Modifica di Biblioteca:Apuleio, Le Metamorfosi, Libro VI

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"Mentre tutta sollecita [[Psiche]] era intenta a questo lavoro sopraggiunse [[Demetra|Cerere]]: 'Oh, povera [[Psiche]]' esclamò da lontano. '[[Afrodite|Venere]] è furibonda con te e ti sta cercando per mare e per terra; vuole ucciderti e con tutta la sua divina potenza grida vendetta. E tu te ne stai qui a occuparti delle mie cose e a tutto pensi fuorché a porti in salvo.'
 
"Mentre tutta sollecita [[Psiche]] era intenta a questo lavoro sopraggiunse [[Demetra|Cerere]]: 'Oh, povera [[Psiche]]' esclamò da lontano. '[[Afrodite|Venere]] è furibonda con te e ti sta cercando per mare e per terra; vuole ucciderti e con tutta la sua divina potenza grida vendetta. E tu te ne stai qui a occuparti delle mie cose e a tutto pensi fuorché a porti in salvo.'
 
"Allora [[Psiche]] prostrandosi dinanzi alla dea e bagnando con copiose lacrime i suoi piedi e spazzando con i capelli la terra, cominciò a pregarla in mille modi, a invocarne il soccorso:
 
"Allora [[Psiche]] prostrandosi dinanzi alla dea e bagnando con copiose lacrime i suoi piedi e spazzando con i capelli la terra, cominciò a pregarla in mille modi, a invocarne il soccorso:
"'Ti supplico per questa tua mano dispensatrice di messi, per le gioconde feste della mietitura, per gli inviolabili misteri dei tuoi sacri arredi, per il tuo alato cocchio al quale, per servirti, sono aggiogati serpenti, per i solchi delle campagne di [[Sicilia]], per il carro che ti rapì [[Persefone (1)|Proserpina]], per la terra avara che te la sottrasse, per la sua discesa agli Inferi a nozze tenebrose, per il suo ritorno alla luce, per ogni altro mistero che il silenzio del tuo santuario, ad [[Eleusi (2)|Eleusi]], custodisce, soccorri [[Psiche]] che ti supplica, la sua povera vita.
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"'Ti supplico per questa tua mano dispensatrice di messi, per le gioconde feste della mietitura, per gli inviolabili misteri dei tuoi sacri arredi, per il tuo alato cocchio al quale, per servirti, sono aggiogati serpenti, per i solchi delle campagne di Sicilia, per il carro che ti rapì Proserpina, per la terra avara che te la sottrasse, per la sua discesa agli Inferi a nozze tenebrose, per il suo ritorno alla luce, per ogni altro mistero che il silenzio del tuo santuario, ad [[Eleusi (2)|Eleusi]], custodisce, soccorri [[Psiche]] che ti supplica, la sua povera vita.
 
"'Lascia ch'io mi nasconda fra questi covoni di spighe, per pochi giorni soltanto, finché non si plachi, col tempo, la collera terribile di una dea così potente o almeno fino a quando io non riprenda, con una breve sosta, un po' di forze, sfinita come sono dopo un così lungo peregrinare.'
 
"'Lascia ch'io mi nasconda fra questi covoni di spighe, per pochi giorni soltanto, finché non si plachi, col tempo, la collera terribile di una dea così potente o almeno fino a quando io non riprenda, con una breve sosta, un po' di forze, sfinita come sono dopo un così lungo peregrinare.'
  
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"'O sorella e sposa del grande [[Zeus|Giove]], sia che tu abiti nell'antico santuario di Samo, la sola che può vantarsi dei tuoi natali, di aver sentito per prima i tuoi vagiti e d'averti allevata, o sia che tu ti indugi nella beata dimora dell'eccelsa Cartagine che venera te, vergine trascorrente nel cielo sul dorso di un leone, o sia che tu protegga le mura di [[Argo (4)|Argo]] presso le rive dell'[[Inaco]], che da sempre ti chiama sposa del Tonante e regina di tutte le dee, tu che tutto l'Oriente venera col nome di Zigia e tutto l'Occidente con quello di Lucina, sii nella mia estrema sventura, veramente [[Era|Giunone]] Salvatrice e me, sfinita da tutte le sofferenze patite, libera dalla paura del pericolo che mi sovrasta. So che tu sei quella che prontamente accorre a sostenere le donne nel momento rischioso del parto.'
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"'O sorella e sposa del grande Giove, sia che tu abiti nell'antico santuario di Samo, la sola che può vantarsi dei tuoi natali, di aver sentito per prima i tuoi vagiti e d'averti allevata, o sia che tu ti indugi nella beata dimora dell'eccelsa Cartagine che venera te, vergine trascorrente nel cielo sul dorso di un leone, o sia che tu protegga le mura di Argo presso le rive dell'[[Inaco]], che da sempre ti chiama sposa del Tonante e regina di tutte le dee, tu che tutto l'Oriente venera col nome di Zigia e tutto l'Occidente con quello di Lucina, sii nella mia estrema sventura, veramente Giunone Salvatrice e me, sfinita da tutte le sofferenze patite, libera dalla paura del pericolo che mi sovrasta. So che tu sei quella che prontamente accorre a sostenere le donne nel momento rischioso del parto.'
 
"Così supplicava [[Psiche]] e a un tratto le comparve davanti Giunone in persona in tutta l'augusta maestà del suo nume:
 
"Così supplicava [[Psiche]] e a un tratto le comparve davanti Giunone in persona in tutta l'augusta maestà del suo nume:
 
"'Come vorrei, credimi, esaudire le tue preghiere' le disse 'ma per doveroso riguardo io non posso mettermi contro la volontà di [[Afrodite|Venere]], che mi è nuora, e che, del resto, ho sempre voluto bene come una figlia. Per giunta ci sono anche le leggi a impedirmelo, che proibiscono di dare ospitalità agli schiavi fuggiti senza il permesso dei loro padroni.'
 
"'Come vorrei, credimi, esaudire le tue preghiere' le disse 'ma per doveroso riguardo io non posso mettermi contro la volontà di [[Afrodite|Venere]], che mi è nuora, e che, del resto, ho sempre voluto bene come una figlia. Per giunta ci sono anche le leggi a impedirmelo, che proibiscono di dare ospitalità agli schiavi fuggiti senza il permesso dei loro padroni.'
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VII
"Ella si diresse difilato al gran palazzo di Giove e senza mezze misure chiese che, per un suo progetto, le fosse messo a disposizione [[Ermes|Mercurio]], il dio banditore.
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"Ella si diresse difilato al gran palazzo di Giove e senza mezze misure chiese che, per un suo progetto, le fosse messo a disposizione Mercurio, il dio banditore.
"Il nero sopracciglio di Giove le disse di sì e [[Afrodite|Venere]], tutta trionfante, lasciò il cielo rivolgendosi con gran premura a [[Ermes|Mercurio]] che la seguiva. Fratello Arcade, tu sai che tua sorella [[Afrodite|Venere]] non ha mai fatto nulla senza l'aiuto di [[Ermes|Mercurio]] e saprai da quanto tempo è che io non riesco a sapere dove si nasconda quella ragazza. Non mi rimane altro che annunciare pubblicamente attraverso un tuo bando che io darò un premio a chi la troverà. Fa, però, alla svelta e vedi di essere chiaro, di illustrare bene i suoi connotati, in modo che ognuno possa individuarla e, se contro le leggi si sia reso colpevole di averle dato ospitalità, non abbia poi a trovare scuse di non saperne nulla.' Così dicendo gli porse un foglio dove era segnato il nome di [[Psiche]] e ogni altra indicazione. Poi se ne tornò subito a casa.
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"Il nero sopracciglio di Giove le disse di sì e [[Afrodite|Venere]], tutta trionfante, lasciò il cielo rivolgendosi con gran premura a Mercurio che la seguiva. Fratello Arcade, tu sai che tua sorella [[Afrodite|Venere]] non ha mai fatto nulla senza l'aiuto di Mercurio e saprai da quanto tempo è che io non riesco a sapere dove si nasconda quella ragazza. Non mi rimane altro che annunciare pubblicamente attraverso un tuo bando che io darò un premio a chi la troverà. Fa, però, alla svelta e vedi di essere chiaro, di illustrare bene i suoi connotati, in modo che ognuno possa individuarla e, se contro le leggi si sia reso colpevole di averle dato ospitalità, non abbia poi a trovare scuse di non saperne nulla.' Così dicendo gli porse un foglio dove era segnato il nome di [[Psiche]] e ogni altra indicazione. Poi se ne tornò subito a casa.
  
 
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VIII
"[[Ermes|Mercurio]] obbedì all'istante. Si mise a correre per tutte le terre del mondo per eseguire l'incarico di banditore che gli era stato affidato: Chiunque catturerà o indicherà il luogo dove si nasconde una figlia di re, schiava di [[Afrodite|Venere]], datasi alla fuga, di nome [[Psiche]], si rechi dal banditore [[Ermes|Mercurio]] dietro le colonne [[Murzie]]. A compenso della denunzia riceverà da [[Afrodite|Venere]] in persona sette dolcissimi baci e uno ancora più dolce a lingua in bocca.'
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"Mercurio obbedì all'istante. Si mise a correre per tutte le terre del mondo per eseguire l'incarico di banditore che gli era stato affidato: Chiunque catturerà o indicherà il luogo dove si nasconde una figlia di re, schiava di [[Afrodite|Venere]], datasi alla fuga, di nome [[Psiche]], si rechi dal banditore Mercurio dietro le colonne Murzie. A compenso della denunzia riceverà da [[Afrodite|Venere]] in persona sette dolcissimi baci e uno ancora più dolce a lingua in bocca.'
"Un bando come questo, gridato da [[Ermes|Mercurio]], e il desiderio di guadagnarsi un premio simile eccitò ogni uomo e tutti gareggiarono in zelo e questo tolse a [[Psiche]] ogni ulteriore incertezza.
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"Un bando come questo, gridato da Mercurio, e il desiderio di guadagnarsi un premio simile eccitò ogni uomo e tutti gareggiarono in zelo e questo tolse a [[Psiche]] ogni ulteriore incertezza.
 
"Mentre ella si avvicinava al palazzo di [[Afrodite|Venere]] le venne incontro la Consuetudine, una delle schiave della dea che, con tutta la voce che aveva in corpo, cominciò a investirla: 'Finalmente hai cominciato a capire che hai una padrona, serva d'una malora! Oppure con la tua solita impudenza ora fai anche finta di non sapere quanti fastidi ci hai dato per venirti a cercare? E sta bene, ora però mi sei capitata fra le mani e quindi sii pur certa che sei caduta nelle grinfie dell'Orco e quanto prima la pagherai, e come, questa tua insolenza.'
 
"Mentre ella si avvicinava al palazzo di [[Afrodite|Venere]] le venne incontro la Consuetudine, una delle schiave della dea che, con tutta la voce che aveva in corpo, cominciò a investirla: 'Finalmente hai cominciato a capire che hai una padrona, serva d'una malora! Oppure con la tua solita impudenza ora fai anche finta di non sapere quanti fastidi ci hai dato per venirti a cercare? E sta bene, ora però mi sei capitata fra le mani e quindi sii pur certa che sei caduta nelle grinfie dell'Orco e quanto prima la pagherai, e come, questa tua insolenza.'
  
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"E così dicendo le si precipitò addosso e cominciò a lacerarle in mille brandelli la veste, a strapparle i capelli, a scuoterla per il capo, a colpirla furiosamente.
 
"E così dicendo le si precipitò addosso e cominciò a lacerarle in mille brandelli la veste, a strapparle i capelli, a scuoterla per il capo, a colpirla furiosamente.
 
"Poi si fece portare dei chicchi di frumento, d'orzo, di miglio, semi di papavero, ceci, lenticchie e fave, le mescolò, ne fece un gran mucchio e le disse: 'Sei una schiava così brutta che a me pare tu non possa farti in alcun modo degli amanti, se non a prezzo di un diligente servizio. Perciò voglio mettere alla prova la tua abilità: dividi tutti questi semi, sceglili ad uno ad uno e fanne tanti mucchietti, in bell'ordine. Prima dì sera verrò a controllare che il lavoro sia stato eseguito.' E lasciatala davanti a quel gran mucchio di semi se ne andò a un pranzo di nozze.
 
"Poi si fece portare dei chicchi di frumento, d'orzo, di miglio, semi di papavero, ceci, lenticchie e fave, le mescolò, ne fece un gran mucchio e le disse: 'Sei una schiava così brutta che a me pare tu non possa farti in alcun modo degli amanti, se non a prezzo di un diligente servizio. Perciò voglio mettere alla prova la tua abilità: dividi tutti questi semi, sceglili ad uno ad uno e fanne tanti mucchietti, in bell'ordine. Prima dì sera verrò a controllare che il lavoro sia stato eseguito.' E lasciatala davanti a quel gran mucchio di semi se ne andò a un pranzo di nozze.
"[[Psiche]] non ci provò nemmeno a metter mano in quel confuso, inestricabile cumulo ma costernata dall'enormità di quell'ordine se ne rimase in silenzio come imbambolata. Allora quel piccolo animaluccio dei campi, la formicuccia, che ben sapeva quanto difficile fosse un lavoro del genere, provò compassione per la compagna del grande [[Eros|Cupido]] e condannò la crudeltà della suocera. Cosi cominciò a darsi da fare, su e giù, chiamando a raccolta, dai dintorni, tutto il popolo delle formiche: 'Correte, agili figlie della terra feconda correte e date una mano, presto, a una leggiadra fanciulla in pericolo, la sposa di [[Eros|Amore]]!' E quelle accorsero tutte, a ondate, minuscolo popolo a sei piedi, e lavorando con uno zelo mai visto, chicco dopo chicco, disfecero tutto il cumulo, separarono i semi, li distribuirono in mucchi secondo la qualità e poi, in un batter d'occhio, disparvero.
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"[[Psiche]] non ci provò nemmeno a metter mano in quel confuso, inestricabile cumulo ma costernata dall'enormità di quell'ordine se ne rimase in silenzio come imbambolata. Allora quel piccolo animaluccio dei campi, la formicuccia, che ben sapeva quanto difficile fosse un lavoro del genere, provò compassione per la compagna del grande Cupido e condannò la crudeltà della suocera. Cosi cominciò a darsi da fare, su e giù, chiamando a raccolta, dai dintorni, tutto il popolo delle formiche: 'Correte, agili figlie della terra feconda correte e date una mano, presto, a una leggiadra fanciulla in pericolo, la sposa di Amore!' E quelle accorsero tutte, a ondate, minuscolo popolo a sei piedi, e lavorando con uno zelo mai visto, chicco dopo chicco, disfecero tutto il cumulo, separarono i semi, li distribuirono in mucchi secondo la qualità e poi, in un batter d'occhio, disparvero.
  
 
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"Sul far della notte [[Afrodite|Venere]] tornò dal banchetto un po' brilla ma odorosa di balsami e con il corpo tutto inghirlandato di rose meravigliose. Vide il lavoro compiuto a puntino e: 'Questo lavoro non l'hai fatto tu' cominciò a gridare 'furfante che non sei altro, ma è opera di colui al quale per tua e soprattutto per sua disgrazia tu sei piaciuta' e gettatole un tozzo di pane perché non morisse di fame se ne andò a dormire.
 
"Sul far della notte [[Afrodite|Venere]] tornò dal banchetto un po' brilla ma odorosa di balsami e con il corpo tutto inghirlandato di rose meravigliose. Vide il lavoro compiuto a puntino e: 'Questo lavoro non l'hai fatto tu' cominciò a gridare 'furfante che non sei altro, ma è opera di colui al quale per tua e soprattutto per sua disgrazia tu sei piaciuta' e gettatole un tozzo di pane perché non morisse di fame se ne andò a dormire.
 
"Cupido, intanto, era stato isolato in una stanza tutta d'oro, la più interna del palazzo e tenuto sotto chiave, sia perché, con la sua sfrenata libidine non aggravasse la ferita, sia perché non si incontrasse con la sua amata. E così, i due amanti, passarono una notte triste, divisi e separati l'uno dall'altro sotto lo stesso tetto.
 
"Cupido, intanto, era stato isolato in una stanza tutta d'oro, la più interna del palazzo e tenuto sotto chiave, sia perché, con la sua sfrenata libidine non aggravasse la ferita, sia perché non si incontrasse con la sua amata. E così, i due amanti, passarono una notte triste, divisi e separati l'uno dall'altro sotto lo stesso tetto.
"Ma quando l'[[Eos|Aurora]] spinse innanzi i suoi cavalli, [[Afrodite|Venere]], chiamata [[Psiche]], così le ordinò: 'Vedi quel bosco laggiù che si stende fin sugli argini del fiume e i cui rami più bassi quasi toccano l'acqua e vi si specchiano? Ebbene là pascolano in libertà pecore bellissime dalla lana d'oro lucente e non v'è alcun guardiano. Io voglio che tu mi porti subito, vedi un po' tu come fare, un poco di quella lana preziosa.'
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"Ma quando l'Aurora spinse innanzi i suoi cavalli, [[Afrodite|Venere]], chiamata [[Psiche]], così le ordinò: 'Vedi quel bosco laggiù che si stende fin sugli argini del fiume e i cui rami più bassi quasi toccano l'acqua e vi si specchiano? Ebbene là pascolano in libertà pecore bellissime dalla lana d'oro lucente e non v'è alcun guardiano. Io voglio che tu mi porti subito, vedi un po' tu come fare, un poco di quella lana preziosa.'
  
 
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"Così quell'umile canna umanamente indicava alla povera [[Psiche]] la via della salvezza e questa non si pentì di averle dato ascolto né indugiò a seguire a puntino ogni istruzione, tanto che le fu facile compiere il furto e tornare da [[Afrodite|Venere]] addirittura con il grembo colmo di soffice lana d'oro.
 
"Così quell'umile canna umanamente indicava alla povera [[Psiche]] la via della salvezza e questa non si pentì di averle dato ascolto né indugiò a seguire a puntino ogni istruzione, tanto che le fu facile compiere il furto e tornare da [[Afrodite|Venere]] addirittura con il grembo colmo di soffice lana d'oro.
"Ma nemmeno questa seconda prova, così rischiosa per giunta, le valse a cattivarsi il favore della sua padrona la quale, aggrottando la fronte e sorridendo amaro così le disse: 'Non è che io non sappia chi sia stato l'autore furfantesco anche di questa impresa, ma voglio metterti ancora alla prova, proprio per vedere se hai veramente tanta forza d'animo e tanta saggezza. Vedi lassù la cima a strapiombo di quell'altissimo monte? Là c'è una sorgente le cui acque cupe scorrendo giù nel fondo di una valle vicina vanno a finire nella [[Stige (2)|palude Stigia]] e alimentano le vorticose correnti di [[Cocito]]. Voglio che tu vada là in cima, proprio dov'è la sorgente, e che mi rechi all'istante, in questa piccola anfora, un po' di quell'acqua gelida' e così dicendo non senza minacciarla di pene ancora più gravi, le consegnò un'ampolla di levigato cristallo.
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"Ma nemmeno questa seconda prova, così rischiosa per giunta, le valse a cattivarsi il favore della sua padrona la quale, aggrottando la fronte e sorridendo amaro così le disse: 'Non è che io non sappia chi sia stato l'autore furfantesco anche di questa impresa, ma voglio metterti ancora alla prova, proprio per vedere se hai veramente tanta forza d'animo e tanta saggezza. Vedi lassù la cima a strapiombo di quell'altissimo monte? Là c'è una sorgente le cui acque cupe scorrendo giù nel fondo di una valle vicina vanno a finire nella palude Stigia e alimentano le vorticose correnti di [[Cocito]]. Voglio che tu vada là in cima, proprio dov'è la sorgente, e che mi rechi all'istante, in questa piccola anfora, un po' di quell'acqua gelida' e così dicendo non senza minacciarla di pene ancora più gravi, le consegnò un'ampolla di levigato cristallo.
  
 
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