Differenze tra le versioni di "Biblioteca:Pindaro, Olimpiche, XI"
m (Sostituzione testo - 'Ninfe' con 'Ninfe') |
|||
Riga 30: | Riga 30: | ||
può mai, né rugghiante leone. | può mai, né rugghiante leone. | ||
</poem> | </poem> | ||
+ | |||
+ | |||
+ | [[Categoria:Bibliografia]] | ||
+ | [[Categoria:Fonti Antiche]] |
Versione delle 17:47, 10 ago 2022
PER AGESIDAMO D! LOCRI EPIZEFIRIA VINCITORE NEL PUGILATO I RA FANCIULLI IN OLIMPIA
Strofe
Spesso utilissimi sono per gli uomini i venti;
spesso le pluvie Ninfe del cielo,
figlie di nuvole;
ma se talun con travaglio compie opere egregie, conviene
ch’ inni risuonino melliflui, principio
dei posteri vanti, e segnacoli fedeli dell’alte virtudi.
Antistrofe
Oltre ogni invidia fruisce chi vinse in Olimpia
tale compenso; e lo vuole il mio labbro
cupido pascere.
Dono è del Nume, se un uomo fiorisce per savio consiglio.
Sappilo, o figlio d’Archestrato, adesso
mercè del trionfo che avesti nel pugile giuoco, o Agesidamo,
Epodo
celebrerò nel mio canto soave
l’aureo fregio d’olivo,
volta la mente ai Locresi
d’Epizefiria. Qui, Muse, a banchetto
venite: ben io v’assicuro:
gente né d’ospiti ignara
né di finezze, ma saggia, ma prode alla guerra
qui troverete: che l’indole innata
mutare, né fulvida volpe
può mai, né rugghiante leone.