frutti e dei suoi giardini. Poi la rimproverò per il suo desiderio di vivere da sola, prospettandole le piacevolezze della vita insieme a un bravo giovane. Quando la convinse, si presentò a lei sotto le spoglie di un giovane di suo gradimento e riuscì a sposarla. Sabini e Umbri veneravano in suo luogo una divinità maschile dal nome analogo: Poimuni o Poemune.
Riferimenti artistici
- Francesco Melzi, Vertumno e Pomona, dipinto.