Modifica di Demoni Meridiani

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Roger Callois così collega i demoni meridiani alla cultura classica: ''“Coloro che si addormentano a mezzogiorno rischiano di subire, nel corso di incubi di un genere del tutto particolare, l’aggressione di esseri demoniaci, aggressione che comporta turbe fisiche e mentali ben definite. Queste turbe sono attribuite a [[Pan]] e alle [[Ninfe]] o ai loro sostituti. Se attribuite a Pan, si ha a che fare con un complesso di sensazioni e rappresentazioni che costituiscono l’incubo propriamente detto, nel senso antico del termine. Se attribuite alle Ninfe e, in epoca ellenistica, a creature che all’origine avevano già per conto loro rapporti stretti con l’ora di mezzogiorno, e che ora assumono caratteristiche simili a quelle delle Ninfe (ossia le [[Sirene]]), sembra che ci si trovi piuttosto di fronte a un altro fenomeno onirico (ονειρογμός, somnium Veneris) già definito dagli antichi e dotato di proprie ripercussioni mitologiche. I due temi sono d’altronde pressocchè paralleli, entrambi fortemente tinti di erotismo. Sono in sostanza i corrispondenti antichi delle credenze, quasi universalmente attestate, negli [[incubi]] e [[succubi]]”''.
 
Roger Callois così collega i demoni meridiani alla cultura classica: ''“Coloro che si addormentano a mezzogiorno rischiano di subire, nel corso di incubi di un genere del tutto particolare, l’aggressione di esseri demoniaci, aggressione che comporta turbe fisiche e mentali ben definite. Queste turbe sono attribuite a [[Pan]] e alle [[Ninfe]] o ai loro sostituti. Se attribuite a Pan, si ha a che fare con un complesso di sensazioni e rappresentazioni che costituiscono l’incubo propriamente detto, nel senso antico del termine. Se attribuite alle Ninfe e, in epoca ellenistica, a creature che all’origine avevano già per conto loro rapporti stretti con l’ora di mezzogiorno, e che ora assumono caratteristiche simili a quelle delle Ninfe (ossia le [[Sirene]]), sembra che ci si trovi piuttosto di fronte a un altro fenomeno onirico (ονειρογμός, somnium Veneris) già definito dagli antichi e dotato di proprie ripercussioni mitologiche. I due temi sono d’altronde pressocchè paralleli, entrambi fortemente tinti di erotismo. Sono in sostanza i corrispondenti antichi delle credenze, quasi universalmente attestate, negli [[incubi]] e [[succubi]]”''.
  
==INTERPRETAZIONE==
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==Interpretazione==
 
È chiaro che si fa riferimento ai sintomi di quella forma di depressione psichica che insorge nelle ore del mezzogiorno, a causa della monotonia e della calura meridiana, e che sembra colpisse in particolare gli anacoreti e gli eremiti dei paesi del Mediterraneo orientale. Gli autori cristiani attribuiscono al dèmone del mezzogiorno anche la spossatezza fisica, il mal di testa, gli accessi febbrili, i turbamenti e l'obnubilamento delle facoltà intellettive che colpiscono nelle ore meridiane più calde.
 
È chiaro che si fa riferimento ai sintomi di quella forma di depressione psichica che insorge nelle ore del mezzogiorno, a causa della monotonia e della calura meridiana, e che sembra colpisse in particolare gli anacoreti e gli eremiti dei paesi del Mediterraneo orientale. Gli autori cristiani attribuiscono al dèmone del mezzogiorno anche la spossatezza fisica, il mal di testa, gli accessi febbrili, i turbamenti e l'obnubilamento delle facoltà intellettive che colpiscono nelle ore meridiane più calde.
 
<br>Franz Werfel ha descritto dettagliatamente i presupposti psichici che sono alla base della credenza nel demone meridiano: «Gli antichi credevano che nelle ore soleggiate del mezzogiorno qualcosa potesse scaturire dalla natura sottoposta a tensione, qualcosa di informe e visibile, di terribile e splendido, capace di uccidere il viandante che ne veniva assalito, in un certo qual modo la visione del tutto compressa in istante».
 
<br>Franz Werfel ha descritto dettagliatamente i presupposti psichici che sono alla base della credenza nel demone meridiano: «Gli antichi credevano che nelle ore soleggiate del mezzogiorno qualcosa potesse scaturire dalla natura sottoposta a tensione, qualcosa di informe e visibile, di terribile e splendido, capace di uccidere il viandante che ne veniva assalito, in un certo qual modo la visione del tutto compressa in istante».

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