Differenze tra le versioni di "Nirvana"
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Versione delle 10:25, 13 set 2012
Termine sanscrito che significa «cessazione», «estinzione» (in lingua pali si dice nibbana).
Induismo
Per gli induisti il nirvana esprime la condizione della liberazione, dell'estinzione dell'atman (anima individuale) nell'oceano cosmico del brahmano.
Buddhismo
Nel buddhismo rappresenta lo scopo finale perseguito da tutte le dottrine, dopo aver raggiunto l'illuminazione (bodhi) mediante la liberazione (moksha) da tutte le illusioni e i desideri. Nirvana non è un luogo fisico, ma una condizione della coscienza liberata dal dolore, pervenuta a una quiete totale, data dall'uscita definitiva del saggio dal ciclo delle morti e delle rinascite (sam-sara) e dalla dissoluzione del suo karma. Il nirvana è un concetto spesso frainteso dalla sensibilità occidentale, poiché non si tratta di un'estinzione, intesa come un annullamento totale dell'individuo: infatti, non si estingue l'Io, bensì l'illusione che esista veramente l'Io. Il nirvana è concepito diversamente dalle scuole Hinayana e Mahayana: per la prima esso è l'Assoluto contrapposto al mondo fenomenico, ritenuto realmente esistente; per la seconda il mondo fenomenico e il nirvana non sono che due facce della stessa medaglia; solo il saggio perviene a tale illuminante conclusione.