Differenze tra le versioni di "Maestro Adamo"

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Lungo la strada della Consuma, in Toscana i viandanti che una volta si trovavano a camminare sull'imbrunire o nella notte avvertivano improvvisamente accanto o dietro un'ombra scura e muta. Molti per lo spavento si mettevano a correre ma. voltandosi, vedevano continuamente lo spettro seguirli. Qualcuno raggiunse le case più vicine con i capelli tutti bianchi. Altri sapevano che bastava continuare a camminare tranquillamente fino a un gran mucchio di pietre che si trovava sulla strada e qui aggiungere una pietra al cumulo: allora l'ombra subito svaniva.
 
Lungo la strada della Consuma, in Toscana i viandanti che una volta si trovavano a camminare sull'imbrunire o nella notte avvertivano improvvisamente accanto o dietro un'ombra scura e muta. Molti per lo spavento si mettevano a correre ma. voltandosi, vedevano continuamente lo spettro seguirli. Qualcuno raggiunse le case più vicine con i capelli tutti bianchi. Altri sapevano che bastava continuare a camminare tranquillamente fino a un gran mucchio di pietre che si trovava sulla strada e qui aggiungere una pietra al cumulo: allora l'ombra subito svaniva.
 
<br>Era infatti l'anima di Maestro Adamo, che là era stato catturato e giustiziato, la quale veniva a chiedere una pietra per il suo monumento funebre. Il luogo ha preso il nome di Macìa dell'Omomorto e ricorda la figura storica di Maestro Adamo, abilissimo artigiano che, per istigazione dei Conti Guidi, nel Castello di Romena falsificò il fiorino di Firenze, coniando monete di ventuno parti d'oro e tré di metallo vile, invece che d'oro puro, come faceva la zecca fiorentina.
 
<br>Era infatti l'anima di Maestro Adamo, che là era stato catturato e giustiziato, la quale veniva a chiedere una pietra per il suo monumento funebre. Il luogo ha preso il nome di Macìa dell'Omomorto e ricorda la figura storica di Maestro Adamo, abilissimo artigiano che, per istigazione dei Conti Guidi, nel Castello di Romena falsificò il fiorino di Firenze, coniando monete di ventuno parti d'oro e tré di metallo vile, invece che d'oro puro, come faceva la zecca fiorentina.
<br>I fiorentini furono inesorabili e lo presero mentre fuggiva presso il passo della Consuma uccidendolo nel 1281 (v. Dante, Divina Commedia, Inferno xxx. 49 e segg.).
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<br>I fiorentini furono inesorabili e lo presero mentre fuggiva presso il passo della Consuma uccidendolo nel 1281 (v. Dante, ''Commedia'', Inferno xxx. 49 e segg.).
  
 
[[Categoria:Folklore]]
 
[[Categoria:Folklore]]

Versione delle 01:10, 26 nov 2011

Lungo la strada della Consuma, in Toscana i viandanti che una volta si trovavano a camminare sull'imbrunire o nella notte avvertivano improvvisamente accanto o dietro un'ombra scura e muta. Molti per lo spavento si mettevano a correre ma. voltandosi, vedevano continuamente lo spettro seguirli. Qualcuno raggiunse le case più vicine con i capelli tutti bianchi. Altri sapevano che bastava continuare a camminare tranquillamente fino a un gran mucchio di pietre che si trovava sulla strada e qui aggiungere una pietra al cumulo: allora l'ombra subito svaniva.
Era infatti l'anima di Maestro Adamo, che là era stato catturato e giustiziato, la quale veniva a chiedere una pietra per il suo monumento funebre. Il luogo ha preso il nome di Macìa dell'Omomorto e ricorda la figura storica di Maestro Adamo, abilissimo artigiano che, per istigazione dei Conti Guidi, nel Castello di Romena falsificò il fiorino di Firenze, coniando monete di ventuno parti d'oro e tré di metallo vile, invece che d'oro puro, come faceva la zecca fiorentina.
I fiorentini furono inesorabili e lo presero mentre fuggiva presso il passo della Consuma uccidendolo nel 1281 (v. Dante, Commedia, Inferno xxx. 49 e segg.).