Modifica di Biblioteca:Seneca, Tieste
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OMBRA DI TANTALO | OMBRA DI TANTALO | ||
− | Chi mi strappa al regno dei morti dove inseguo, con avida bocca, i cibi che mi sfuggono? Quale dio fa rivedere a Tantalo la reggia che vide per sua maledizione? Si è trovato qualcosa di peggio della sete che mi brucia in mezzo all'acqua, della fame che mi spalanca la bocca? Sta per piombarmi sulle spalle il masso cadente di [[Sisifo]]? Mi minaccia la ruota che fa vorticare le membra di [[Issione]]? O la pena di [[Tizio]], che da un largo squarcio nutre delle sue viscere gli uccelli neri che gliele strappano e, di notte riacquistando ciò che perde di giorno, offre un pasto sempre lauto a mostri che sempre si succedono? A quale strazio sono destinato? o crudele signore delle ombre, chiunque tu sia, che decreti nuovi supplizi ai dannati, se i supplizi possono farsi più crudeli, trova tu qualcosa che faccia orrore anche al custode del carcere eterno, che incuta terrore anche al tetro | + | Chi mi strappa al regno dei morti dove inseguo, con avida bocca, i cibi che mi sfuggono? Quale dio fa rivedere a Tantalo la reggia che vide per sua maledizione? Si è trovato qualcosa di peggio della sete che mi brucia in mezzo all'acqua, della fame che mi spalanca la bocca? Sta per piombarmi sulle spalle il masso cadente di [[Sisifo]]? Mi minaccia la ruota che fa vorticare le membra di [[Issione]]? O la pena di [[Tizio]], che da un largo squarcio nutre delle sue viscere gli uccelli neri che gliele strappano e, di notte riacquistando ciò che perde di giorno, offre un pasto sempre lauto a mostri che sempre si succedono? A quale strazio sono destinato? o crudele signore delle ombre, chiunque tu sia, che decreti nuovi supplizi ai dannati, se i supplizi possono farsi più crudeli, trova tu qualcosa che faccia orrore anche al custode del carcere eterno, che incuta terrore anche al tetro Acheronte, della cui paura io stesso debba tremare. Dal mio sangue è nata una razza che supererà la sua ascendenza, farà ch'io sembri un innocente, oserà ciò che non fu mai osato. Se ci sono, nell'empia dimora, posti vuoti, io, io li riempirò. Finché durerà la razza di [[Pelope (1)|Pelope]], non resterà senza lavoro [[Minosse]]. |
LA FURIA | LA FURIA | ||
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TIESTE | TIESTE | ||
− | Riconosco il fratello. Terra, ma tu puoi sopportarlo, il peso di questo delitto? Non ti squarci per sprofondare te e noi nell'infernale Stige? Non li travolgi, in quel grande squarcio verso la vertigine del caos, questo regno e il suo re? Non la sradichi dal suolo, Micene, non la capovolgi tutta? Tu ed io dovremmo già essere da Tantalo. Ma se un posto c'è sotto il [[Tartaro]] e i nostri avi, ebbene, spalancalo per noi, mandaci in quella landa sconfinata, sotterraci laggiù, coprendoci con tutto l' | + | Riconosco il fratello. Terra, ma tu puoi sopportarlo, il peso di questo delitto? Non ti squarci per sprofondare te e noi nell'infernale Stige? Non li travolgi, in quel grande squarcio verso la vertigine del caos, questo regno e il suo re? Non la sradichi dal suolo, Micene, non la capovolgi tutta? Tu ed io dovremmo già essere da Tantalo. Ma se un posto c'è sotto il [[Tartaro]] e i nostri avi, ebbene, spalancalo per noi, mandaci in quella landa sconfinata, sotterraci laggiù, coprendoci con tutto l'Acheronte. Vaghino sul nostro capo le anime condannate, scorra sul nostro esilio il fuoco del Flegetonte col suo flutto rovente spingendo sabbie bruciate... Non ti muovi, terra? Perché rimani come un peso morto? Gli dèi sono fuggiti. |
ATREO (Gettandogli i resti dei suoi figli) | ATREO (Gettandogli i resti dei suoi figli) |