Modifica di Biblioteca:Apuleio, Le Metamorfosi, Libro V

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"Ma ella con mille preghiere, minacciando perfino che si sarebbe data la morte, strappò al suo sposo il permesso di vedere le sorelle, di consolare il loro dolore, di trattenersi un poco a parlare con loro.
 
"Ma ella con mille preghiere, minacciando perfino che si sarebbe data la morte, strappò al suo sposo il permesso di vedere le sorelle, di consolare il loro dolore, di trattenersi un poco a parlare con loro.
 
Ed egli cedette all'insistenza della giovane sposa e le concesse perfino che donasse alle sorelle tutto l'oro e i gioielli che credeva ma, nello stesso tempo, l'avvertì se veramente e con parole ché le fecero paura, di non indagare, magari seguendo i cattivi suggerimenti delle sorelle, sull'aspetto di lui, di non cedere a una simile sacrilega curiosità, perché allora, da tanta beatitudine sarebbe precipitata nella rovina più nera e non avrebbe più goduto dei suoi amplessi.
 
Ed egli cedette all'insistenza della giovane sposa e le concesse perfino che donasse alle sorelle tutto l'oro e i gioielli che credeva ma, nello stesso tempo, l'avvertì se veramente e con parole ché le fecero paura, di non indagare, magari seguendo i cattivi suggerimenti delle sorelle, sull'aspetto di lui, di non cedere a una simile sacrilega curiosità, perché allora, da tanta beatitudine sarebbe precipitata nella rovina più nera e non avrebbe più goduto dei suoi amplessi.
"Ella ringraziò lo sposo e tutta contenta lo rassicurò che avrebbe preferito cento volte morire piuttosto che non fare più all'amore con lui, che lo amava ardentemente, chiunque fosse, che le era caro come la vita e che lo preferiva perfino allo stesso [[Eros|Cupido]]: 'Ma ti prego' gli diceva tra i baci 'concedimi ancora questo: comanda al tuo servo [[Zefiro (1)|Zefiro]] di portar qui le mie sorelle al modo stesso che lo fui io' e gli sussurrò mille dolci paroline e si avvinghiò al suo corpo quasi a costringerlo, continuandogli a ripetere fra le carezze: 'Gioia mia, sposo mio diletto, dolce anima della tua [[Psiche]].'
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"Ella ringraziò lo sposo e tutta contenta lo rassicurò che avrebbe preferito cento volte morire piuttosto che non fare più all'amore con lui, che lo amava ardentemente, chiunque fosse, che le era caro come la vita e che lo preferiva perfino allo stesso Cupido: 'Ma ti prego' gli diceva tra i baci 'concedimi ancora questo: comanda al tuo servo [[Zefiro (1)|Zefiro]] di portar qui le mie sorelle al modo stesso che lo fui io' e gli sussurrò mille dolci paroline e si avvinghiò al suo corpo quasi a costringerlo, continuandogli a ripetere fra le carezze: 'Gioia mia, sposo mio diletto, dolce anima della tua [[Psiche]].'
 
"Suo malgrado lo sposo cedette alla forza e alla seduzione di quei sussurri d'amore e promise che avrebbe fatto quello che lei voleva; poi, appressandosi l'alba, si sciolse dagli amplessi della sposa a svanì.
 
"Suo malgrado lo sposo cedette alla forza e alla seduzione di quei sussurri d'amore e promise che avrebbe fatto quello che lei voleva; poi, appressandosi l'alba, si sciolse dagli amplessi della sposa a svanì.
  
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"A quella notizia [[Psiche]] s'illuminò di gioia; il consolante pensiero di una prole divina la rallegrava, era orgogliosa del futuro rampollo ed esultava della sua nuova dignità di madre.
 
"A quella notizia [[Psiche]] s'illuminò di gioia; il consolante pensiero di una prole divina la rallegrava, era orgogliosa del futuro rampollo ed esultava della sua nuova dignità di madre.
 
"Ansiosa contava i giorni che si succedevano, i mesi che passavano e nella sua innocenza si stupiva di quello strano peso e di quel ventre che, per una piccola trafittura, le era tanto cresciuto.
 
"Ansiosa contava i giorni che si succedevano, i mesi che passavano e nella sua innocenza si stupiva di quello strano peso e di quel ventre che, per una piccola trafittura, le era tanto cresciuto.
"Ma intanto quei flagelli, quelle orribili [[Erinni|Furie]], gonfie di veleno come vipere, avevano rotto gli indugi e, preso il mare, rapide si appressavano spinte dalla loro stessa malvagità.
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"Ma intanto quei flagelli, quelle orribili Furie, gonfie di veleno come vipere, avevano rotto gli indugi e, preso il mare, rapide si appressavano spinte dalla loro stessa malvagità.
 
"E allora quello sposo sempre fuggente, ancora una volta ammonì la sua [[Psiche]]:
 
"E allora quello sposo sempre fuggente, ancora una volta ammonì la sua [[Psiche]]:
 
"È venuto il giorno supremo, il momento decisivo: un nemico del tuo sesso, del tuo stesso sangue, ha preso le armi, ha levato il campo, muove contro di te, dando fiato alle trombe. Sono le tue sciagurate sorelle che hanno impugnato la [[spada]] e cercano la tua gola. Ohimè, mia dolce [[Psiche]] quali grandi sventure ci sovrastano.
 
"È venuto il giorno supremo, il momento decisivo: un nemico del tuo sesso, del tuo stesso sangue, ha preso le armi, ha levato il campo, muove contro di te, dando fiato alle trombe. Sono le tue sciagurate sorelle che hanno impugnato la [[spada]] e cercano la tua gola. Ohimè, mia dolce [[Psiche]] quali grandi sventure ci sovrastano.
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"Le due sorelle, unite nella congiura, senza neppure far visita ai genitori, lasciata la nave, si diressero di filato verso la rupe e non aspettarono nemmeno che il vento si sollevasse a raccoglierle ma con folle temerarietà si precipitarono giù dall'alto.
 
"Le due sorelle, unite nella congiura, senza neppure far visita ai genitori, lasciata la nave, si diressero di filato verso la rupe e non aspettarono nemmeno che il vento si sollevasse a raccoglierle ma con folle temerarietà si precipitarono giù dall'alto.
 
"Ma [[Zefiro (1)|Zefiro]] che ricordava l'ordine del suo signore, sebbene malvolentieri, le raccolse nel grembo del suo soffio e le depose al suolo. Ed esse senza indugiare, a passi veloci, entrarono nella casa di [[Psiche]], abbracciarono la loro vittima, sorelle soltanto di nome, la blandirono, nascondendo dietro il sorriso tutta la perfidia che covavano in cuore.
 
"Ma [[Zefiro (1)|Zefiro]] che ricordava l'ordine del suo signore, sebbene malvolentieri, le raccolse nel grembo del suo soffio e le depose al suolo. Ed esse senza indugiare, a passi veloci, entrarono nella casa di [[Psiche]], abbracciarono la loro vittima, sorelle soltanto di nome, la blandirono, nascondendo dietro il sorriso tutta la perfidia che covavano in cuore.
"[[Psiche]], ma tu non sei più la bimba di prima, eccoti già madre. Pensa chissà quale tesoro tu ci porti in questo tuo piccolo grembo. Che gioia darai a tutta la nostra famiglia. Come saremo felici di allevare questo bimbo d'oro. Se poi, com'è naturale, somiglierà in bellezza a sua madre e a suo padre, oh, allora, vedremo nascere proprio un nuovo [[Eros|Cupido]].'
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"[[Psiche]], ma tu non sei più la bimba di prima, eccoti già madre. Pensa chissà quale tesoro tu ci porti in questo tuo piccolo grembo. Che gioia darai a tutta la nostra famiglia. Come saremo felici di allevare questo bimbo d'oro. Se poi, com'è naturale, somiglierà in bellezza a sua madre e a suo padre, oh, allora, vedremo nascere proprio un nuovo Cupido.'
  
 
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"Con queste parole di fuoco infiammarono l'animo della sorella che già divampava, poi la lasciarono in asso temendo esse stesse di restare più oltre sul luogo di tanto misfatto e fattesi portare in alto fino alla rupe dal solito soffio di vento, via di gran corsa fino alle navi per poi fuggire lontano.
 
"Con queste parole di fuoco infiammarono l'animo della sorella che già divampava, poi la lasciarono in asso temendo esse stesse di restare più oltre sul luogo di tanto misfatto e fattesi portare in alto fino alla rupe dal solito soffio di vento, via di gran corsa fino alle navi per poi fuggire lontano.
"Ma [[Psiche]], rimasta sola, anche se sola non era perché tormentata da [[Erinni|Furie]] ostili, si sentiva turbata e sconvolta come un mare in tempesta e benché risoluta e ferma nel suo proposito, benché già sul punto di consumare il misfatto, provava una certa esitazione e nella sua sventura era combattuta da sentimenti diversi. Ora voleva affrettarsi, ora differiva l'azione, voleva osare e aveva paura, disperava e a un tempo ardeva dalla collera, insomma odiava la bestia e amava il marito che erano un essere solo.
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"Ma [[Psiche]], rimasta sola, anche se sola non era perché tormentata da Furie ostili, si sentiva turbata e sconvolta come un mare in tempesta e benché risoluta e ferma nel suo proposito, benché già sul punto di consumare il misfatto, provava una certa esitazione e nella sua sventura era combattuta da sentimenti diversi. Ora voleva affrettarsi, ora differiva l'azione, voleva osare e aveva paura, disperava e a un tempo ardeva dalla collera, insomma odiava la bestia e amava il marito che erano un essere solo.
 
"Tuttavia mentre scendevano le prime ombre della sera, trepidante e in gran fretta ella dispose ogni cosa per il delitto. 'Venne la notte e giunse anche lo sposo che, dopo essersi un po' cimentato in qualche schermaglia amorosa, cadde in un sonno profondo.
 
"Tuttavia mentre scendevano le prime ombre della sera, trepidante e in gran fretta ella dispose ogni cosa per il delitto. 'Venne la notte e giunse anche lo sposo che, dopo essersi un po' cimentato in qualche schermaglia amorosa, cadde in un sonno profondo.
  
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XXIII
 
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"[[Psiche]] non la smetteva più di guardare le armi dello sposo: con insaziabile curiosità le toccava, le ammirava, tolse perfino una freccia dalla faretra per provarne sul pollice l'acutezza ma per la pressione un po' troppo brusca della mano tremante la punta penetrò in profondità e piccole gocce di roseo sangue apparvero a fior di pelle. Fu così che l'innocente [[Psiche]], senza accorgersene, s'innamorò di [[Eros|Amore]]. E subito arse di desiderio per lui e gli si abbandonò sopra e con le labbra schiuse per il piacere, di furia, temendo che si destasse, cominciò a baciarlo tutto con baci lunghi e lascivi.
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"[[Psiche]] non la smetteva più di guardare le armi dello sposo: con insaziabile curiosità le toccava, le ammirava, tolse perfino una freccia dalla faretra per provarne sul pollice l'acutezza ma per la pressione un po' troppo brusca della mano tremante la punta penetrò in profondità e piccole gocce di roseo sangue apparvero a fior di pelle. Fu così che l'innocente [[Psiche]], senza accorgersene, s'innamorò di Amore. E subito arse di desiderio per lui e gli si abbandonò sopra e con le labbra schiuse per il piacere, di furia, temendo che si destasse, cominciò a baciarlo tutto con baci lunghi e lascivi.
 
"Ma mentre l'anima sua innamorata s'abbandonava a quel piacere la lucerna maligna e invidiosa, quasi volesse toccare e baciare anch'essa quel corpo così bello, lasciò cadere dall'orlo del lucignolo sulla spalla destra del dio una goccia d'olio ardente. Ohimè audace e temeraria lucerna indegna intermediaria d'amore, proprio il dio d'ogni fuoco tu osasti bruciare quando fu certo un amante ad inventarti per godersi più a lungo, anche di notte il suo desiderio.
 
"Ma mentre l'anima sua innamorata s'abbandonava a quel piacere la lucerna maligna e invidiosa, quasi volesse toccare e baciare anch'essa quel corpo così bello, lasciò cadere dall'orlo del lucignolo sulla spalla destra del dio una goccia d'olio ardente. Ohimè audace e temeraria lucerna indegna intermediaria d'amore, proprio il dio d'ogni fuoco tu osasti bruciare quando fu certo un amante ad inventarti per godersi più a lungo, anche di notte il suo desiderio.
 
"Balzò su il dio sentendosi scottare e vedendo oltraggiata e tradita la sua fiducia, senza dire parola, d'un volo si sottrasse ai baci e alle carezze dell'infelicissima sposa.
 
"Balzò su il dio sentendosi scottare e vedendo oltraggiata e tradita la sua fiducia, senza dire parola, d'un volo si sottrasse ai baci e alle carezze dell'infelicissima sposa.
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"Da terra ove giaceva, [[Psiche]] seguì il volo dello sposo finché poté vederlo e, intanto, si sfogava in gemiti angosciosi; ma quando nel suo rapido volo egli si fu sottratto alla vista di lei, perdendosi lontano nello spazio, ella corse alla riva del fiume più vicino e a capofitto vi si gettò; ma il buon fiume, devoto al dio che suole accendere d'amore anche le acque e temendo per sé, senza farle alcun male la sollevò su un'onda e la depose sulla riva fiorita.
 
"Da terra ove giaceva, [[Psiche]] seguì il volo dello sposo finché poté vederlo e, intanto, si sfogava in gemiti angosciosi; ma quando nel suo rapido volo egli si fu sottratto alla vista di lei, perdendosi lontano nello spazio, ella corse alla riva del fiume più vicino e a capofitto vi si gettò; ma il buon fiume, devoto al dio che suole accendere d'amore anche le acque e temendo per sé, senza farle alcun male la sollevò su un'onda e la depose sulla riva fiorita.
"Per fortuna che [[Pan]], il dio dei campi, se ne stava seduto proprio lì, sulla sponda del fiume, con [[Eco]] fra le braccia, la dea dei monti e le insegnava a cantare le melodie più varie, mentre le capre, qua e là, lungo la riva saltando, brucavano l'erba che la corrente lambiva
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"Per fortuna che [[Pan]], il dio dei campi, se ne stava seduto proprio lì, sulla sponda del fiume, con Eco fra le braccia, la dea dei monti e le insegnava a cantare le melodie più varie, mentre le capre, qua e là, lungo la riva saltando, brucavano l'erba che la corrente lambiva
 
"Il dio caprino appena vide [[Psiche]] così distrutta e affranta, poiché non era ignaro delle sue sventure, la chiamò dolcemente a sé, confortandola con buone parole:
 
"Il dio caprino appena vide [[Psiche]] così distrutta e affranta, poiché non era ignaro delle sue sventure, la chiamò dolcemente a sé, confortandola con buone parole:
"'Figliola cara,' cominciò a dirle 'io non sono che un villano, un rozzo pastore, però di esperienza ne ho tanta dato che sono vecchio ormai. Quindi se vedo chiaro - in fondo in questo consiste, secondo quelli che se ne intendono, l'essere profeti - dal tuo passo vacillante, dal pallore estremo del tuo viso, da quel sospirare continuamente e soprattutto dai tuoi occhi così tristi, devo arguire che un amore violento ti tormenta. Dammi retta, allora, non provarci più a gettarti nel fiume, né cercare la morte in altro modo. Cessa di piangere, scaccia il dolore e mettiti piuttosto a pregare [[Eros|Cupido]], il più potente degli dei: giovane, sensibile e vagheggino com'è, lusingalo con dolci voti.'
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"'Figliola cara,' cominciò a dirle 'io non sono che un villano, un rozzo pastore, però di esperienza ne ho tanta dato che sono vecchio ormai. Quindi se vedo chiaro - in fondo in questo consiste, secondo quelli che se ne intendono, l'essere profeti - dal tuo passo vacillante, dal pallore estremo del tuo viso, da quel sospirare continuamente e soprattutto dai tuoi occhi così tristi, devo arguire che un amore violento ti tormenta. Dammi retta, allora, non provarci più a gettarti nel fiume, né cercare la morte in altro modo. Cessa di piangere, scaccia il dolore e mettiti piuttosto a pregare Cupido, il più potente degli dei: giovane, sensibile e vagheggino com'è, lusingalo con dolci voti.'
  
 
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"A lungo errò per strade sconosciute, tra molti stenti, finché giunse con le prime ombre della sera ad una città dove era re il marito di una delle sue sorelle. Appena [[Psiche]] lo seppe si fece annunziare e quando fu dinanzi alla sorella, che, dopo reciproci scambi di abbracci e di saluti, le chiese le ragioni della sua venuta, così cominciò a dire:
 
"A lungo errò per strade sconosciute, tra molti stenti, finché giunse con le prime ombre della sera ad una città dove era re il marito di una delle sue sorelle. Appena [[Psiche]] lo seppe si fece annunziare e quando fu dinanzi alla sorella, che, dopo reciproci scambi di abbracci e di saluti, le chiese le ragioni della sua venuta, così cominciò a dire:
 
"'Ricordi i consigli che mi deste quando mi persuadeste ad uccidere con un affilato rasoio il mostro che mi dormiva accanto sotto il mentito nome di marito prima che fosse lui a divorar me, poveretta?
 
"'Ricordi i consigli che mi deste quando mi persuadeste ad uccidere con un affilato rasoio il mostro che mi dormiva accanto sotto il mentito nome di marito prima che fosse lui a divorar me, poveretta?
"'Ebbene, quando la complice luce della lampada, come s'era d'accordo, mi rivelò il suo volto, oh, che spettacolo meraviglioso, addirittura divino, videro i miei occhi: il figlio stesso di [[Afrodite|Venere]], [[Eros|Cupido]] in persona ti dico, era lì che riposava tranquillo.
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"'Ebbene, quando la complice luce della lampada, come s'era d'accordo, mi rivelò il suo volto, oh, che spettacolo meraviglioso, addirittura divino, videro i miei occhi: il figlio stesso di [[Afrodite|Venere]], Cupido in persona ti dico, era lì che riposava tranquillo.
 
"'Rimasi come colpita a tale straordinaria visione e mentre tutta sconvolta da un desiderio prepotente che mi faceva soffrire perché non riuscivo ad appagare del tutto, malauguratamente, dalla lucerna cadde una goccia d'olio bollente sulla sua spalla. Per il dolore egli si svegliò di soprassalto e vedendomi armata di ferro e di fuoco: "Tu? Un'assassina?" esclamò. "Infame, via dal mio letto, subito, fa fagotto. Tua sorella" e pronunziò il tuo nome, "io sposerò con legittime nozze" e là per là comandò a [[Zefiro (1)|Zefiro]] che mi buttasse fuori dalla sua casa.'
 
"'Rimasi come colpita a tale straordinaria visione e mentre tutta sconvolta da un desiderio prepotente che mi faceva soffrire perché non riuscivo ad appagare del tutto, malauguratamente, dalla lucerna cadde una goccia d'olio bollente sulla sua spalla. Per il dolore egli si svegliò di soprassalto e vedendomi armata di ferro e di fuoco: "Tu? Un'assassina?" esclamò. "Infame, via dal mio letto, subito, fa fagotto. Tua sorella" e pronunziò il tuo nome, "io sposerò con legittime nozze" e là per là comandò a [[Zefiro (1)|Zefiro]] che mi buttasse fuori dalla sua casa.'
  
 
XXVII
 
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"[[Psiche]] non aveva ancora finito di parlare che quella, eccitata dagli stimoli di una pazza libidine e da una malvagia invidia, così su due piedi, inventò al marito una panzana che facesse al caso, cioè che aveva saputo della morte di uno dei suoi genitori e, di furia, prese la nave e si recò direttamente alla nota rupe.
 
"[[Psiche]] non aveva ancora finito di parlare che quella, eccitata dagli stimoli di una pazza libidine e da una malvagia invidia, così su due piedi, inventò al marito una panzana che facesse al caso, cioè che aveva saputo della morte di uno dei suoi genitori e, di furia, prese la nave e si recò direttamente alla nota rupe.
"Ma il vento che soffiava, ora era vento diverso, tuttavia, protesa in una folle speranza, quella cominciò a invocare: '[[Eros|Cupido]] prendimi, sono io la sposa degna di te, e tu, [[Zefiro (1)|Zefiro]], accogli la tua padrona' e con un gran salto si buttò giù.
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"Ma il vento che soffiava, ora era vento diverso, tuttavia, protesa in una folle speranza, quella cominciò a invocare: 'Cupido prendimi, sono io la sposa degna di te, e tu, [[Zefiro (1)|Zefiro]], accogli la tua padrona' e con un gran salto si buttò giù.
 
"Ma nemmeno morta poté giungere là dove voleva, perché il suo corpo si sfracellò sulle rocce aguzze e per gli uccelli rapaci e le fiere quelle membra straziate furono un pasto abbondante. Era quello che si meritava.
 
"Ma nemmeno morta poté giungere là dove voleva, perché il suo corpo si sfracellò sulle rocce aguzze e per gli uccelli rapaci e le fiere quelle membra straziate furono un pasto abbondante. Era quello che si meritava.
 
"Il seguito della vendetta non si fece attendere. Infatti [[Psiche]], nel suo peregrinare, giunse a un'altra città dove abitava la seconda sorella e anche a questa tese la stessa trappola. Costei, bramosa di prendere il posto della sorella con nozze sciagurate, s'affrettò a correre alla rupe e fece la stessa fine dell'altra.
 
"Il seguito della vendetta non si fece attendere. Infatti [[Psiche]], nel suo peregrinare, giunse a un'altra città dove abitava la seconda sorella e anche a questa tese la stessa trappola. Costei, bramosa di prendere il posto della sorella con nozze sciagurate, s'affrettò a correre alla rupe e fece la stessa fine dell'altra.
  
 
XXVIII
 
XXVIII
"Intanto mentre [[Psiche]] andava di paese in paese cercando [[Eros|Amore]], questi, dolorante ancora per la scottatura della lucerna, s'era rifugiato nello stesso letto della madre e si lagnava.
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"Intanto mentre [[Psiche]] andava di paese in paese cercando Amore, questi, dolorante ancora per la scottatura della lucerna, s'era rifugiato nello stesso letto della madre e si lagnava.
 
"Allora il candido uccello che sfiora con le sue ali le onde del mare, il gabbiano, velocissimo, si tuffò nel profondo grembo dell'[[Oceano]] e avvicinatosi a [[Afrodite|Venere]] che tranquillamente stava facendo il bagno e nuotava, le riferì che il figlio s'era scottato, che si lamentava per il dolore acuto della piaga, e che giaceva a letto in grave stato; infine che la famiglia di [[Afrodite|Venere]] ormai era sulla bocca di tutti e sul suo conto correvano dicerie e malignità a non finire, per esempio che il figlio s'era appartato tra i monti per godersi i favori di una sgualdrina e che lei, la madre, se ne stava sempre in mare a nuotare e che perciò gli uomini non sapevano più cos'era il piacere, la gentilezza, la grazia, e tutto era diventato rozzo, selvaggio, volgare, e non si celebravano più matrimoni, non c'erano più relazioni amichevoli fra gli uomini e anche l'amore per i figli si stava allentando e c'era solo un gran disordine e come un fastidio per ogni sorta di legami del resto sempre meno sentiti.
 
"Allora il candido uccello che sfiora con le sue ali le onde del mare, il gabbiano, velocissimo, si tuffò nel profondo grembo dell'[[Oceano]] e avvicinatosi a [[Afrodite|Venere]] che tranquillamente stava facendo il bagno e nuotava, le riferì che il figlio s'era scottato, che si lamentava per il dolore acuto della piaga, e che giaceva a letto in grave stato; infine che la famiglia di [[Afrodite|Venere]] ormai era sulla bocca di tutti e sul suo conto correvano dicerie e malignità a non finire, per esempio che il figlio s'era appartato tra i monti per godersi i favori di una sgualdrina e che lei, la madre, se ne stava sempre in mare a nuotare e che perciò gli uomini non sapevano più cos'era il piacere, la gentilezza, la grazia, e tutto era diventato rozzo, selvaggio, volgare, e non si celebravano più matrimoni, non c'erano più relazioni amichevoli fra gli uomini e anche l'amore per i figli si stava allentando e c'era solo un gran disordine e come un fastidio per ogni sorta di legami del resto sempre meno sentiti.
 
"Questo cicalava quell'uccello petulante e pettegolo all'orecchio di [[Afrodite|Venere]], calunniandole il figlio.
 
"Questo cicalava quell'uccello petulante e pettegolo all'orecchio di [[Afrodite|Venere]], calunniandole il figlio.
"'Ah, così quel mio bravo figliolo ha già l'amica?' sbottò a un tratto la dea su tutte le furie. 'E tu che sei l'unico a servirmi con affetto, fuori il nome, voglio sapere chi è questa che ha sedotto un ragazzino ingenuo e indifeso, se è una [[ninfa]] o una delle [[Ore]] o una Musa o anche una delle [[Cariti|Grazie]] al mio servizio.'
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"'Ah, così quel mio bravo figliolo ha già l'amica?' sbottò a un tratto la dea su tutte le furie. 'E tu che sei l'unico a servirmi con affetto, fuori il nome, voglio sapere chi è questa che ha sedotto un ragazzino ingenuo e indifeso, se è una [[ninfa]] o una delle [[Ore]] o una Musa o anche una delle Grazie al mio servizio.'
 
"E l'uccello chiacchierone non tacque: 'Non lo so mia signora, credo però che egli sia innamorato cotto di una fanciulla mortale; se ben ricordo si chiama [[Psiche]].'
 
"E l'uccello chiacchierone non tacque: 'Non lo so mia signora, credo però che egli sia innamorato cotto di una fanciulla mortale; se ben ricordo si chiama [[Psiche]].'
 
"[[Afrodite|Venere]] saltò su infuriata e cominciò a gridare: 'Ah è [[Psiche]] che ama! La mia rivale in bellezza, quella che voleva usurpare il mio nome. Sta a vedere che il ragazzo mi avrà presa per una ruffiana e s'è pensato che io gli abbia mostrato la fanciulla perché ci andasse assieme.'
 
"[[Afrodite|Venere]] saltò su infuriata e cominciò a gridare: 'Ah è [[Psiche]] che ama! La mia rivale in bellezza, quella che voleva usurpare il mio nome. Sta a vedere che il ragazzo mi avrà presa per una ruffiana e s'è pensato che io gli abbia mostrato la fanciulla perché ci andasse assieme.'
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XXXI
 
XXXI
 
"Così parlò la dea e uscì a precipizio dalla stanza, adirata e furente come sapeva esserlo soltanto lei.
 
"Così parlò la dea e uscì a precipizio dalla stanza, adirata e furente come sapeva esserlo soltanto lei.
"Ma ecco che [[Demetra|Cerere]] e [[Era|Giunone]] le corsero dietro e vedendola tutta sconvolta le chiesero il perché di quel truce cipiglio che toglieva incanto e fulgore ai suoi occhi.
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"Ma ecco che [[Demetra|Cerere]] e Giunone le corsero dietro e vedendola tutta sconvolta le chiesero il perché di quel truce cipiglio che toglieva incanto e fulgore ai suoi occhi.
 
"'Siete proprio giunte a proposito' le interruppe: 'ho la rabbia in corpo e voi mi darete la soddisfazione che cerco. Vi prego, mettetecela tutta, ma trovatemi questa [[Psiche]], sempre in fuga, sempre che scompare. Sapete, no, le favolette che corrono ormai sulla mia famiglia e le prodezze di quel tipo che non voglio più chiamare figlio?'
 
"'Siete proprio giunte a proposito' le interruppe: 'ho la rabbia in corpo e voi mi darete la soddisfazione che cerco. Vi prego, mettetecela tutta, ma trovatemi questa [[Psiche]], sempre in fuga, sempre che scompare. Sapete, no, le favolette che corrono ormai sulla mia famiglia e le prodezze di quel tipo che non voglio più chiamare figlio?'
 
"'Quelle, allora, conoscendo i fatti, si misero ad ammansire la dea: 'Ma che cosa ha poi fatto di tanto male tuo figlio, che gli togli tutti gli spassi e addirittura vuoi a tutti i costi la rovina della fanciulla che ama? Via, non è mica un delitto se ha fatto l'occhietto a una bella ragazza. In fondo è un maschio, ed è un giovanotto! O ti sei dimenticata quanti anni ha? O forse perché li porta bene credi che sia sempre un ragazzino? E tu che sei sua madre e, per di più, una donna piena di buon senso, che fai ora? Ti metti lì a indagare nelle passioncelle di tuo figlio, ad accusarlo che è un donnaiolo, magari a rimproverargli i suoi amori, a biasimare in un ragazzo così avvenente quelle che sono le tue abitudini, i tuoi piaceri?
 
"'Quelle, allora, conoscendo i fatti, si misero ad ammansire la dea: 'Ma che cosa ha poi fatto di tanto male tuo figlio, che gli togli tutti gli spassi e addirittura vuoi a tutti i costi la rovina della fanciulla che ama? Via, non è mica un delitto se ha fatto l'occhietto a una bella ragazza. In fondo è un maschio, ed è un giovanotto! O ti sei dimenticata quanti anni ha? O forse perché li porta bene credi che sia sempre un ragazzino? E tu che sei sua madre e, per di più, una donna piena di buon senso, che fai ora? Ti metti lì a indagare nelle passioncelle di tuo figlio, ad accusarlo che è un donnaiolo, magari a rimproverargli i suoi amori, a biasimare in un ragazzo così avvenente quelle che sono le tue abitudini, i tuoi piaceri?
"'Nessun dio, nessun uomo potrebbe darti ragione se tu continui a spargere il seme del desiderio tra le genti e poi, a causa tua, pretendi che [[Eros|Amore]] faccia astinenza e chiudi la scuola dove s'insegnano certi vizietti che piacciono alle donne.'
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"'Nessun dio, nessun uomo potrebbe darti ragione se tu continui a spargere il seme del desiderio tra le genti e poi, a causa tua, pretendi che Amore faccia astinenza e chiudi la scuola dove s'insegnano certi vizietti che piacciono alle donne.'
"Così quelle due dee, per paura delle sue frecce e per propiziarselo, di loro iniziativa presero le difese di [[Eros|Cupido]], benché questi non fosse presente.
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"Così quelle due dee, per paura delle sue frecce e per propiziarselo, di loro iniziativa presero le difese di Cupido, benché questi non fosse presente.
 
"Ma [[Afrodite|Venere]], indispettita perché le offese che aveva ricevute venivano prese poco sul serio, voltò loro le spalle e tutta risentita, a rapidi passi, prese la via del mare.
 
"Ma [[Afrodite|Venere]], indispettita perché le offese che aveva ricevute venivano prese poco sul serio, voltò loro le spalle e tutta risentita, a rapidi passi, prese la via del mare.
 
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