Modifica di Borametz
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A queste due versioni della leggenda corrispondono due diverse interpretazioni iconografiche: la prima da luogo ad una immagine di albero normale, con foglie e grossi frutti, dai quali fuoriescono piccoli animali; la seconda sfocia invece nell'immagine di una normale pecora, perfettamente conformata, il cui ombelico è collegato alla terra da un tronco. | A queste due versioni della leggenda corrispondono due diverse interpretazioni iconografiche: la prima da luogo ad una immagine di albero normale, con foglie e grossi frutti, dai quali fuoriescono piccoli animali; la seconda sfocia invece nell'immagine di una normale pecora, perfettamente conformata, il cui ombelico è collegato alla terra da un tronco. | ||
− | == | + | ==Interpretazione== |
Cerchiamo ora di spiegare qualche aspetto della leggenda. Dietro alla prima versione della storia è agevole dimostrare che si nasconde semplicemente il cotone. Erodoto lo descrive come una sorta di lana che cresce sugli alberi indiani a mo' di frutto; e Teofrasto dice di questi alberi che producono piccole zucche della grandezza di una mela che, quando sono a maturazione, scoppiano, lasciando uscire di batuffoli di "lana". La parola usata per definire il frutto, significa anche agnello: ecco quindi facilmente spiegato come l'albero che produce la lana (e cioè il cotone), sia diventato l'albero che produce gli agnelli. La seconda versione, è invece genuinamente di origine orientale e deriva da due leggende, opportunamente miscelate: quella ebraica dello [[Jadu'a]] e quella cinese dello [[Shui Yang Tshui]]. Quest'ultima, dietro alla quale si cela una mitificazione del mollusco produttore del bisso, ci riporta alla correlazione tra una pianta mitica a metà tra regno vegetale ed animale ed una conchiglia bivalve che già abbiamo trovato a proposito delle [[Bernacae]]. E ipotizzabile che ambedue questi miti derivino da una medesima struttura simbolica, e che siano riportabi-li ad un unico archetipo. | Cerchiamo ora di spiegare qualche aspetto della leggenda. Dietro alla prima versione della storia è agevole dimostrare che si nasconde semplicemente il cotone. Erodoto lo descrive come una sorta di lana che cresce sugli alberi indiani a mo' di frutto; e Teofrasto dice di questi alberi che producono piccole zucche della grandezza di una mela che, quando sono a maturazione, scoppiano, lasciando uscire di batuffoli di "lana". La parola usata per definire il frutto, significa anche agnello: ecco quindi facilmente spiegato come l'albero che produce la lana (e cioè il cotone), sia diventato l'albero che produce gli agnelli. La seconda versione, è invece genuinamente di origine orientale e deriva da due leggende, opportunamente miscelate: quella ebraica dello [[Jadu'a]] e quella cinese dello [[Shui Yang Tshui]]. Quest'ultima, dietro alla quale si cela una mitificazione del mollusco produttore del bisso, ci riporta alla correlazione tra una pianta mitica a metà tra regno vegetale ed animale ed una conchiglia bivalve che già abbiamo trovato a proposito delle [[Bernacae]]. E ipotizzabile che ambedue questi miti derivino da una medesima struttura simbolica, e che siano riportabi-li ad un unico archetipo. | ||