Modifica di Apsaras

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Sono le [[ninfe]] celesti, amanti dei [[Gandharva]]. La loro presenza è una costante in tutta la letteratura indiana, dall'epoca Vedica (1500 a.C.) al Medioevo. Nonostante dimorino nel paradiso di [[Indra]] ed abbiano caratteri pienamente celesti, la loro più antica radice va ricercata in uno stretto rapporto con le acque, cui riporta il loro stesso nome: ap, acqua, e sar, muoversi, scorrere, e quindi "coloro che si muovono fra le acque". Per conciliare questi due caratteri, celeste ed acquatico, si è pensato che esse simboleggiassero le nuvole o anche le nebbie mattutine.
 
Sono le [[ninfe]] celesti, amanti dei [[Gandharva]]. La loro presenza è una costante in tutta la letteratura indiana, dall'epoca Vedica (1500 a.C.) al Medioevo. Nonostante dimorino nel paradiso di [[Indra]] ed abbiano caratteri pienamente celesti, la loro più antica radice va ricercata in uno stretto rapporto con le acque, cui riporta il loro stesso nome: ap, acqua, e sar, muoversi, scorrere, e quindi "coloro che si muovono fra le acque". Per conciliare questi due caratteri, celeste ed acquatico, si è pensato che esse simboleggiassero le nuvole o anche le nebbie mattutine.
<br>Nel [[Rigveda]] si dice che l'Apsara frequenta i fiumi, e che appare sotto forma di uccello acquatico, per lo più cigno. La più celebre di esse, [[Urvasi]], viene anche chiamata [[Apya Yasha]], la donna delle acque. In generale sono considerate come ninfe benevole e di buon augurio. Fisicamente il carattere fondamentale dell'Apsaras è una bellezza perfetta e travolgente, spesso impiegata, su ordine degli dei, come mezzo di seduzione verso asceti e santi, per provare il loro distacco dal mondo corporeo. Possono assumere qualsiasi forma, animale, umana o vegetale, confermando con questo potere il loro legame con l'elemento acqua, adattabile a qualsiasi forma. Si ricordi come anche molte divinità greche del mare possiedano le medesime capacità trasformiste ([[Proteo]], [[Nereo]], [[Teti]]).
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<br>Nel [[Rig-Veda]] si dice che l'Apsara frequenta i fiumi, e che appare sotto forma di uccello acquatico, per lo più cigno. La più celebre di esse, [[Urvasi]], viene anche chiamata [[Apya Yasha]], la donna delle acque. In generale sono considerate come ninfe benevole e di buon augurio. Fisicamente il carattere fondamentale dell'Apsaras è una bellezza perfetta e travolgente, spesso impiegata, su ordine degli dei, come mezzo di seduzione verso asceti e santi, per provare il loro distacco dal mondo corporeo. Possono assumere qualsiasi forma, animale, umana o vegetale, confermando con questo potere il loro legame con l'elemento acqua, adattabile a qualsiasi forma. Si ricordi come anche molte divinità greche del mare possiedano le medesime capacità trasformiste ([[Proteo]], [[Nereo]], [[Teti]]).
 
<br>Le Apsaras, creazione tipicamente Induista, trovano spazio anche nelle altre religioni locali, Buddhismo e Giainismo, soprattutto nella loro veste di seduttrici e tentatrici cosmiche, in ordine alla negativa visione del sesso femminile congeniale a queste (e a tante altre) religioni.
 
<br>Le Apsaras, creazione tipicamente Induista, trovano spazio anche nelle altre religioni locali, Buddhismo e Giainismo, soprattutto nella loro veste di seduttrici e tentatrici cosmiche, in ordine alla negativa visione del sesso femminile congeniale a queste (e a tante altre) religioni.
 
<br>Le Apsaras ed i [[Gandharva]] abitano spesso alberi sacri, da cui si traggono legni adatti ai fuochi: vediamo quindi che le ninfe, nate in origine come personificazione dell'acqua, poi passate al ciclo, si radicano sempre più nella natura, legandosi anche agli altri elementi (fuoco, vegetazione, terra). Per uniformarsi ai loro compagni [[Gandharva]], diventano anch'esse musiciste; i loro strumenti preferiti sono il cembalo e il flauto. Sempre a somiglianzà dei loro compagni propiziano gli amori, la procreazione ed anche, curiosamente, il gioco dei dadi.
 
<br>Le Apsaras ed i [[Gandharva]] abitano spesso alberi sacri, da cui si traggono legni adatti ai fuochi: vediamo quindi che le ninfe, nate in origine come personificazione dell'acqua, poi passate al ciclo, si radicano sempre più nella natura, legandosi anche agli altri elementi (fuoco, vegetazione, terra). Per uniformarsi ai loro compagni [[Gandharva]], diventano anch'esse musiciste; i loro strumenti preferiti sono il cembalo e il flauto. Sempre a somiglianzà dei loro compagni propiziano gli amori, la procreazione ed anche, curiosamente, il gioco dei dadi.

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