Differenze tra le versioni di "Farr"

 
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Il termine neopersiano farr, tradotto anche "maestà" e "grazia divina" o "regale", designava una manifestazione particolare del fuoco che, sotto forma di alone luminoso, accompagnava il legittimo re coronato e, assumendo talvolta le fattezze di un uccello, fuggiva dall'usurpatore per nascondersi nel mare di Vurukasha (Caspio). Era anche la benedizione concessa dal cielo agli uomini che acquisivano in tal modo prosperità e potere. Si tratta di uno dei concetti più significativi della tradizione iranica: nessun re poteva infatti governare se era privo della gloria regale che ne legittimava il potere.
 
Il termine neopersiano farr, tradotto anche "maestà" e "grazia divina" o "regale", designava una manifestazione particolare del fuoco che, sotto forma di alone luminoso, accompagnava il legittimo re coronato e, assumendo talvolta le fattezze di un uccello, fuggiva dall'usurpatore per nascondersi nel mare di Vurukasha (Caspio). Era anche la benedizione concessa dal cielo agli uomini che acquisivano in tal modo prosperità e potere. Si tratta di uno dei concetti più significativi della tradizione iranica: nessun re poteva infatti governare se era privo della gloria regale che ne legittimava il potere.
  
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[[Categoria:Mitologia Indo-Iranica]]
 
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Versione attuale delle 23:35, 11 dic 2018

Il termine neopersiano farr, tradotto anche "maestà" e "grazia divina" o "regale", designava una manifestazione particolare del fuoco che, sotto forma di alone luminoso, accompagnava il legittimo re coronato e, assumendo talvolta le fattezze di un uccello, fuggiva dall'usurpatore per nascondersi nel mare di Vurukasha (Caspio). Era anche la benedizione concessa dal cielo agli uomini che acquisivano in tal modo prosperità e potere. Si tratta di uno dei concetti più significativi della tradizione iranica: nessun re poteva infatti governare se era privo della gloria regale che ne legittimava il potere.