Modifica di Bellerofonte

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Il suo vero nome era [[Ipponoo]], ma fu cambiato in Bellerofonte (''uccisore di Bellero'') dopo che egli ebbe appunto ucciso [[Bellero]]. Non si conoscono con precisione i suoi genitori, giacché si favoleggia fosse figlio di [[Glauco (2)|Glauco]], re di [[Corinto]]. Ma [[Glauco]] era anche un epiteto di [[Poseidone]], dunque potrebbe essere figlio del dio marino. La madre si chiamava [[Eurimede]]. [[Poseidone]] gli aveva regalato [[Pegaso]] il cavallo alato, Bellerofonte non riuscì a domarlo finché [[Atena]] in sogno non gli mostrò delle briglie d'oro, imitatele finalmente poté domare il cavallo, diventando così l'inventore dell'equitazione. Per purificarsi dell'uccisione di [[Bellero]] fu mandato ad espiare la sua penitenza presso [[Preto]], re di [[Tirinto]]. Di lui si invaghì [[Antea]], moglie di [[Preto]], e vistasi rifiutata disse al marito di essere stata molestata da Bellerofonte. [[Preto]], non volendo uccidere il giovane da lui purificato, lo mandò presso il suocero [[Iobate]], re di [[Licia]], con una lettera chiusa che diceva di uccidere il portatore della stessa. [[Iobate]], leggendo la lettera, si gettò in conflitto con la coscienza; da una parte non voleva uccidere il giovane ospite e dall'altra non voleva dispiacere il genero, allora egli scelse una scappatoia: affidare a Bellerofonte un'impresa disperata lasciandolo così al volere degli dèi. Bellerofonte fu così mandato contro la mostruosa [[Chimera]], con l'aiuto del suo favoloso [[Pegaso]] dall'alto uccise la [[Chimera]] con l'ausilio di saette. Allora [[Iobate]] lo mandò a combattere i [[Solimi]]: il giovane li vinse. Bellerofonte fu poi mandato contro le [[Amazzoni]]: vinse anche quelle. Ritornando, i più forti guerrieri della [[Licia]] gli tesero un'imboscata: perirono tutti. Allora il re capì che gli Olimpi erano con Bellerofonte, si scusò e gli offrì la mano della figlia [[Filonoe]] (sorella di [[Antea]]) e metà del suo regno. Da quest'unione nacquero: [[Isandro]], [[Ippoloco]] e [[Laodamia]]. Secondo una versione Bellerofonte tornò in volo a [[Tirinto]], dove, fingendosi innamorato di [[Antea]], la invitò a fuggire con lui in groppa a [[Pegaso]]: quando furono sopra il mare Bellerofonte precipitò la malaugurata in acqua. In vecchiaia Bellerofonte divenne cupo e miscredente; salito in groppa a [[Pegaso]] volle andare su in cielo a vedere con i suoi occhi se gli dèi c'erano oppure no. Ma [[Pegaso]] non volendosi prestare ad un sacrilegio lo precipitò sulla terra, e Bellerofonte rimase storpio fino alla morte (secondo una variante Pegaso disarcionò l'eroe dopo essere stato punto da un tafano inviato dagli dèi). Così il mitico cavallo alato sollevato da ogni peso terrestre si mise a servire [[Eos]], e da allora galoppa nei cieli albeggianti. [[Omero]] nell'[[Iliade]] (VI, 150 ss.) fa raccontare la storia di Bellerofonte all'eroe [[Glauco]], figlio di [[Ippoloco]], e quindi nipote di Bellerofonte stesso.
|anagrafica= SCHEDA ANAGRAFICA
 
|nome originale=-
 
|altri nomi=Ipponoo
 
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|sesso=Maschio
 
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|sezione=Mitologia Classica
 
|continente=Europa
 
|area=Mediterraneo
 
|paese=Grecia
 
|origine=Greci
 
|tipologia=Semidèi
 
|sottotipologia=Eroi
 
|specificità=Eroi Classici
 
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|indole=Neutrale
 
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Il suo vero nome era Ipponoo, ma fu cambiato in Bellerofonte (''uccisore di Bellero'') dopo che egli ebbe appunto ucciso [[Bellero]]. Non si conoscono con precisione i suoi genitori, giacché si favoleggia fosse figlio di [[Glauco (2)|Glauco]], re di [[Corinto]]. Ma [[Glauco]] era anche un epiteto di [[Poseidone]], dunque potrebbe essere figlio del dio marino. La madre si chiamava [[Eurimede]]. [[Poseidone]] gli aveva regalato [[Pegaso]] il [[cavallo]] alato, Bellerofonte non riuscì a domarlo finché [[Atena]] in sogno non gli mostrò delle briglie d'oro, imitatele finalmente poté domare il [[cavallo]], diventando così l'inventore dell'equitazione. Per purificarsi dell'uccisione di [[Bellero]] fu mandato ad espiare la sua penitenza presso [[Preto]], re di [[Tirinto]]. Di lui si invaghì [[Antea]], moglie di [[Preto]], e vistasi rifiutata disse al marito di essere stata molestata da Bellerofonte. [[Preto]], non volendo uccidere il giovane da lui purificato, lo mandò presso il suocero [[Iobate]], re di [[Licia]], con una lettera chiusa che diceva di uccidere il portatore della stessa. [[Iobate]], leggendo la lettera, si gettò in conflitto con la coscienza; da una parte non voleva uccidere il giovane ospite e dall'altra non voleva dispiacere il genero, allora egli scelse una scappatoia: affidare a Bellerofonte un'impresa disperata lasciandolo così al volere degli dèi. Bellerofonte fu così mandato contro la mostruosa [[Chimera]], con l'aiuto del suo favoloso [[Pegaso]] dall'alto uccise la [[Chimera]] con l'ausilio di saette. Allora [[Iobate]] lo mandò a combattere i [[Solimi]]: il giovane li vinse. Bellerofonte fu poi mandato contro le [[Amazzoni]]: vinse anche quelle. Ritornando, i più forti guerrieri della [[Licia]] gli tesero un'imboscata: perirono tutti. Allora il re capì che gli Olimpi erano con Bellerofonte, si scusò e gli offrì la mano della figlia [[Filonoe]] (sorella di [[Antea]]) e metà del suo regno. Da quest'unione nacquero: [[Isandro]], [[Ippoloco]] e [[Laodamia]]. Secondo una versione Bellerofonte tornò in volo a [[Tirinto]], dove, fingendosi innamorato di [[Antea]], la invitò a fuggire con lui in groppa a [[Pegaso]]: quando furono sopra il mare Bellerofonte precipitò la malaugurata in acqua. In vecchiaia Bellerofonte divenne cupo e miscredente; salito in groppa a [[Pegaso]] volle andare su in cielo a vedere con i suoi occhi se gli dèi c'erano oppure no. Ma [[Pegaso]] non volendosi prestare ad un sacrilegio lo precipitò sulla terra, e Bellerofonte rimase storpio fino alla morte (secondo una variante Pegaso disarcionò l'eroe dopo essere stato punto da un tafano inviato dagli dèi). Così il mitico [[cavallo]] alato sollevato da ogni peso terrestre si mise a servire [[Eos]], e da allora galoppa nei cieli albeggianti. [[Omero]] nell'[[Iliade]] (VI, 150 ss.) fa raccontare la storia di Bellerofonte all'eroe [[Glauco (3)|Glauco]], figlio di [[Ippoloco]], e quindi nipote di Bellerofonte stesso.
 
 
{{Bibliografia}}
 
 
==MUSEO==
 
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[[Categoria:Aspetto: Antropomorfo]]
[[Categoria:Omicidio]]
 
[[Categoria:Fratricidio]]
 

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