Modifica di Didone

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Come racconta Timeo, Didone in origine si chiamava Elissa, sposa di [[Sicarba]] e figlia di [[Muttone]] (o [[Belo (5)|Belo]]), re di Sidone. Quando il padre morì, lasciò il regno in parti uguali a lei e al fratello [[Pigmalione]]. Il fratello avido di potere, uccise e mantenne segreta la morte di [[Sicarba]], sacerdote del dio [[Melkart]]. Una notte Sicarba apparve in sogno alla moglie e raccontò come il fratello di lei l'aveva ucciso, allora Didone temendo di essere uccisa a sua volta, caricò tutti i suoi tesori su una nave e con la sorella [[Anna Perenna]] e un gruppo di fedeli fuggì, approdando in Africa settentrionale. Accolta benevolmente, Elissa fu dagli indigeni chiamata Didone. Le posero la condizione che poteva acquistare tanto terreno quanto ne poteva circondare una pelle di [[bue]], allora Didone la tagliò a strisce così sottili da coprire una vastissima fascia di terreno. Quindi procedette a costruire una città che chiamò Cartagine, presto la città allacciò rapporti commerciali con altri popoli e divenne molto potente. Didone così divenne un partito molto ricercato fra i principi locali, considerando che era la Sovrana di Cartagine. Ma la donna volendosi mantenere fedele al ricordo di [[Sicarba]], rifiutava tutti i pretendenti, finchè il più forte [[Iarba]] di Massitania, non le diede un ultimatum: o lei l'avrebbe sposato, o lui le avrebbe mosso guerra. Allora Didone con la scusa di fare un ultimo sacrificio funebre a [[Sicarba]], si gettò nel rogo ardente, eliminando cosi il pericolo di guerra alla città e mantenendosi fedele al marito.
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Come racconta Timeo, Didone in origine si chiamava Elissa, sposa di [[Sicarba]] e figlia di [[Muttone]] (o [[Belo (5)|Belo]]), re di Sidone. Quando il padre morì, lasciò il regno in parti uguali a lei e al fratello [[Pigmalione]]. Il fratello avido di potere, uccise e mantenne segreta la morte di [[Sicarba]], sacerdote del dio [[Melkart]]. Una notte Sicarba apparve in sogno alla moglie e raccontò come il fratello di lei l'aveva ucciso, allora Didone temendo di essere uccisa a sua volta, caricò tutti i suoi tesori su una nave e con la sorella [[Anna Perenna]] e un gruppo di fedeli fuggì, approdando in Africa settentrionale. Accolta benevolmente, Elissa fu dagli indigeni chiamata Didone. Le posero la condizione che poteva acquistare tanto terreno quanto ne poteva circondare una pelle di bue, allora Didone la tagliò a strisce così sottili da coprire una vastissima fascia di terreno. Quindi procedette a costruire una città che chiamò Cartagine, presto la città allacciò rapporti commerciali con altri popoli e divenne molto potente. Didone così divenne un partito molto ricercato fra i principi locali, considerando che era la Sovrana di Cartagine. Ma la donna volendosi mantenere fedele al ricordo di [[Sicarba]], rifiutava tutti i pretendenti, finchè il più forte [[Iarba]] di Massitania, non le diede un ultimatum: o lei l'avrebbe sposato, o lui le avrebbe mosso guerra. Allora Didone con la scusa di fare un ultimo sacrificio funebre a [[Sicarba]], si gettò nel rogo ardente, eliminando cosi il pericolo di guerra alla città e mantenendosi fedele al marito.
 
<br>Secondo [[Virgilio]] invece ella si sarebbe uccisa per amore di [[Enea]], dopo che questi, ospitato da lei dopo una tempesta, la lasciò. Dopo la morte Didone fu destinata ai [[Campi del Pianto]], dove ritrovò [[Sicarba]].
 
<br>Secondo [[Virgilio]] invece ella si sarebbe uccisa per amore di [[Enea]], dopo che questi, ospitato da lei dopo una tempesta, la lasciò. Dopo la morte Didone fu destinata ai [[Campi del Pianto]], dove ritrovò [[Sicarba]].
  

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