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Popolo mostruoso nel quale le gambe sono sostituite da una specie di fettucce. Secondo Pomponio Mela (III, 10) vivrebbero in Etiopia, oltre le aree infestate dai serpenti velenosi.  
 
Popolo mostruoso nel quale le gambe sono sostituite da una specie di fettucce. Secondo Pomponio Mela (III, 10) vivrebbero in Etiopia, oltre le aree infestate dai serpenti velenosi.  
<br>Il geografo medievale [[Al-Qazwini]] li descrive così: ''«sono esseri di aspetto umano, il più bello che si possa immaginare, ma le loro gambe non hanno ossa, e le cosce somigliano a. strisce di cuoio. Camminano strisciando; quando uno di essi incontra un passante, lo prega di sedersi al suo fianco. Quando questi è seduto, il mostro si lancia sulle sue spalle, attoreiglia le gambe attorno al corpo della vittima, e lo batte in viso per costringerlo a marciare come una cavalcatura»''. Questo racconto ritorna nelle [[Mille e una notte]] tra le avventure di [[Sindbad]] il Marinaio, e il mostro prende il nome di [[Veglio del Mare]].
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<br>Il geografo medievale [[Al-Qazwini]] li descrive così: ''«sono esseri di aspetto umano, il più bello che si possa immaginare, ma le loro gambe non hanno ossa, e le cosce somigliano a. strisce di cuoio. Camminano strisciando; quando uno di essi incontra un passante, lo prega di sedersi al suo fianco. Quando questi è seduto, il mostro si lancia sulle sue spalle, attoreiglia le gambe attorno al corpo della vittima, e lo batte in viso per costringerlo a marciare come una cavalcatura»''. Questo racconto ritorna ne [[Le mille e una notte]] tra le avventure di [[Sindbad]] il Marinaio, e il mostro prende il nome di [[Veglio del Mare]].
  
 
==Bibliografia==
 
==Bibliografia==

Versione delle 10:18, 14 set 2011

Popolo mostruoso nel quale le gambe sono sostituite da una specie di fettucce. Secondo Pomponio Mela (III, 10) vivrebbero in Etiopia, oltre le aree infestate dai serpenti velenosi.
Il geografo medievale Al-Qazwini li descrive così: «sono esseri di aspetto umano, il più bello che si possa immaginare, ma le loro gambe non hanno ossa, e le cosce somigliano a. strisce di cuoio. Camminano strisciando; quando uno di essi incontra un passante, lo prega di sedersi al suo fianco. Quando questi è seduto, il mostro si lancia sulle sue spalle, attoreiglia le gambe attorno al corpo della vittima, e lo batte in viso per costringerlo a marciare come una cavalcatura». Questo racconto ritorna ne Le mille e una notte tra le avventure di Sindbad il Marinaio, e il mostro prende il nome di Veglio del Mare.

Bibliografia

Fonti antiche