Modifica di Biblioteca:Senofonte, Anabasi, Libro IV

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26 Ogni volta che era la coda invece a subire l'attacco, Chirisofo deviava la sua marcia e, cercando di rimaner più in alto del nemico, spezzava lo sbarramento che ostacolava il passaggio della retroguardia: di volta in volta l'avanguardia e la retroguardia correvano in aiuto l'una dell'altra, sempre preoccupandosi reciprocamente della sorte dei compagni.
 
26 Ogni volta che era la coda invece a subire l'attacco, Chirisofo deviava la sua marcia e, cercando di rimaner più in alto del nemico, spezzava lo sbarramento che ostacolava il passaggio della retroguardia: di volta in volta l'avanguardia e la retroguardia correvano in aiuto l'una dell'altra, sempre preoccupandosi reciprocamente della sorte dei compagni.
 
27 Non solo durante la salita, ma anche nella discesa i barbari misero più volte i Greci alle strette: erano gente agile, tanto che riuscivano a fuggire anche se voltavano le spalle a brevissima distanza. Del resto non portavano che arco e fionda.
 
27 Non solo durante la salita, ma anche nella discesa i barbari misero più volte i Greci alle strette: erano gente agile, tanto che riuscivano a fuggire anche se voltavano le spalle a brevissima distanza. Del resto non portavano che arco e fionda.
28 Erano tra l'altro valentissimi arcieri, dotati di un arco di tre braccia circa, mentre i dardi superavano le due braccia di lunghezza. Ogni volta che scoccavano una freccia, tendevano la corda poggiando il piede sinistro sulla parte inferiore dell'arco: trapassavano scudi e corazze. I Greci, quando riuscivano a recuperare le loro frecce, le riutilizzavano come giavellotti, applicandovi una cinghia. In queste regioni si rivelò particolarmente preziosa l'opera dei [[Cretesi]], capeggiati da Stratocle cretese.
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28 Erano tra l'altro valentissimi arcieri, dotati di un arco di tre braccia circa, mentre i dardi superavano le due braccia di lunghezza. Ogni volta che scoccavano una freccia, tendevano la corda poggiando il piede sinistro sulla parte inferiore dell'arco: trapassavano scudi e corazze. I Greci, quando riuscivano a recuperare le loro frecce, le riutilizzavano come giavellotti, applicandovi una cinghia. In queste regioni si rivelò particolarmente preziosa l'opera dei Cretesi, capeggiati da Stratocle cretese.
  
 
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15 Deliberarono che Chirisofo tenesse la testa e passasse sull'altra riva con una metà dell'esercito; l'altra metà sarebbe rimasta al di qua del fiume con Senofonte, perché prima dovevano transitare i bagagli e il grosso dell'esercito.
 
15 Deliberarono che Chirisofo tenesse la testa e passasse sull'altra riva con una metà dell'esercito; l'altra metà sarebbe rimasta al di qua del fiume con Senofonte, perché prima dovevano transitare i bagagli e il grosso dell'esercito.
 
16 Quando tutto era a posto, si misero in marcia. Li guidavano i due giovani, tenendo il fiume sulla sinistra. Lo spazio da coprire fino al guado era di circa quattro stadi.
 
16 Quando tutto era a posto, si misero in marcia. Li guidavano i due giovani, tenendo il fiume sulla sinistra. Lo spazio da coprire fino al guado era di circa quattro stadi.
17 Mentre procedevano, sulla riva opposta li seguivano, parallelamente, gli squadroni della cavalleria nemica. Non appena giunsero al guado, dirimpetto alle rocce, posero a terra le armi e per primo Chirisofo stesso si cinse il capo con una [[corona]], si svestì, impugnò le armi e diede ordine ai locaghi di schierarsi in colonna, parte alla sua sinistra, parte alla sua destra.
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17 Mentre procedevano, sulla riva opposta li seguivano, parallelamente, gli squadroni della cavalleria nemica. Non appena giunsero al guado, dirimpetto alle rocce, posero a terra le armi e per primo Chirisofo stesso si cinse il capo con una corona, si svestì, impugnò le armi e diede ordine ai locaghi di schierarsi in colonna, parte alla sua sinistra, parte alla sua destra.
 
18 Gli indovini sgozzarono le vittime proprio nelle acque del fiume: i nemici cominciarono a scaricare una gragnuola di dardi e proiettili, ma non erano ancora a tiro.
 
18 Gli indovini sgozzarono le vittime proprio nelle acque del fiume: i nemici cominciarono a scaricare una gragnuola di dardi e proiettili, ma non erano ancora a tiro.
 
19 Quando le vittime diedero auspici favorevoli, tutti i soldati intonarono il peana e levarono il grido di guerra. Anche le donne lanciarono un urlo altissimo, tutte quante: c'erano molte prostitute al séguito dell'esercito.
 
19 Quando le vittime diedero auspici favorevoli, tutti i soldati intonarono il peana e levarono il grido di guerra. Anche le donne lanciarono un urlo altissimo, tutte quante: c'erano molte prostitute al séguito dell'esercito.
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15 Di notte,
 
15 Di notte,
 
quindi, mandarono alcuni uomini, guidati da Democrate di Temno, a perlustrare i monti, dove i soldati allontanatisi dal campo avevano detto di aver avvistato i fuochi. Egli infatti già in passato era parso sempre attendibile: se diceva che c'era una cosa, c'era; se diceva che non c'era, non c'era.
 
quindi, mandarono alcuni uomini, guidati da Democrate di Temno, a perlustrare i monti, dove i soldati allontanatisi dal campo avevano detto di aver avvistato i fuochi. Egli infatti già in passato era parso sempre attendibile: se diceva che c'era una cosa, c'era; se diceva che non c'era, non c'era.
16 Al suo ritorno disse di non aver visto nessun fuoco, ma condusse con sé un prigioniero che portava un arco persiano, una faretra e un'ascia di foggia uguale a quelle delle [[Amazzoni]].
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16 Al suo ritorno disse di non aver visto nessun fuoco, ma condusse con sé un prigioniero che portava un arco persiano, una faretra e un'ascia di foggia uguale a quelle delle Amazzoni.
 
17 Gli chiesero di dove fosse; rispose che era persiano e che si era spinto lontano dal campo di Tiribazo in cerca di viveri. Gli domandarono quale fosse la consistenza del loro esercito e a quale scopo l'avessero radunato.
 
17 Gli chiesero di dove fosse; rispose che era persiano e che si era spinto lontano dal campo di Tiribazo in cerca di viveri. Gli domandarono quale fosse la consistenza del loro esercito e a quale scopo l'avessero radunato.
 
18 Rispose che Tiribazo aveva con sé i propri effettivi e truppe mercenarie, Calibi e Taochil: si teneva pronto per un agguato ai Greci durante il valico del monte. C'era un passaggio obbligato tra le gole montane: avrebbe teso lì la trappola.
 
18 Rispose che Tiribazo aveva con sé i propri effettivi e truppe mercenarie, Calibi e Taochil: si teneva pronto per un agguato ai Greci durante il valico del monte. C'era un passaggio obbligato tra le gole montane: avrebbe teso lì la trappola.
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3 Quindi procedono nella neve alta, in pianura, per cinque parasanghe in tre tappe. L'ultima fu dura: un vento di tramontana soffiava contrario, bruciando completamente la vegetazione e intirizzendo gli uomini.
 
3 Quindi procedono nella neve alta, in pianura, per cinque parasanghe in tre tappe. L'ultima fu dura: un vento di tramontana soffiava contrario, bruciando completamente la vegetazione e intirizzendo gli uomini.
 
4 Un indovino allora suggerì di immolare vittime in onore del vento, e così fecero: tutti ebbero modo di constatare che l'intensità delle raffiche scemò. La neve era alta un'orgia: molti animali e schiavi persero la vita e anche una trentina di soldati.
 
4 Un indovino allora suggerì di immolare vittime in onore del vento, e così fecero: tutti ebbero modo di constatare che l'intensità delle raffiche scemò. La neve era alta un'orgia: molti animali e schiavi persero la vita e anche una trentina di soldati.
5 Passarono la notte a bruciar legna: nella zona in cui avevano fatto tappa ce n'era molta, ma chi giungeva per ultimo non ne aveva più a disposizione. I primi arrivati, attorno ai falò, impedivano ai ritardatari di accostarsi al fuoco, se non in cambio di [[grano]] o di qualsiasi altro genere commestibile.
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5 Passarono la notte a bruciar legna: nella zona in cui avevano fatto tappa ce n'era molta, ma chi giungeva per ultimo non ne aveva più a disposizione. I primi arrivati, attorno ai falò, impedivano ai ritardatari di accostarsi al fuoco, se non in cambio di grano o di qualsiasi altro genere commestibile.
 
6 Allora barattarono quel poco che ciascuno aveva. Dove veniva acceso il fuoco, la neve si scioglieva e si formavano buche profonde fino alla superficie del terreno: così era possibile misurare l'altezza della neve.
 
6 Allora barattarono quel poco che ciascuno aveva. Dove veniva acceso il fuoco, la neve si scioglieva e si formavano buche profonde fino alla superficie del terreno: così era possibile misurare l'altezza della neve.
 
7 L'indomani, per l'intera giornata, marciarono nella neve e molti caddero in preda alla bulimia. Senofonte, che era in retroguardia, si imbatteva nella gente crollata a terra, ma non riusciva a capire la causa del loro male.
 
7 L'indomani, per l'intera giornata, marciarono nella neve e molti caddero in preda alla bulimia. Senofonte, che era in retroguardia, si imbatteva nella gente crollata a terra, ma non riusciva a capire la causa del loro male.
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24 Allora Policrate, un locago ateniese, chiese che lo si lasciasse partire immediatamente: prese con sé le truppe armate alla leggera, si precipitò verso il villaggio toccato in sorte a Senofonte e catturò tutti gli abitanti che vi si trovavano, compreso il capo, con diciassette cavalli allevati come tributo per il re, nonché la figlia del capo, sposa da otto giorni: il marito era via, a caccia di lepri, per cui non fu fatto prigioniero nel villaggio..34
 
24 Allora Policrate, un locago ateniese, chiese che lo si lasciasse partire immediatamente: prese con sé le truppe armate alla leggera, si precipitò verso il villaggio toccato in sorte a Senofonte e catturò tutti gli abitanti che vi si trovavano, compreso il capo, con diciassette cavalli allevati come tributo per il re, nonché la figlia del capo, sposa da otto giorni: il marito era via, a caccia di lepri, per cui non fu fatto prigioniero nel villaggio..34
 
25 Le case erano sotto terra. L'ingresso somigliava alla bocca di un pozzo, ma in basso erano spaziose. L'entrata per gli animali era costituita da gallerie scavate, mentre le persone si calavano giù mediante scale. Nelle case vivevano capre, pecore, buoi e volatili con i rispettivi piccoli. Tutti questi animali erano nutriti là dentro con erba secca.
 
25 Le case erano sotto terra. L'ingresso somigliava alla bocca di un pozzo, ma in basso erano spaziose. L'entrata per gli animali era costituita da gallerie scavate, mentre le persone si calavano giù mediante scale. Nelle case vivevano capre, pecore, buoi e volatili con i rispettivi piccoli. Tutti questi animali erano nutriti là dentro con erba secca.
26 C'erano anche [[grano]], orzo, legumi, vino d'orzo in recipienti, sulla cui superficie galleggiavano chicchi d'orzo: vi erano immerse delle canne, grandi e piccole, dal fusto privo di nodi.
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26 C'erano anche grano, orzo, legumi, vino d'orzo in recipienti, sulla cui superficie galleggiavano chicchi d'orzo: vi erano immerse delle canne, grandi e piccole, dal fusto privo di nodi.
 
27 Quando qualcuno aveva sete, bastava ne prendesse una in bocca e succhiasse. Era vino purissimo, troppo forte se non lo si mescolava all'acqua, ma, se ci si faceva la bocca, era una bevanda gradevole.
 
27 Quando qualcuno aveva sete, bastava ne prendesse una in bocca e succhiasse. Era vino purissimo, troppo forte se non lo si mescolava all'acqua, ma, se ci si faceva la bocca, era una bevanda gradevole.
 
28 Senofonte invitò come commensale il capo del villaggio e gli fece coraggio, garantendogli che non lo avrebbero privato dei figli e che, al momento della partenza, gli avrebbero riempito di nuovo la casa di viveri, se si fosse comportato bene con l'esercito, facendo da guida fino al loro arrivo a un altro popolo.
 
28 Senofonte invitò come commensale il capo del villaggio e gli fece coraggio, garantendogli che non lo avrebbero privato dei figli e che, al momento della partenza, gli avrebbero riempito di nuovo la casa di viveri, se si fosse comportato bene con l'esercito, facendo da guida fino al loro arrivo a un altro popolo.
 
29 Il capo del villaggio promise di sì e, in segno di amicizia, indicò il punto in cui aveva sotterrato del vino. Per la notte si attendarono in ordine sparso e tutti i soldati dormirono tra beni a profusione, sorvegliando a vista il capo del villaggio e pure i suoi figli.
 
29 Il capo del villaggio promise di sì e, in segno di amicizia, indicò il punto in cui aveva sotterrato del vino. Per la notte si attendarono in ordine sparso e tutti i soldati dormirono tra beni a profusione, sorvegliando a vista il capo del villaggio e pure i suoi figli.
 
30 Allo spuntar del giorno, Senofonte prese con sé il capo e lo portò da Chirisofo. In qualsiasi villaggio passasse, ispezionava i soldati, trovandoli ovunque ben pasciuti e con il morale alto: non lasciavano mai andar via Senofonte e i suoi senza aver offerto loro il pranzo.
 
30 Allo spuntar del giorno, Senofonte prese con sé il capo e lo portò da Chirisofo. In qualsiasi villaggio passasse, ispezionava i soldati, trovandoli ovunque ben pasciuti e con il morale alto: non lasciavano mai andar via Senofonte e i suoi senza aver offerto loro il pranzo.
31 E non c'era volta che, alla stessa mensa, non imbandissero carne di agnello, capretto, maiale, vitello, pollo, con pani di [[grano]] o d'orzo a volontà. 32 Ogni volta che si voleva brindare in onore di qualcuno, in segno d'amicizia, lo si trascinava al cratere, sul quale bisognava curvarsi e bere lappando, come i buoi. Al capo del villaggio concessero di portar via quel che voleva, ma lui non accettò nulla, se non un privilegio: dove vedeva un suo parente, di volta in volta lo prendeva con sé.
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31 E non c'era volta che, alla stessa mensa, non imbandissero carne di agnello, capretto, maiale, vitello, pollo, con pani di grano o d'orzo a volontà. 32 Ogni volta che si voleva brindare in onore di qualcuno, in segno d'amicizia, lo si trascinava al cratere, sul quale bisognava curvarsi e bere lappando, come i buoi. Al capo del villaggio concessero di portar via quel che voleva, ma lui non accettò nulla, se non un privilegio: dove vedeva un suo parente, di volta in volta lo prendeva con sé.
 
33 Giunti che furono da Chirisofo, trovarono che anche gli uomini lì attendati si erano cinti il capo con corone di fieno secco: li servivano giovinetti armeni, abbigliati in foggia barbarica, ai quali i soldati impartivano ordini a gesti, come con i sordomuti.
 
33 Giunti che furono da Chirisofo, trovarono che anche gli uomini lì attendati si erano cinti il capo con corone di fieno secco: li servivano giovinetti armeni, abbigliati in foggia barbarica, ai quali i soldati impartivano ordini a gesti, come con i sordomuti.
 
34 Dopo essersi salutati con affetto, Chirisofo e Senofonte, mediante un interprete che parlava persiano, interrogarono insieme il capo del villaggio, chiedendo che paese fosse. "L'Armenia", rispose. Domandarono allora per chi allevassero i cavalli che avevano visto. Disse che erano per i tributi al re. E proseguì spiegando che le terre confinanti erano dei Calibi, mostrando dove fosse la strada.
 
34 Dopo essersi salutati con affetto, Chirisofo e Senofonte, mediante un interprete che parlava persiano, interrogarono insieme il capo del villaggio, chiedendo che paese fosse. "L'Armenia", rispose. Domandarono allora per chi allevassero i cavalli che avevano visto. Disse che erano per i tributi al re. E proseguì spiegando che le terre confinanti erano dei Calibi, mostrando dove fosse la strada.
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2 In testa, tra la neve, procedeva il capo, libero da catene. Si era già nel corso della terza tappa, quando Chirisofo montò su tutte le furie perché non li aveva ancora portati in qualche villaggio. Ma l'altro rispose che nella zona non ce n'erano. Allora Chirisofo lo malmenò, ma non lo fece incatenare.
 
2 In testa, tra la neve, procedeva il capo, libero da catene. Si era già nel corso della terza tappa, quando Chirisofo montò su tutte le furie perché non li aveva ancora portati in qualche villaggio. Ma l'altro rispose che nella zona non ce n'erano. Allora Chirisofo lo malmenò, ma non lo fece incatenare.
 
3 Perciò il capo del villaggio durante la notte fuggì, abbandonando il figlio. Nel corso di tutto il viaggio, l'unico motivo di screzio tra Chirisofo e Senofonte fu proprio questo: il maltrattamento della guida e la trascuratezza nel sorvegliarla. Epistene comunque si innamorò del ragazzo, lo portò con sé in Grecia, dove lo tenne sempre al suo fianco come la persona a lui più fedele.
 
3 Perciò il capo del villaggio durante la notte fuggì, abbandonando il figlio. Nel corso di tutto il viaggio, l'unico motivo di screzio tra Chirisofo e Senofonte fu proprio questo: il maltrattamento della guida e la trascuratezza nel sorvegliarla. Epistene comunque si innamorò del ragazzo, lo portò con sé in Grecia, dove lo tenne sempre al suo fianco come la persona a lui più fedele.
4 Dopo percorsero sette tappe per cinque parasanghe al giorno fin oltre il [[Fasi]], un fiume largo un pletro.
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4 Dopo percorsero sette tappe per cinque parasanghe al giorno fin oltre il Fasi, un fiume largo un pletro.
5 Poi, in due tappe, proseguirono per dieci parasanghe. Sul valico che portava alla pianura, la via era sbarrata da Calibi, Taochi e [[Fasi]]ani.
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5 Poi, in due tappe, proseguirono per dieci parasanghe. Sul valico che portava alla pianura, la via era sbarrata da Calibi, Taochi e Fasiani.
 
6 Chirisofo, non appena intravide i nemici in cima al passo, si fermò a una distanza di circa trenta stadi, per non avvicinarsi in colonna agli avversari. A tutti i locaghi trasmise l'ordine di portare in avanti i rispettivi reparti per formare la falange.
 
6 Chirisofo, non appena intravide i nemici in cima al passo, si fermò a una distanza di circa trenta stadi, per non avvicinarsi in colonna agli avversari. A tutti i locaghi trasmise l'ordine di portare in avanti i rispettivi reparti per formare la falange.
 
7 Quando giunse la retroguardia, chiamò a rapporto strateghi e locaghi e disse: "I nemici, come vedete, tengono sotto controllo i passi del monte: è il momento di decidere il piano migliore per lo scontro.
 
7 Quando giunse la retroguardia, chiamò a rapporto strateghi e locaghi e disse: "I nemici, come vedete, tengono sotto controllo i passi del monte: è il momento di decidere il piano migliore per lo scontro.
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14 Ma cosa potrei aggiungere io sulla destrezza? Mi è giunto alle orecchie, Chirisofo, che voi Spartani, quanti appartenete alla classe dei Pari, fin da bambini vi esercitate al furto e non è motivo di vergogna, ma di vanto, rubare ciò che la legge non vieta.
 
14 Ma cosa potrei aggiungere io sulla destrezza? Mi è giunto alle orecchie, Chirisofo, che voi Spartani, quanti appartenete alla classe dei Pari, fin da bambini vi esercitate al furto e non è motivo di vergogna, ma di vanto, rubare ciò che la legge non vieta.
 
15 E per abituarvi ad agire con la massima abilità e a passare inosservati, la vostra legge, se siete sorpresi con le mani nel sacco, prevede la frusta. Adesso è il momento di darci un saggio di quello che hai imparato da bambino e di fare in modo che non ci sorprendano mentre ci impossessiamo del monte, così non prenderemo delle frustate!".
 
15 E per abituarvi ad agire con la massima abilità e a passare inosservati, la vostra legge, se siete sorpresi con le mani nel sacco, prevede la frusta. Adesso è il momento di darci un saggio di quello che hai imparato da bambino e di fare in modo che non ci sorprendano mentre ci impossessiamo del monte, così non prenderemo delle frustate!".
16 "A dire il vero", replicò Chirisofo, "anche a me è giunta voce che gli [[Ateniesi]] sono tremendi nell'arte di rubare il denaro pubblico, anche se tremenda è pure la pena per il ladro. E primi tra tutti lo sono i potenti, se è vero che da voi i più potenti sono stimati degni del comando. Perciò è venuto anche per te il momento di darci un saggio di quello che tu hai imparato da bambino".
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16 "A dire il vero", replicò Chirisofo, "anche a me è giunta voce che gli Ateniesi sono tremendi nell'arte di rubare il denaro pubblico, anche se tremenda è pure la pena per il ladro. E primi tra tutti lo sono i potenti, se è vero che da voi i più potenti sono stimati degni del comando. Perciò è venuto anche per te il momento di darci un saggio di quello che tu hai imparato da bambino".
 
17 "Sono pronto a muovermi", ribatté Senofonte, "con la retroguardia, dopo il rancio, per prendere il controllo del monte. Ho anche delle guide: in un'imboscata infatti i gimneti hanno catturato dei predoni che ci seguivano. Da loro ho saputo che il monte non è impraticabile, anzi vi pascolano capre e buoi. Una volta che riusciremo a prendere un punto del monte, potranno passare anche le bestie da soma.
 
17 "Sono pronto a muovermi", ribatté Senofonte, "con la retroguardia, dopo il rancio, per prendere il controllo del monte. Ho anche delle guide: in un'imboscata infatti i gimneti hanno catturato dei predoni che ci seguivano. Da loro ho saputo che il monte non è impraticabile, anzi vi pascolano capre e buoi. Una volta che riusciremo a prendere un punto del monte, potranno passare anche le bestie da soma.
 
18 Tra l'altro, mi aspetto che i nemici non tengano più le loro posizioni, quando ci vedranno sulle cime, in condizioni di parità: neanche adesso sono disposti ad attaccarci dall'alto e a scendere dove ora siamo".
 
18 Tra l'altro, mi aspetto che i nemici non tengano più le loro posizioni, quando ci vedranno sulle cime, in condizioni di parità: neanche adesso sono disposti ad attaccarci dall'alto e a scendere dove ora siamo".
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2 In alto, sulla loro destra, si estendeva una zona quanto mai impervia; sulla sinistra scorreva un altro fiume - che dovevano attraversare - nel quale si gettava il precedente corso d'acqua. Le sue sponde erano folte di alberi, non grossi ma fitti. Non appena vi giunsero, i Greci cominciarono ad abbatterli, per la smania di lasciarsi alle spalle quel luogo al più presto.
 
2 In alto, sulla loro destra, si estendeva una zona quanto mai impervia; sulla sinistra scorreva un altro fiume - che dovevano attraversare - nel quale si gettava il precedente corso d'acqua. Le sue sponde erano folte di alberi, non grossi ma fitti. Non appena vi giunsero, i Greci cominciarono ad abbatterli, per la smania di lasciarsi alle spalle quel luogo al più presto.
 
3 I Macroni, armati di scudi di vimini e lance,.37 con vesti di crine, erano schierati sulla riva opposta, si esortavano vicendevolmente e scagliavano pietre, che comunque cadevano in acqua senza procurare danni ai Greci, perché non si era a distanza di tiro.
 
3 I Macroni, armati di scudi di vimini e lance,.37 con vesti di crine, erano schierati sulla riva opposta, si esortavano vicendevolmente e scagliavano pietre, che comunque cadevano in acqua senza procurare danni ai Greci, perché non si era a distanza di tiro.
4 A quel punto si avvicinò a Senofonte un uomo che diceva di essere stato schiavo ad [[Atene]] e asseriva di conoscere la lingua di quella gente. "Credo", proseguiva, "che si tratti della mia patria. Se non hai niente in contrario, vorrei parlare con loro". "Certo che non ho nulla in contrario", rispose Senofonte, "parla pure e chiedi prima di tutto chi sono".
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4 A quel punto si avvicinò a Senofonte un uomo che diceva di essere stato schiavo ad Atene e asseriva di conoscere la lingua di quella gente. "Credo", proseguiva, "che si tratti della mia patria. Se non hai niente in contrario, vorrei parlare con loro". "Certo che non ho nulla in contrario", rispose Senofonte, "parla pure e chiedi prima di tutto chi sono".
 
5 Alla domanda risposero: "Macroni". "Chiedi allora", continuò Senofonte, "perché ci affrontano e che vantaggio traggono dall'esserci nemici".
 
5 Alla domanda risposero: "Macroni". "Chiedi allora", continuò Senofonte, "perché ci affrontano e che vantaggio traggono dall'esserci nemici".
 
6 Replica: "Siete stati voi a invadere le nostre terre". Gli strateghi ordinarono al soldato di spiegare che non avevano affatto intenzioni ostili: "Abbiamo combattuto contro il re, ce ne torniamo in Grecia, vogliamo raggiungere il mare".
 
6 Replica: "Siete stati voi a invadere le nostre terre". Gli strateghi ordinarono al soldato di spiegare che non avevano affatto intenzioni ostili: "Abbiamo combattuto contro il re, ce ne torniamo in Grecia, vogliamo raggiungere il mare".
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16 Quindi gli strateghi trasmisero lungo la linea l'ordine di far voto agli dèi di un sacrificio: dopo la preghiera e il peana, mossero. Chirisofo e Senofonte con i loro peltasti avanzarono tenendosi all'esterno del fronte nemico.
 
16 Quindi gli strateghi trasmisero lungo la linea l'ordine di far voto agli dèi di un sacrificio: dopo la preghiera e il peana, mossero. Chirisofo e Senofonte con i loro peltasti avanzarono tenendosi all'esterno del fronte nemico.
 
17 Gli avversari, come li videro, presero a correre contro i Greci, parte contro l'ala destra, parte contro l'ala sinistra, spaccando così la propria linea e lasciando al centro un gran vuoto.
 
17 Gli avversari, come li videro, presero a correre contro i Greci, parte contro l'ala destra, parte contro l'ala sinistra, spaccando così la propria linea e lasciando al centro un gran vuoto.
18 I peltasti del contingente arcade, guidati da Eschine d'[[Acarnania]], pensarono che il nemico voltasse le spalle, per cui si misero a correre tra alte grida. Per primi occupano il monte. Sùbito dietro veniva anche il reparto degli opliti arcadi, agli ordini di Cleanore d'Orcomeno.
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18 I peltasti del contingente arcade, guidati da Eschine d'Acarnania, pensarono che il nemico voltasse le spalle, per cui si misero a correre tra alte grida. Per primi occupano il monte. Sùbito dietro veniva anche il reparto degli opliti arcadi, agli ordini di Cleanore d'Orcomeno.
 
19 I nemici, come cominciarono a correre non si fermarono più, ma, sparsi, fuggirono. I Greci, superata la vetta, si accamparono in molti villaggi che avevano viveri in abbondanza.
 
19 I nemici, come cominciarono a correre non si fermarono più, ma, sparsi, fuggirono. I Greci, superata la vetta, si accamparono in molti villaggi che avevano viveri in abbondanza.
 
20 Per il resto non si verificò nulla di singolare, se non in un caso: nella zona c'erano parecchi sciami d'api, e i soldati che ne mangiavano il miele perdevano tutti la ragione, vomitavano, soffrivano di diarrea, non riuscivano a reggersi in piedi. Chi lo aveva solo assaggiato, somigliava a un ubriaco fradicio; chi invece se ne era rimpinzato, sembrava pazzo o addirittura in punto di morte.
 
20 Per il resto non si verificò nulla di singolare, se non in un caso: nella zona c'erano parecchi sciami d'api, e i soldati che ne mangiavano il miele perdevano tutti la ragione, vomitavano, soffrivano di diarrea, non riuscivano a reggersi in piedi. Chi lo aveva solo assaggiato, somigliava a un ubriaco fradicio; chi invece se ne era rimpinzato, sembrava pazzo o addirittura in punto di morte.
 
21 Così molti giacevano a terra, quasi che l'esercito avesse subìto una sconfitta: grande era lo scoramento. Ma il giorno successivo non era morto nessuno e, più o meno alla stessa ora, ripresero i sensi. Il terzo o il quarto giorno erano già in piedi, come se si fosse trattato di un'intossicazione.
 
21 Così molti giacevano a terra, quasi che l'esercito avesse subìto una sconfitta: grande era lo scoramento. Ma il giorno successivo non era morto nessuno e, più o meno alla stessa ora, ripresero i sensi. Il terzo o il quarto giorno erano già in piedi, come se si fosse trattato di un'intossicazione.
22 Da qui percorsero, in due tappe, sette parasanghe e giunsero al mare, a Trapezunte, una popolosa città greca sul [[Ponto]] Eusino, colonia di Sinope nella terra dei Colchi. Vi rimasero una trentina di giorni, alloggiati nei villaggi dei Colchi.
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22 Da qui percorsero, in due tappe, sette parasanghe e giunsero al mare, a Trapezunte, una popolosa città greca sul Ponto Eusino, colonia di Sinope nella terra dei Colchi. Vi rimasero una trentina di giorni, alloggiati nei villaggi dei Colchi.
23 Da qui, con rapide puntate, razziavano la [[Colchide]]. La popolazione stessa di Trapezunte aprì il suo mercato all'esercito e accolse i Greci con i doni ospitali: buoi, farina, vino.
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23 Da qui, con rapide puntate, razziavano la Colchide. La popolazione stessa di Trapezunte aprì il suo mercato all'esercito e accolse i Greci con i doni ospitali: buoi, farina, vino.
 
24 I Greci ebbero contatti anche con i Colchi più vicini, soprattutto con le genti che abitavano in pianura: anche da loro ricevettero buoi come segno di ospitalità.
 
24 I Greci ebbero contatti anche con i Colchi più vicini, soprattutto con le genti che abitavano in pianura: anche da loro ricevettero buoi come segno di ospitalità.
25 Dopo di che, si prepararono a celebrare il sacrificio promesso: erano arrivati buoi in numero sufficiente per una cerimonia di ringraziamento in onore di [[Zeus]] Salvatore, di [[Eracle]] che li aveva condotti in salvo e delle altre divinità alle quali avevano fatto voto. Istituirono anche un agone ginnico sul monte su cui avevano piantato le tende. Per.38 preparare il campo di corsa e sovrintendere ai giochi scelsero Dracontio, uno spartiata, esule fin da ragazzo perché aveva ucciso involontariamente un coetaneo con un colpo di falcetto.
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25 Dopo di che, si prepararono a celebrare il sacrificio promesso: erano arrivati buoi in numero sufficiente per una cerimonia di ringraziamento in onore di [[Zeus]] Salvatore, di Eracle che li aveva condotti in salvo e delle altre divinità alle quali avevano fatto voto. Istituirono anche un agone ginnico sul monte su cui avevano piantato le tende. Per.38 preparare il campo di corsa e sovrintendere ai giochi scelsero Dracontio, uno spartiata, esule fin da ragazzo perché aveva ucciso involontariamente un coetaneo con un colpo di falcetto.
 
26 Terminato il rito, consegnarono a Dracontio le pelli delle vittime e lo invitarono a guidare tutti alla pista tracciata, lungo la quale si doveva svolgere la corsa. Ma Dracontio mostrò il luogo stesso in cui si trovavano. "Questo colle", disse, "è perfetto per correre, qualsiasi direzione si voglia prendere". "Ma come si potrà gareggiare nella lotta", domandarono gli altri, "su un terreno così duro e pieno di sterpi?". Ribatte: "Peggio per chi cadrà".
 
26 Terminato il rito, consegnarono a Dracontio le pelli delle vittime e lo invitarono a guidare tutti alla pista tracciata, lungo la quale si doveva svolgere la corsa. Ma Dracontio mostrò il luogo stesso in cui si trovavano. "Questo colle", disse, "è perfetto per correre, qualsiasi direzione si voglia prendere". "Ma come si potrà gareggiare nella lotta", domandarono gli altri, "su un terreno così duro e pieno di sterpi?". Ribatte: "Peggio per chi cadrà".
27 I ragazzi - per la maggior parte prigionieri - si cimentarono nella corsa sulla distanza di un stadio, sessanta [[Cretesi]] o più gareggiarono nel dolico, altri preferirono la lotta, il pugilato, il pancrazio. Fu un bello spettacolo: molti infatti scesero in campo e, siccome gli spettatori erano i compagni, sorse una grande emulazione.
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27 I ragazzi - per la maggior parte prigionieri - si cimentarono nella corsa sulla distanza di un stadio, sessanta Cretesi o più gareggiarono nel dolico, altri preferirono la lotta, il pugilato, il pancrazio. Fu un bello spettacolo: molti infatti scesero in campo e, siccome gli spettatori erano i compagni, sorse una grande emulazione.
 
28 Non mancò la corsa dei cavalli: bisognava lanciarli al galoppo giù per la china, arrivare al mare e quindi ritornare fino all'altare. Durante la discesa molti non fecero che ruzzolare; al ritorno invece, dato il pendio ripidissimo, i cavalli non riuscivano neppure a salire al passo, tra grida, risate, incitamenti.
 
28 Non mancò la corsa dei cavalli: bisognava lanciarli al galoppo giù per la china, arrivare al mare e quindi ritornare fino all'altare. Durante la discesa molti non fecero che ruzzolare; al ritorno invece, dato il pendio ripidissimo, i cavalli non riuscivano neppure a salire al passo, tra grida, risate, incitamenti.
 
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[[Categoria:Bibliografia]]
 
[[Categoria:Fonti Antiche]]
 

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