Modifica di Biblioteca:Navigazione di San Brandano, Capitolo 8

Attenzione: non hai effettuato l'accesso. Se effettuerai delle modifiche il tuo indirizzo IP sarà visibile pubblicamente. Se accedi o crei un'utenza, le tue modifiche saranno attribuite al tuo nome utente, insieme ad altri benefici.

Questa modifica può essere annullata. Controlla le differenze mostrate sotto fra le due versioni per essere certo che il contenuto corrisponda a quanto desiderato, e quindi salvare le modifiche per completare la procedura di annullamento.
Versione attuale Il tuo testo
Riga 3: Riga 3:
 
E veggendo da presso un'altra isola che era quasi alla metà di quella donde venivano, che era contro occidente, ed era congiunta [c]on quella quasi per uno miglio, ed era grande, e piena d'erbe e d'alberi e di fiori, e' cominciano a volere pigliare porto, e andavano pure a torno, e [na]vicando inverso mezzodì dalla detta isola [e' tr]uova un rivo d'acqua dolce che dismontava in [m]are, e giunto al porto e' affermano la nave e dismontano in terra. E San Brandano comanda ch[e] traessono la nave più a terra che potessono su per lo fiumicello, el quale era poco più largo che lla nave, e la trassono un miglio, e ll'abate rimase solo in nave, e in capo di questo fiume era una fontana onde usciva questa acqua. San Brandano disse: "Vedete che 'l nostro Signore ci à mandati in questo luogo a stare per fare la Pasqua e la festa de la surrezione". E poi disse: "Frati miei, se noi non avessimo altra vivanda che questa acqua di questo fiume sì sarebbe sufficiente per mangiare e per bere, tanta bontà è in lei". E sopra questa fontana si era uno alber[o] molto grande ed era istorto e non era molto alto da terra ed era tutto coperto d'uccelli bianchi ed eravene tanti ch'e' rami e le fogli' erano tutte caricate. E veggendo San Brandano questa cosa, comincia infra se medesimo a dire che cosa era questa e per che cagione erano cotanti. E così pensando e' si geta in terra in orazione divotamente e lagrimando disse: "O Signor mio, el quale cognosce tutte le cose segrete e lle non segrete, voi sapete i pensieri del cuore mio e lla mia volontà, onde io vi priego e adoro la vostra maestà che a me peccatore p[er la] vostra misericordia voi mi dobbiate perdo[nar]e e rivelare che cosa è questa, la quale vede e' miei o[cchi]. Io so bene, messere, ch'io non sono degno di ciò pe gli miei meriti, ma pe lla vostra santa grazia e bontà voi mi facciate di ciò degno".  
 
E veggendo da presso un'altra isola che era quasi alla metà di quella donde venivano, che era contro occidente, ed era congiunta [c]on quella quasi per uno miglio, ed era grande, e piena d'erbe e d'alberi e di fiori, e' cominciano a volere pigliare porto, e andavano pure a torno, e [na]vicando inverso mezzodì dalla detta isola [e' tr]uova un rivo d'acqua dolce che dismontava in [m]are, e giunto al porto e' affermano la nave e dismontano in terra. E San Brandano comanda ch[e] traessono la nave più a terra che potessono su per lo fiumicello, el quale era poco più largo che lla nave, e la trassono un miglio, e ll'abate rimase solo in nave, e in capo di questo fiume era una fontana onde usciva questa acqua. San Brandano disse: "Vedete che 'l nostro Signore ci à mandati in questo luogo a stare per fare la Pasqua e la festa de la surrezione". E poi disse: "Frati miei, se noi non avessimo altra vivanda che questa acqua di questo fiume sì sarebbe sufficiente per mangiare e per bere, tanta bontà è in lei". E sopra questa fontana si era uno alber[o] molto grande ed era istorto e non era molto alto da terra ed era tutto coperto d'uccelli bianchi ed eravene tanti ch'e' rami e le fogli' erano tutte caricate. E veggendo San Brandano questa cosa, comincia infra se medesimo a dire che cosa era questa e per che cagione erano cotanti. E così pensando e' si geta in terra in orazione divotamente e lagrimando disse: "O Signor mio, el quale cognosce tutte le cose segrete e lle non segrete, voi sapete i pensieri del cuore mio e lla mia volontà, onde io vi priego e adoro la vostra maestà che a me peccatore p[er la] vostra misericordia voi mi dobbiate perdo[nar]e e rivelare che cosa è questa, la quale vede e' miei o[cchi]. Io so bene, messere, ch'io non sono degno di ciò pe gli miei meriti, ma pe lla vostra santa grazia e bontà voi mi facciate di ciò degno".  
 
</poem>
 
</poem>
 
[[Categoria:Bibliografia]]
 
[[Categoria:Fonti Antiche]]
 

Per favore tieni presente che tutti i contributi a Il Crepuscolo degli Dèi possono essere modificati, stravolti o cancellati da altri contributori. Se non vuoi che i tuoi testi possano essere alterati, allora non inserirli.
Inviando il testo dichiari inoltre, sotto tua responsabilità, che è stato scritto da te personalmente oppure è stato copiato da una fonte di pubblico dominio o similarmente libera (vedi Il Crepuscolo degli Dèi:Copyright per maggiori dettagli). Non inviare materiale protetto da copyright senza autorizzazione!

Annulla Guida (si apre in una nuova finestra)