Modifica di Biblioteca:Apuleio, Le Metamorfosi, Libro VIII

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"Appena ebbero termine le onoranze funebri la giovane fu impaziente di raggiungere suo marito e, considerate tutte le vie, scelte quella più dolce e più lenta, che non ha bisogno d'arma alcuna, che è simile, piuttosto, a un placido sonno: insomma la poverina decise di lasciarsi morire d'inedia e, trascurando completamente la sua persona, nascondendosi nelle tenebre più fitte, aveva già detto addio alla luce.
 
"Appena ebbero termine le onoranze funebri la giovane fu impaziente di raggiungere suo marito e, considerate tutte le vie, scelte quella più dolce e più lenta, che non ha bisogno d'arma alcuna, che è simile, piuttosto, a un placido sonno: insomma la poverina decise di lasciarsi morire d'inedia e, trascurando completamente la sua persona, nascondendosi nelle tenebre più fitte, aveva già detto addio alla luce.
 
"Ma Trasillo, a furia di insistere, o di persona o ricorrendo all'aiuto dei familiari o degli amici o degli stessi genitori della giovane, riuscì a tirarla fuori e a far sì ch'ella si decidesse a concedere a quel suo corpo, già roso dalla sporcizia e che aveva già il pallore della morte il ristoro di un bagno e di un po' di cibo.
 
"Ma Trasillo, a furia di insistere, o di persona o ricorrendo all'aiuto dei familiari o degli amici o degli stessi genitori della giovane, riuscì a tirarla fuori e a far sì ch'ella si decidesse a concedere a quel suo corpo, già roso dalla sporcizia e che aveva già il pallore della morte il ristoro di un bagno e di un po' di cibo.
"E così Carite, timorata com'era dei suoi genitori piegandosi al dovere che l'affetto le imponeva ma suo malgrado e con volto certo non lieto anche se un po' più sereno, riprese il suo posto tra i vivi, come le era stato ordinato. Ma nel suo cuore, nel più profondo dell'animo suo, sentiva pena e dolore e consumava i suoi giorni e le sue notti in un cupo rimpianto, del marito morto s'era fatta riprodurre l'effigie sotto l'aspetto del dio [[Dioniso|Bacco]] e ad essa con assidua devozione rendeva onori divini e questo era per lei una consolazione e, insieme, un tormento.
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"E così Carite, timorata com'era dei suoi genitori piegandosi al dovere che l'affetto le imponeva ma suo malgrado e con volto certo non lieto anche se un po' più sereno, riprese il suo posto tra i vivi, come le era stato ordinato. Ma nel suo cuore, nel più profondo dell'animo suo, sentiva pena e dolore e consumava i suoi giorni e le sue notti in un cupo rimpianto, del marito morto s'era fatta riprodurre l'effigie sotto l'aspetto del dio Bacco e ad essa con assidua devozione rendeva onori divini e questo era per lei una consolazione e, insieme, un tormento.
  
 
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