Differenze tra le versioni di "Vampiro"

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Il timore del ritorno di un morto nel mondo dei vivi è diffuso in tante culture nelle varie ere del mondo, fin dal Neolitico, quando i cadaveri venivano arsi e chiusi nelle urne, oppure sepolti strettamente legati in avelli, serrati da pesanti lastre di pietra. Ancora dopo nei "tempi moderni", tra popolazioni appena entrate in contatto con l'uomo bianco, gli antropologi registrarono strane usanze.
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Il vampiro è un essere che, dopo la morte biologica, torna in vita e sopravvive nutrendosi dell'essenza vitale (generalmente sotto forma di sangue) di altre creature.
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==Iconografia==
 
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Il Vampiro ha, in genere, il viso emaciato e pallido come il marmo, il colore degli occhi è slavato, le labbra sono gonfie, spesso tumefatte, denti aguzzi, unghie sempre lunghissime e affilate, orecchie appuntite e mobili come quelle dei pipistrelli, l'alito orrendamente fetido. Il suo morso è anestetico, tanto che la vittima che lo subisce, durante il sonno non si desta. Nel succhiare il sangue, emette un suono caratteristico per il quale il Vampirologo Pierre Thyraeus de Neuss ne ha coniato, nel 1700, il termine poppysma (De Terrificationibus Nocturnis). Il suo morso è inoltre contagioso: chi ne muore, diviene Vampiro a sua volta.  
 
Il Vampiro ha, in genere, il viso emaciato e pallido come il marmo, il colore degli occhi è slavato, le labbra sono gonfie, spesso tumefatte, denti aguzzi, unghie sempre lunghissime e affilate, orecchie appuntite e mobili come quelle dei pipistrelli, l'alito orrendamente fetido. Il suo morso è anestetico, tanto che la vittima che lo subisce, durante il sonno non si desta. Nel succhiare il sangue, emette un suono caratteristico per il quale il Vampirologo Pierre Thyraeus de Neuss ne ha coniato, nel 1700, il termine poppysma (De Terrificationibus Nocturnis). Il suo morso è inoltre contagioso: chi ne muore, diviene Vampiro a sua volta.  
  
 
==La tradizione vampirica nel mondo==
 
==La tradizione vampirica nel mondo==
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Il timore del ritorno di un morto nel mondo dei vivi è diffuso in tante culture nelle varie ere del mondo, fin dal Neolitico, quando i cadaveri venivano arsi e chiusi nelle urne, oppure sepolti strettamente legati in avelli, serrati da pesanti lastre di pietra. Ancora oggi, tra popolazioni appena entrate in contatto con l'uomo bianco, gli antropologi registrano strane usanze.
 
Ad esempio nella Columbia Britannica, presso gli Shuswap, vedove e vedovi restavano a lungo isolati dalla comunità, dormivano su giacigli di spine per scoraggiare visite indesiderate da parte del coniuge defunto. Altre popolazioni usavano metodi più duri per scoraggiare il ritorno dei morti, tra questi: i Persiani, i Medi, i Parti e gli Iberni, davano in pasto alle belve i propri defunti; alcuni popoli nomadi della Russia (Ciuvasci), inchiodavano i cadaveri nelle bare con ferri appuntiti, i quali venivano fatti passare attraverso la testa e il cuore. Tutto ciò, talvolta, poteva non essere sufficiente, infatti infinite sono le leggende in ogni paese di defunti tornati presso i vivi per esigere il proprio tributo.
 
Ad esempio nella Columbia Britannica, presso gli Shuswap, vedove e vedovi restavano a lungo isolati dalla comunità, dormivano su giacigli di spine per scoraggiare visite indesiderate da parte del coniuge defunto. Altre popolazioni usavano metodi più duri per scoraggiare il ritorno dei morti, tra questi: i Persiani, i Medi, i Parti e gli Iberni, davano in pasto alle belve i propri defunti; alcuni popoli nomadi della Russia (Ciuvasci), inchiodavano i cadaveri nelle bare con ferri appuntiti, i quali venivano fatti passare attraverso la testa e il cuore. Tutto ciò, talvolta, poteva non essere sufficiente, infatti infinite sono le leggende in ogni paese di defunti tornati presso i vivi per esigere il proprio tributo.
 
<br>La più nota, forse, è quella della Fidanzata di Corinto, celebrata da Goethe e tradotta da Benedetto Croce, nella quale la fanciulla Filinnio, alla quale la madre aveva impedito, in vita,
 
<br>La più nota, forse, è quella della Fidanzata di Corinto, celebrata da Goethe e tradotta da Benedetto Croce, nella quale la fanciulla Filinnio, alla quale la madre aveva impedito, in vita,
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per berne il sangue, e strappava il feto dal grembo delle donne incinte. In uno scongiuro si legge: "Colei che mi ha preso, notte e giorno mi travaglia, prosciuga le mie carni, tutto il giorno mi stringe, tutta la notte non mi lascia".  
 
per berne il sangue, e strappava il feto dal grembo delle donne incinte. In uno scongiuro si legge: "Colei che mi ha preso, notte e giorno mi travaglia, prosciuga le mie carni, tutto il giorno mi stringe, tutta la notte non mi lascia".  
 
<br>Il termine Vampiro, con cui distinguiamo i morti bevitori di sangue, è di origine slava; secondo molti è l'insieme della parola lituana wempti, (bere) e quella turca uber (essere diabolico).
 
<br>Il termine Vampiro, con cui distinguiamo i morti bevitori di sangue, è di origine slava; secondo molti è l'insieme della parola lituana wempti, (bere) e quella turca uber (essere diabolico).
<br>Secondo la tradizione rabbinica, la stirpe dei Vampiri ha avuto inizio dal "matrimonio" di Adamo e il demone Lilith. Il Vampiro propriamente detto è un defunto che per concessione infernale, sopravvive alla propria morte succhiando il sangue sottratto ai viventi. Secondo il popolo slavo, le persone maggiormente destinate a diventare un vampiro erano i defunti di morte violenta e i giovani vergini: si pensava, infatti, che questi defunti fossero ancora avidi delle gioie di cui il prematuro trapasso li aveva privati. La tipologia e il nome del Vampiro varia a seconda del popolo di appartenenza. Alcuni esempi: i Polacchi lo chiamavano [[Upir]] (lingua affilata come un pungiglione). Nella Piccola Russia era detto [[mjertovjek]], ed era considerato figlio di un lupo mannaro e di una strega. Per i serbi e i montenegrini [[Vurdalak]], colui che in vita eta stato un uomo dalla condotta riprovevole. Malgrado le differenziazioni, esistono tuttavia numerose caratteristiche che ne permettono agevolmente l'identificazione.  
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<br>Secondo la tradizione rabbinica, la stirpe dei Vampiri ha avuto inizio dal "matrimonio" di [[Adamo]] e il demone [[Lilith]]. Il Vampiro propriamente detto è un defunto che per concessione infernale, sopravvive alla propria morte succhiando il sangue sottratto ai viventi. Secondo il popolo slavo, le persone maggiormente destinate a diventare un vampiro erano i defunti di morte violenta e i giovani vergini: si pensava, infatti, che questi defunti fossero ancora avidi delle gioie di cui il prematuro trapasso li aveva privati. La tipologia e il nome del Vampiro varia a seconda del popolo di appartenenza. Alcuni esempi: i Polacchi lo chiamavano [[Upir]] (lingua affilata come un pungiglione). Nella Piccola Russia era detto [[mjertovjek]], ed era considerato figlio di un lupo mannaro e di una strega. Per i serbi e i montenegrini [[Vurdalak]], colui che in vita eta stato un uomo dalla condotta riprovevole. Malgrado le differenziazioni, esistono tuttavia numerose caratteristiche che ne permettono agevolmente l'identificazione.  
  
 
==Interpretazione==
 
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Versione delle 17:33, 1 apr 2020

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio e Femmina
Genitori: [[{{{padre1}}}]] e [[{{{madre1}}}]]
oppure [[{{{padre2}}}]] e [[{{{madre2}}}]]
oppure [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]]
oppure [[{{{padre4}}}]] e [[{{{madre4}}}]]
Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Folklore
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Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: -
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Creature Fantastiche
Sottotipologia: Non Morti
Specificità: Vampiri
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Malevola
Elemento: Terra
Habitat: -
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE

Il vampiro è un essere che, dopo la morte biologica, torna in vita e sopravvive nutrendosi dell'essenza vitale (generalmente sotto forma di sangue) di altre creature.

Iconografia

Il Vampiro ha, in genere, il viso emaciato e pallido come il marmo, il colore degli occhi è slavato, le labbra sono gonfie, spesso tumefatte, denti aguzzi, unghie sempre lunghissime e affilate, orecchie appuntite e mobili come quelle dei pipistrelli, l'alito orrendamente fetido. Il suo morso è anestetico, tanto che la vittima che lo subisce, durante il sonno non si desta. Nel succhiare il sangue, emette un suono caratteristico per il quale il Vampirologo Pierre Thyraeus de Neuss ne ha coniato, nel 1700, il termine poppysma (De Terrificationibus Nocturnis). Il suo morso è inoltre contagioso: chi ne muore, diviene Vampiro a sua volta.

La tradizione vampirica nel mondo

Il timore del ritorno di un morto nel mondo dei vivi è diffuso in tante culture nelle varie ere del mondo, fin dal Neolitico, quando i cadaveri venivano arsi e chiusi nelle urne, oppure sepolti strettamente legati in avelli, serrati da pesanti lastre di pietra. Ancora oggi, tra popolazioni appena entrate in contatto con l'uomo bianco, gli antropologi registrano strane usanze. Ad esempio nella Columbia Britannica, presso gli Shuswap, vedove e vedovi restavano a lungo isolati dalla comunità, dormivano su giacigli di spine per scoraggiare visite indesiderate da parte del coniuge defunto. Altre popolazioni usavano metodi più duri per scoraggiare il ritorno dei morti, tra questi: i Persiani, i Medi, i Parti e gli Iberni, davano in pasto alle belve i propri defunti; alcuni popoli nomadi della Russia (Ciuvasci), inchiodavano i cadaveri nelle bare con ferri appuntiti, i quali venivano fatti passare attraverso la testa e il cuore. Tutto ciò, talvolta, poteva non essere sufficiente, infatti infinite sono le leggende in ogni paese di defunti tornati presso i vivi per esigere il proprio tributo.
La più nota, forse, è quella della Fidanzata di Corinto, celebrata da Goethe e tradotta da Benedetto Croce, nella quale la fanciulla Filinnio, alla quale la madre aveva impedito, in vita, di unirsi al promesso sposo, torna da morta a reclamare il compimento dell'amplesso: "Dalla tomba mi levo a ricercare il bene che mi manca dell'amore; il mio sposo perduto ad abbracciare ed a suggere il sangue del suo cuore", Il collegamento vita-oltretomba-sessosangue, è presente in molte tradizioni e in ampio spettro di culture; presso i Babilonesi vi era un demone femmina chiamato Lamashtu, che attirava gli uomini per berne il sangue, e strappava il feto dal grembo delle donne incinte. In uno scongiuro si legge: "Colei che mi ha preso, notte e giorno mi travaglia, prosciuga le mie carni, tutto il giorno mi stringe, tutta la notte non mi lascia".
Il termine Vampiro, con cui distinguiamo i morti bevitori di sangue, è di origine slava; secondo molti è l'insieme della parola lituana wempti, (bere) e quella turca uber (essere diabolico).
Secondo la tradizione rabbinica, la stirpe dei Vampiri ha avuto inizio dal "matrimonio" di Adamo e il demone Lilith. Il Vampiro propriamente detto è un defunto che per concessione infernale, sopravvive alla propria morte succhiando il sangue sottratto ai viventi. Secondo il popolo slavo, le persone maggiormente destinate a diventare un vampiro erano i defunti di morte violenta e i giovani vergini: si pensava, infatti, che questi defunti fossero ancora avidi delle gioie di cui il prematuro trapasso li aveva privati. La tipologia e il nome del Vampiro varia a seconda del popolo di appartenenza. Alcuni esempi: i Polacchi lo chiamavano Upir (lingua affilata come un pungiglione). Nella Piccola Russia era detto mjertovjek, ed era considerato figlio di un lupo mannaro e di una strega. Per i serbi e i montenegrini Vurdalak, colui che in vita eta stato un uomo dalla condotta riprovevole. Malgrado le differenziazioni, esistono tuttavia numerose caratteristiche che ne permettono agevolmente l'identificazione.

Interpretazione

Il Vampiro si è ormai stabilito come una potente icona nella nostra cultura. Molti sono tentati di credere che il potere e la popolarità dell' essere dai lunghi canini sia riconducibile semplicemente al nostro collettivo amore per il pericolo.
Certo, il Vampiro è pericoloso. In ogni caso, poche creature ispirano il tipo di devozione che troviamo nei seguaci dei Vampiri. Poche persone sono affascinate dal mostro di Frankenstein come lo sono dalle creature dellanotte.
Da un punto di vista folkloristico, il Vampiro può essere servito come spiegazione mitica per un processo che storicamente poche culture capirono. La morte è sempre stata un mistero, ma mai così tanto quanto lo fu prima degli sviluppi della scienza e della medicina di questo secolo.
Gli uomini hanno sempre cercato di capire il mondo intorno a loro; la nostra sete e capacità di imparare sono illimitate. Storicamente, comunque, ciò che non può essere compreso o spiegato è relegato al fertile terreno dal quale nascono miti e superstizioni. Per esempio, quante cose sono "note" come portatrici di cattiva sorte? Uno specchio rotto, camminare sotto una scala, un gatto nero che ci attraversa la strada ... e la lista potrebbe proseguire. Alla luce di questi fatti, la presenza del vampiro nel folclore indica che il suo intento potrebbe essere quello di spiegare attraverso la superstizione ciò che non può essere compreso in altri modi: il mistero della morte.
Nei tempi moderni, la morte è stata meglio compresa, ma non del tutto; le vecchie superstizioni sono sempre dietro l'angolo. La morte ci spaventa ancora più di ogni altra cosa. Non siamo ancora sicuri di cosa accada dopo la morte. Stephen King una volta disse: "La sepoltura è un mistero, ma la morte è un segreto".
Il Vampiro, per alcuni, è ancora una rappresentazione di una spaventosa verità della nostra esistenza: ogni essere vivente deve morire. Il Vampiro ci affascina perché la sua natura è in perfetta antitesi con questa verità. Egli è morto per avere la vita, e la sua stessa esistenza è garantita dalla morte altrui.
Per altri, il Vampiro di oggi rappresenta la capacità che tutti vorremmo avere - l'abilità di ingannare la morte, sconfiggerla e continuare ad esistere. In una visione romantica, egli è immortale, ma nessun'altra creatura sulla terra conosce la morte così intimamente come lui.
Con l'evoluzione del XX secolo, l'uomo razionale si è rivolto alla scienza per spiegare le mitologie che per centinaia di anni hanno pervaso il mondo, Come può un uomo essere scambiato per un vampiro?
Esistono, in realtà, diverse malattie che sembrano provocare disturbi compatibili con le caratteristiche principali del vampirismo.
Vediamone alcune assieme:

Anemia

Derivante dalla parola greca che significa "mancanza di sangue", l'anemia è una malattia del sangue che comporta un numero molto basso di globuli rossi, necessari per il trasporto dell'ossigeno per tutto il corpo, quindi, quando una persona soffre di anemia, i sintomi sono causati da ossigeno inadeguato. Tali sintomi possono includere: aspetto pallido, affaticamento, respiro debole, problemi digestivi.
Tre sono le cause principali di anemia: malattia, eredità o grandi perdite di sangue.
Nel passato, una persona che mostrava questi sintomi poteva essere sospettata di essere stata attaccata da un Vampiro. Ancora una volta, il mito si plasma a seconda dei bisogni di chi ci vuoI credere. Nei tempi in cui la scienza medica era ancora lontana da alcune scoperte che oggi per noi risultano ovvie, la gente trovava spesso più facile credere che persone vittime di questi mali fossero state attaccate da un Vampiro, piuttosto che ammalate.
Inoltre, sintomi del genere possono aver suggerito ai nostri antenati che la vittima stesse iniziando la sua trasformazione in Vampiro, caratterizzata da un aspetto pallido e da difficoltà nel mangiare.

Catalessi

La catalessi è un disordine nervoso che causa una forma di animazione sospesa; questo comporta una perdita di movimento volontario, rigidità dei muscoli e diminuisce la sensibilità verso il calore ed il dolore. Una persona in stato di catalessi può quindi vedere e sentire ma non può muoversi. Il respiro, le pulsazioni e tutte le funzioni regola tori e del corpo sono talmente rallentate che ad un primo esame la persona può sembrare morta. Questa condizione può durare da alcuni minuti a giorni interi. Prima che la medicina del XX secolo si facesse strada, c'erano pochi test diagnostici che potevano essere fatti su di un corpo per assicurarsi che fosse realmente morto, ed era molto facile che una persona in catalessi venisse dichiarata prematuramente morta, quindi era molto probabile che corpi creduti morti venissero sotterrati quando in realtà morti non erano affatto. Immaginatevi cosa poteva succedere una volta che la persona fosse uscita dalla catalessi. Molti miti possono aver avuto origine da qui.

Porfiria

Di tutte le malattie ed i disordini che possono essere legati al vampirismo, la più bizzarra è di certo la porfiria. Si tratta di una rara malattia del sangue ereditaria; i suoi sintomi sono talmente vicini ai miti associati alla moderna concezione di vampirismo da lasciare sbalorditi. Un malato di porfiria non è in grado di produrre eme, componente dell' emoglobina, a sua volta sostanza fondamentale del sangue. Oggigiorno, questa malattia è curabile con regolari iniezioni di eme, tuttavia, solo cinquant'anni fa questo trattamento non era praticabile e la porfiria era sconosciuta. Di conseguenza, un malato di porfiria mostrava questi sintomi: estrema sensibilità alla luce solare; infiammazioni e cicatrici che non guariscono prontamente; eccessiva crescita dei capelli; assottigliamento dei tessuti intorno alle labbra e alle gengive (cosa che rende i denti più prominenti). Questa malattia può portare la vittima ad uscire solamente di notte, per evitare i raggi del sole.

Bibliografia

Fonti antiche

Fonti moderne