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==La leggenda==
 
==La leggenda==
 
<br>Molto molto tempo fa il grande mare non era così profondo e la terraferma era costituita principalmente da due isole molto grandi, simili a due gigantesche tartarughe che galleggiano nell’acqua. Una di queste isole si trovava in alto sulle spalle della Terra, nell’acqua fredda. Nessuno si prendeva la briga di costruire una casa su quel guscio. Ci vivevano solo animali selvatici e forse qualche Menehune. <br>L’altra isola si scaldava sotto il calore del sole alla cintola della Terra. Nella sua antica lingua, la gente che viveva su questo guscio lo chiamava aina-momomaakane, pingue-terra-di-dio. Per costoro ogni cosa era buona e ogni persona era felice. Bisognava lavorare poco e la maggior parte della gente faceva solo quello che le piaceva, e niente e nessuno la infastidiva.
 
<br>Molto molto tempo fa il grande mare non era così profondo e la terraferma era costituita principalmente da due isole molto grandi, simili a due gigantesche tartarughe che galleggiano nell’acqua. Una di queste isole si trovava in alto sulle spalle della Terra, nell’acqua fredda. Nessuno si prendeva la briga di costruire una casa su quel guscio. Ci vivevano solo animali selvatici e forse qualche Menehune. <br>L’altra isola si scaldava sotto il calore del sole alla cintola della Terra. Nella sua antica lingua, la gente che viveva su questo guscio lo chiamava aina-momomaakane, pingue-terra-di-dio. Per costoro ogni cosa era buona e ogni persona era felice. Bisognava lavorare poco e la maggior parte della gente faceva solo quello che le piaceva, e niente e nessuno la infastidiva.
<br>Ma un giorno tutto cambiò. Qualcuno dice che il vecchio modo di vivere ebbe fine perché un uomo e una donna profanarono il giardino fiorito di un dio, cosicché tutti furono esiliati su una piccola terra galleggiante, dove i loro discendenti furono condannati a grattare il loro cibo dalle rocce. Ma c’è anche un’altra storia che narra di un mattino insolitamente freddo in cui sulle piante comparve molta rugiada. La terrà sdrucciolò su un ibisco bagnato e cadde sul suo dorso. Il grande gigante [[bianco]] che dormiva nelle ombre sulla sommità del mondo si svegliò e si ritrovò esposto ai raggi del sole caldo. <br>Per tornare a nascondersi, si tramutò repentinamente in acqua. Gli altri dèi, gli dèi rossi antenati di Pele, ruggirono di rabbia nell’essere disturbati. Tutto questo diede luogo a una grande agitazione.
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<br>Ma un giorno tutto cambiò. Qualcuno dice che il vecchio modo di vivere ebbe fine perché un uomo e una donna profanarono il giardino fiorito di un dio, cosicché tutti furono esiliati su una piccola terra galleggiante, dove i loro discendenti furono condannati a grattare il loro cibo dalle rocce. Ma c’è anche un’altra storia che narra di un mattino insolitamente freddo in cui sulle piante comparve molta rugiada. La terrà sdrucciolò su un ibisco bagnato e cadde sul suo dorso. Il grande gigante bianco che dormiva nelle ombre sulla sommità del mondo si svegliò e si ritrovò esposto ai raggi del sole caldo. <br>Per tornare a nascondersi, si tramutò repentinamente in acqua. Gli altri dèi, gli dèi rossi antenati di Pele, ruggirono di rabbia nell’essere disturbati. Tutto questo diede luogo a una grande agitazione.
 
Quando infine tutto tornò calmo, la gente si accorse che tra loro c’erano pochissimi superstiti e che non vivevano più sul grande dorso di una tartaruga, ma sui frammenti sparsi di esso, cioè su moltissime isolette. E le stelle nel cielo sopra di loro adesso erano quelle che prima si potevano vedere molto lontano a sud della cintola della Terra. (Queste isolette adesso si chiamano Fiji, Tonga, Samoa e Tahiti.)
 
Quando infine tutto tornò calmo, la gente si accorse che tra loro c’erano pochissimi superstiti e che non vivevano più sul grande dorso di una tartaruga, ma sui frammenti sparsi di esso, cioè su moltissime isolette. E le stelle nel cielo sopra di loro adesso erano quelle che prima si potevano vedere molto lontano a sud della cintola della Terra. (Queste isolette adesso si chiamano Fiji, Tonga, Samoa e Tahiti.)
 
<br>Ma il mare non fu del tutto ostile: per aiutare la gente dopo la grande scossa, ogni cosa dentro le acque cominciò a crescere più in fretta e più grande. Per incontrarsi fra loro e per cercare di conoscere cosa era rimasto della loro precedente patria, le popolazioni costruirono con grandi alberi delle robuste canoe che in quel tempo navigarono in ogni direzione fra un’isola e l’altra. Ben presto scoprirono che il mare aveva fatto loro un altro dono: migliaia di piccole isolette coralline erano sorte ovunque, come lunghe strisce di perle, tracciando dei sentieri da un gruppo di isole all’altro. Seguendo uno di questi sentieri, essi riscoprirono molto a sud un grosso frammento della loro vecchia terra, denominato un tempo ka-paia-ha’a, poi Aotearoa (“Terra della grande nuvola bianca”) e infine Nuova Zelanda.
 
<br>Ma il mare non fu del tutto ostile: per aiutare la gente dopo la grande scossa, ogni cosa dentro le acque cominciò a crescere più in fretta e più grande. Per incontrarsi fra loro e per cercare di conoscere cosa era rimasto della loro precedente patria, le popolazioni costruirono con grandi alberi delle robuste canoe che in quel tempo navigarono in ogni direzione fra un’isola e l’altra. Ben presto scoprirono che il mare aveva fatto loro un altro dono: migliaia di piccole isolette coralline erano sorte ovunque, come lunghe strisce di perle, tracciando dei sentieri da un gruppo di isole all’altro. Seguendo uno di questi sentieri, essi riscoprirono molto a sud un grosso frammento della loro vecchia terra, denominato un tempo ka-paia-ha’a, poi Aotearoa (“Terra della grande nuvola bianca”) e infine Nuova Zelanda.

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