Modifica di Iride

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È la dea, o meglio, la personificazione dell'arcobaleno. Figlia di [[Taumante (1)|Taumante]] e dell'[[oceanina]] [[Elettra (1)|Elettra]], discende dalla stirpe dell'[[Oceano]], tanto da essere qualche volta considerata sorella delle [[Arpie]]. Ha il compito di portare i messaggi degli dèi, e specialmente quelli di [[Zeus]] e di [[Era]], agli uomini. È una fanciulla alata, vestita di un leggero velo che, illuminato dal sole, prende i colori dell'arcobaleno; con [[Zefiro (1)|Zefiro]] dette alla luce [[Eros]], secondo una delle molte leggende sull'origine di questo dio.
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È la dea, o meglio, la personificazione dell'arcobaleno. Figlia di [[Taumante]] e dell'[[oceanina]] [[Elettra]], discende dalla stirpe dell'[[Oceano]], tanto da essere qualche volta considerata sorella delle [[Arpie]]. Ha il compito di portare i messaggi degli dèi, e specialmente quelli di [[Zeus]] e di [[Era]], agli uomini. È una fanciulla alata, vestita di un leggero velo che, illuminato dal sole, prende i colori dell'arcobaleno; con [[Zefiro (1)|Zefiro]] dette alla luce [[Eros]], secondo una delle molte leggende sull'origine di questo dio.
 
<br>Appare molte volte nell'Iliade, non è invece mai nominata nell'Odissea. Nell'Eneide è mandata da [[Giunone]] a svolgere uno strano incarico: strappare un capello a [[Didone]] suicida per affrettarne la morte (IV 693-705). Nel V libro Iride è mandata nel campo troiano, dove, prese le sembianze della vecchia [[Beroe]], spinge le donne, stanche di continui spostamenti, a incendiare le navi. Nel libro IX, Iride, sempre inviata da [[Giunone]], incita [[Turno]] che sedeva nella valle sacra al suo avo [[Pilumno]], a tornare a combattere, giacchè [[Enea]] è lontano dal campo.
 
<br>Appare molte volte nell'Iliade, non è invece mai nominata nell'Odissea. Nell'Eneide è mandata da [[Giunone]] a svolgere uno strano incarico: strappare un capello a [[Didone]] suicida per affrettarne la morte (IV 693-705). Nel V libro Iride è mandata nel campo troiano, dove, prese le sembianze della vecchia [[Beroe]], spinge le donne, stanche di continui spostamenti, a incendiare le navi. Nel libro IX, Iride, sempre inviata da [[Giunone]], incita [[Turno]] che sedeva nella valle sacra al suo avo [[Pilumno]], a tornare a combattere, giacchè [[Enea]] è lontano dal campo.
  

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