Modifica di Biblioteca:Navigazione di San Brandano, Capitolo 12

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COME SAN BRANDANO TRUOVA IL MUNISTERO DI SANTO ALBEO E IVI FECE LA FESTA DI NATALE  
 
COME SAN BRANDANO TRUOVA IL MUNISTERO DI SANTO ALBEO E IVI FECE LA FESTA DI NATALE  
 
E in capo di tre mesi un dì e' vidde una isola non troppo lungi. Ed eglino s'appressòno al lido, ed egli sopravenne un vento molto forte el quale li mena in una parte, ch'eglino andarono navicando quaranta dì continovi intorno a questa isola, ché ellino non potevano trovare porto e sì andavano continovamente appresso; e in capo di quaranta dì e' frati erano molto stanchi, e furono tutti in concordia di stare in orazione e pregare Iddio che gli aiutasse da quella briga. E stando tutti in orazione per tre dì, faccende astinenza del cibo e del parlare, la nave si mosse da sé; e come piacque a Dio, e' giunse a un porto stretto da una nave, ed ebbono veduto in quella parte due belle fontane, e questi frati cominciano a riguardare quelle due fontane d'acqua, l'una torbida, l'altra chiara; allora i frati si confortano tutti e avevano grande desiderio di torre di quella acqua chiara. E apparechiandosi per torne e ll'abate gli disse: "Figliuoli miei, non togliete niuna cosa di questa isola sanza parola di quel vecchio lo quale è abitato lungo tempo qua a servire a Dio, e non vi dubitate ch'egli ve ne darà assai".  
 
E in capo di tre mesi un dì e' vidde una isola non troppo lungi. Ed eglino s'appressòno al lido, ed egli sopravenne un vento molto forte el quale li mena in una parte, ch'eglino andarono navicando quaranta dì continovi intorno a questa isola, ché ellino non potevano trovare porto e sì andavano continovamente appresso; e in capo di quaranta dì e' frati erano molto stanchi, e furono tutti in concordia di stare in orazione e pregare Iddio che gli aiutasse da quella briga. E stando tutti in orazione per tre dì, faccende astinenza del cibo e del parlare, la nave si mosse da sé; e come piacque a Dio, e' giunse a un porto stretto da una nave, ed ebbono veduto in quella parte due belle fontane, e questi frati cominciano a riguardare quelle due fontane d'acqua, l'una torbida, l'altra chiara; allora i frati si confortano tutti e avevano grande desiderio di torre di quella acqua chiara. E apparechiandosi per torne e ll'abate gli disse: "Figliuoli miei, non togliete niuna cosa di questa isola sanza parola di quel vecchio lo quale è abitato lungo tempo qua a servire a Dio, e non vi dubitate ch'egli ve ne darà assai".  
E in quella ora uscì di nave e guatavano in qual parte eglino dovessino andare, e viddono venire incontro a lloro uno uomo il quale era un bello vecchiardo con volto colorito e capelli bianchi come neve e la [[barba]] lunga infino [...]. Quando questo vecchio fu giunto a lloro, egli s'inginocchiò tre volte in terra inanzi ch'egli giugnesse all'abate, e San Brandano andò a llui alla terza volta e levalo suso di terra co gli altri frati, e diègli la pace benignamente; e poi si pigliano per mano e andarono così per ispazio d'uno ottavo d'u mmiglio, e poi giunsono a uno munistero. E quando San Brandano co' suoi frati furono giunti presso alle porte, ed eglino stettono fermi, disse San Brandano a l'altro abate: "Vecchio padre, di cui è questo luogo e chi n'è signore e onde è questi che l'abita?". E queste parole ed altre assai gli disse e di molte cose lo dimandò; il vecchio no gli rispuose niuna parola, ma co lla mano li faceva segno di risposta. E veggendo San Brandano ch'egli non favellava e nonn-era sordo, ed egli chiama i suoi frati e comanda loro che tenessono silenzio insino a tanto che sarà l[uo]go e tempo da potere favellare acciò ch'egli no dessi cagione di rompere la sua penitenzia e la benedizione de' frati di quello luogo.  
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E in quella ora uscì di nave e guatavano in qual parte eglino dovessino andare, e viddono venire incontro a lloro uno uomo il quale era un bello vecchiardo con volto colorito e capelli bianchi come neve e la barba lunga infino [...]. Quando questo vecchio fu giunto a lloro, egli s'inginocchiò tre volte in terra inanzi ch'egli giugnesse all'abate, e San Brandano andò a llui alla terza volta e levalo suso di terra co gli altri frati, e diègli la pace benignamente; e poi si pigliano per mano e andarono così per ispazio d'uno ottavo d'u mmiglio, e poi giunsono a uno munistero. E quando San Brandano co' suoi frati furono giunti presso alle porte, ed eglino stettono fermi, disse San Brandano a l'altro abate: "Vecchio padre, di cui è questo luogo e chi n'è signore e onde è questi che l'abita?". E queste parole ed altre assai gli disse e di molte cose lo dimandò; il vecchio no gli rispuose niuna parola, ma co lla mano li faceva segno di risposta. E veggendo San Brandano ch'egli non favellava e nonn-era sordo, ed egli chiama i suoi frati e comanda loro che tenessono silenzio insino a tanto che sarà l[uo]go e tempo da potere favellare acciò ch'egli no dessi cagione di rompere la sua penitenzia e la benedizione de' frati di quello luogo.  
 
E poi stando drieto a questo comandamento, e' venne loro incontro undici monaci co lla croce e con cassette che v'erano dentro molte reliquie, e venivano cantando e dicendo così: Surgite Deo, sanct[i], de mansionibus [vestris et proficiscemini obviam veritati]. Locum [sanctificate et plebem benedicite] et nos famulos vestros in pace custodire dignemini. E quando ebbono compiuto di dire questo, l'abate del munistero sì aprì a San Brandano e a tutti e' suoi frati e menagli dentro e mostra loro tutto el munistero. E avendogli mostrato ogni cosa per ordine dentro e di fuori e datogli tutto ad intendere, ed egli fe venire dell'acqua calda e fe tutti lavare i piedi; e ' suoi frati cantano questo verso: Mandatum novum da nobis, ut quemadmodum ego vobis ita et vos faciatis.  
 
E poi stando drieto a questo comandamento, e' venne loro incontro undici monaci co lla croce e con cassette che v'erano dentro molte reliquie, e venivano cantando e dicendo così: Surgite Deo, sanct[i], de mansionibus [vestris et proficiscemini obviam veritati]. Locum [sanctificate et plebem benedicite] et nos famulos vestros in pace custodire dignemini. E quando ebbono compiuto di dire questo, l'abate del munistero sì aprì a San Brandano e a tutti e' suoi frati e menagli dentro e mostra loro tutto el munistero. E avendogli mostrato ogni cosa per ordine dentro e di fuori e datogli tutto ad intendere, ed egli fe venire dell'acqua calda e fe tutti lavare i piedi; e ' suoi frati cantano questo verso: Mandatum novum da nobis, ut quemadmodum ego vobis ita et vos faciatis.  
 
E essendo fatto questo, con silenzio egli gli mena in refettorio faccendo segno co lla ma[no e] sonando la campanella dove dovevano andare a tavola, e poi suona un'altra volta la campanella e venne un frate del munistero e recò alquanti pani molto buoni e begli e recò alquante radice d'erbe fresche e dolce e soave al gusto. E stavano a tavola questi frati uno del munistero e uno forestiero, e tra due aveva un pane e due radici d'erbe. E poi suona ancora la campanella e uno frate arecò loro da bere, l'abate del munistero confortava talora con allegro viso questi frati e diceva: "Questa si è dell'acqua di quella fontana che voi volavate oggi imbolare per bere, ma bevete ora sicuramente ch'ell'è della fontana dolce e chiara, bevetene in carità e con timore di Dio; della fontana torbida laveretevene i piedi che l'è buona e calda per natura. E q[ue]sto pane che voi vedete così bello e così buono non si fa in questo luogo ma sì siamo certi ch'egli è dono e grazia di Dio, la qual ci fa per sua bontà non volendo abandonare e' suoi servidori. Sappiate che noi siamo ventiquattro frati e ogni dì abbiamo dodici [pa]ni per nostro mangiare, dando intra due frati un pane. E ogni domenica e ogni festa principale noi abbiamo per ognuno un pane e questo si è per la cena; e ora, avenga che non sia festa, Iddio ci à mandato un pane per uno per vostro amore, ché v'à voluto mandare anche a voi le spese, e in questo modo Iesù Cristo sì ci à mantenuti infino [dal] tempo di Santo Patrizio e di Santo Albeo nostro padre infino a ora, e si è bene ottanta anni passati, ben è vero che [non] siamo vecchi e deboli. E sappiate che in questa isola noi non abbiamo mai fame e mai non mangiamo cucinato e non abbiamo mai caldo né freddo che cci facci male, ècci l'aria molto temperata e quando è ora di cantare mattino e messa e vespro le lampane sono tutte accese della chiesa, e non sappiamo da chi né come, e stanno tanto accese quanto dura l'uficio e non manca mai olio nelle lampane".  
 
E essendo fatto questo, con silenzio egli gli mena in refettorio faccendo segno co lla ma[no e] sonando la campanella dove dovevano andare a tavola, e poi suona un'altra volta la campanella e venne un frate del munistero e recò alquanti pani molto buoni e begli e recò alquante radice d'erbe fresche e dolce e soave al gusto. E stavano a tavola questi frati uno del munistero e uno forestiero, e tra due aveva un pane e due radici d'erbe. E poi suona ancora la campanella e uno frate arecò loro da bere, l'abate del munistero confortava talora con allegro viso questi frati e diceva: "Questa si è dell'acqua di quella fontana che voi volavate oggi imbolare per bere, ma bevete ora sicuramente ch'ell'è della fontana dolce e chiara, bevetene in carità e con timore di Dio; della fontana torbida laveretevene i piedi che l'è buona e calda per natura. E q[ue]sto pane che voi vedete così bello e così buono non si fa in questo luogo ma sì siamo certi ch'egli è dono e grazia di Dio, la qual ci fa per sua bontà non volendo abandonare e' suoi servidori. Sappiate che noi siamo ventiquattro frati e ogni dì abbiamo dodici [pa]ni per nostro mangiare, dando intra due frati un pane. E ogni domenica e ogni festa principale noi abbiamo per ognuno un pane e questo si è per la cena; e ora, avenga che non sia festa, Iddio ci à mandato un pane per uno per vostro amore, ché v'à voluto mandare anche a voi le spese, e in questo modo Iesù Cristo sì ci à mantenuti infino [dal] tempo di Santo Patrizio e di Santo Albeo nostro padre infino a ora, e si è bene ottanta anni passati, ben è vero che [non] siamo vecchi e deboli. E sappiate che in questa isola noi non abbiamo mai fame e mai non mangiamo cucinato e non abbiamo mai caldo né freddo che cci facci male, ècci l'aria molto temperata e quando è ora di cantare mattino e messa e vespro le lampane sono tutte accese della chiesa, e non sappiamo da chi né come, e stanno tanto accese quanto dura l'uficio e non manca mai olio nelle lampane".  

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