Zirulicchio

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Sorta di spirito folletto la cui leggenda è stata viva fino a trent'anni fa in tutta l'area geografica lucana. Dispettoso ma non malvagio, si presenterebbe sotto vari aspetti (anche quello di un grosso cane) nonostante le sue ridottissime dimensioni; può, al caso, rendersi invisibile, invulnerabile, volare nell'aria. Gelosissimo del grande cappuccio rosso che porta perennemente sul capo, diviene servizievole se qualcuno più abile di lui riesce a toglierglielo, giungendo, pur di riottenerlo, a rivelare la sede di tesori nascosti di cui, come altre simili creature della terra (gnomi), è custode e garante. Secondo la tradizione popolare i bambini morti senza battesimo assumono tale natura, il che spiegherebbe l'intensificarsi dell'attività di questi esseri fantastici durante la festività dei morti. I contadini della regione lo ritengono capace di spaventare con improvvise comparse sia uomini che animali. Tuttavia i suoi poteri, diversamente da quelli dei demoni, non causerebbero mai gravi disgrazie.
In alcuni villaggi della Basilicata, una scopa di saggina veniva nottetempo lasciata dietro la porta di casa per difendersi dalle incursioni dello spiritello. Carlo Levi che, nel suo Cristo si è fermato ad Eboli, dedica molte pagine al folklore lucano riferisce che, a detta degli anziani e di chi ha vissuto un'esperienza del genere, un segno di croce accompagnato da un'invocazione alla Madonna o San Rocco basterebbe a metterlo in fuga.