Modifica di Firdusi

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Firdusi, che si colloca agli inizi della letteratura persiana di epoca islamica, nacque nella regione iraniana del [[Khorasan]], in un villaggio presso [[Tus]], nel 935. Suo padre fu un ricco proprietario terriero. La sua grandiosa opera epico-letteraria chiamata [[Shahnameh]] ("Libro dei Re"), alla quale dedicò 35 anni circa della propria vita, fu in origine composta per essere presentata ai sovrani samanidi del Khorasan, che erano i capifila del movimento di rinascita culturale iranica dopo la conquista del paese da parte degli Arabi nel corso del VII secolo.
 
Firdusi, che si colloca agli inizi della letteratura persiana di epoca islamica, nacque nella regione iraniana del [[Khorasan]], in un villaggio presso [[Tus]], nel 935. Suo padre fu un ricco proprietario terriero. La sua grandiosa opera epico-letteraria chiamata [[Shahnameh]] ("Libro dei Re"), alla quale dedicò 35 anni circa della propria vita, fu in origine composta per essere presentata ai sovrani samanidi del Khorasan, che erano i capifila del movimento di rinascita culturale iranica dopo la conquista del paese da parte degli Arabi nel corso del VII secolo.
 
<br>Quando compì 23 anni, scoprì uno “Shāhnāmeh” scritto da Abu Mansur al-Mo'ammari, che tuttavia non era in forma poetica. Era una vecchia versione commissionata da Abu Mansur ibn Abdol-Razzaq. La scoperta avvenne in un momento particolare della vita del poeta. Firdusi avviò la composizione del suo [[Shahnameh]] nel 977. Nel corso della vita di Firdusi, la dinastia samanide fu abbattuta dall'Impero ghaznavide.
 
<br>Quando compì 23 anni, scoprì uno “Shāhnāmeh” scritto da Abu Mansur al-Mo'ammari, che tuttavia non era in forma poetica. Era una vecchia versione commissionata da Abu Mansur ibn Abdol-Razzaq. La scoperta avvenne in un momento particolare della vita del poeta. Firdusi avviò la composizione del suo [[Shahnameh]] nel 977. Nel corso della vita di Firdusi, la dinastia samanide fu abbattuta dall'Impero ghaznavide.
<br>Dopo trent'anni di duro lavoro, Firdusi completò la scrittura del poema e, due o tre anni dopo, egli si recò a Ghazni, capitale ghaznavide, per presentarlo al Sultano. Nei testi medioevali si cita in numerosi documenti lo scarso interesse mostrato dal nuovo sovrano, il Sultano Mahmud di Ghazni, nei confronti di Firdusi e del suo lavoro. Secondo gli storici Mahmud aveva promesso a Firdusi un dīnār per ogni distico scritto nello Shahnameh (per un totale di 60.000 dīnār), ma in seguito ritrattò, e gli donò appena 20.000 dirham, che avevano un valore decisamente inferiore rispetto al dīnār (ci volevano 100 dirham per fare un dīnār). Alcuni pensano che questo tradimento fosse causato dalla gelosia e dalle invidie degli altri poeti che lavoravano alla corte reale; l'incidente così dette forza ai nemici di Firdusi presenti all'interno della corte stessa. Firdusi rifiutò il denaro e, secondo alcune fonti, lo donò ad un uomo povero che vendeva [[vino]]. Dopo aver peregrinato per un periodo nel [[Sistan]] e nel [[Mazandaran]], egli ritornò infine a [[Tus]], affranto ed adirato.
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<br>Dopo trent'anni di duro lavoro, Firdusi completò la scrittura del poema e, due o tre anni dopo, egli si recò a Ghazni, capitale ghaznavide, per presentarlo al Sultano. Nei testi medioevali si cita in numerosi documenti lo scarso interesse mostrato dal nuovo sovrano, il Sultano Mahmud di Ghazni, nei confronti di Firdusi e del suo lavoro. Secondo gli storici Mahmud aveva promesso a Firdusi un dīnār per ogni distico scritto nello Shahnameh (per un totale di 60.000 dīnār), ma in seguito ritrattò, e gli donò appena 20.000 dirham, che avevano un valore decisamente inferiore rispetto al dīnār (ci volevano 100 dirham per fare un dīnār). Alcuni pensano che questo tradimento fosse causato dalla gelosia e dalle invidie degli altri poeti che lavoravano alla corte reale; l'incidente così dette forza ai nemici di Firdusi presenti all'interno della corte stessa. Firdusi rifiutò il denaro e, secondo alcune fonti, lo donò ad un uomo povero che vendeva vino. Dopo aver peregrinato per un periodo nel [[Sistan]] e nel [[Mazandaran]], egli ritornò infine a [[Tus]], affranto ed adirato.
 
<br>Lasciò un poema dedicato al sovrano, all'interno di un muro della stanza in cui aveva lavorato in tutti quegli anni. Era un lungo e rancoroso poema, più simile a un'invettiva, e finiva con le parole:
 
<br>Lasciò un poema dedicato al sovrano, all'interno di un muro della stanza in cui aveva lavorato in tutti quegli anni. Era un lungo e rancoroso poema, più simile a un'invettiva, e finiva con le parole:
 
<br>"La vendetta del Cielo non dimenticherà. Il tiranno arretrerà per le mie parole di fuoco, e tremerà per l'ira di un poeta".
 
<br>"La vendetta del Cielo non dimenticherà. Il tiranno arretrerà per le mie parole di fuoco, e tremerà per l'ira di un poeta".

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