Differenze tra le versioni di "Ulisse"

Riga 1: Riga 1:
 
Figlio di [[Laerte]] e di [[Anticlea]], re di [[Itaca]]. Ebbe in moglie [[Penelope]], che lo rese padre di [[Telemaco]]. Fu mandato dal padre come ambasciatore presso i [[Messeni]] per riavere le greggi che costoro gli avevano rubato, e qui incontrò [[Ifito]] che gli regalò l'arco di [[Eurito]]. [[Agamennone]] lo persuase poi a partecipare alla guerra di [[Troia]], e si segnalò per valore, ma fu celebre specialmente per la sua astuzia. Accompagnò Diomede nella sortita notturna che costò la vita a [[Reso]]. Ebbe una parte notevole nel furto del [[Palladio]]. Toccarono a lui le armi di [[Achille]], quando questi morì. La trovata del cavallo di legno fu una sua idea. Dopo la distruzione di [[Troia]] impiegò dieci anni a tornare a casa, poichè diverse tempeste lo fecero errare per ogni dove: lo condussero prima nel paese dei [[Lotofagi]], poi in quello dei [[Ciclopi]], nell'isola di [[Eolo]], nella terra dei [[Lestrigoni]], nell'isola di [[Circe]], ai limiti estremi del mondo (da cui si recò nell'[[Erebo]] per interrogare l'anima di [[Tiresia]]), nell'isola delle [[Sirene]], nella [[Trinacria]], nell'isola di [[Calipso]] (dove rimase per sette anni) e a [[Scheria]] l'isola dei [[Feaci]]. Approdato finalmente ad [[Itaca]], [[Atena]] lo mutò in vecchio mendicante, così che arrivò nella reggia sotto mentite spoglie e assistette all'oltraggio che i [[Proci]] facevano alla sua casa. Vinse i [[Proci]] in una gara, dopodiché li sterminò. Secondo una tradizione posteriore sarebbe stato ucciso per errore da [[Telegono]], figlio suo e della maga [[Circe]].
 
Figlio di [[Laerte]] e di [[Anticlea]], re di [[Itaca]]. Ebbe in moglie [[Penelope]], che lo rese padre di [[Telemaco]]. Fu mandato dal padre come ambasciatore presso i [[Messeni]] per riavere le greggi che costoro gli avevano rubato, e qui incontrò [[Ifito]] che gli regalò l'arco di [[Eurito]]. [[Agamennone]] lo persuase poi a partecipare alla guerra di [[Troia]], e si segnalò per valore, ma fu celebre specialmente per la sua astuzia. Accompagnò Diomede nella sortita notturna che costò la vita a [[Reso]]. Ebbe una parte notevole nel furto del [[Palladio]]. Toccarono a lui le armi di [[Achille]], quando questi morì. La trovata del cavallo di legno fu una sua idea. Dopo la distruzione di [[Troia]] impiegò dieci anni a tornare a casa, poichè diverse tempeste lo fecero errare per ogni dove: lo condussero prima nel paese dei [[Lotofagi]], poi in quello dei [[Ciclopi]], nell'isola di [[Eolo]], nella terra dei [[Lestrigoni]], nell'isola di [[Circe]], ai limiti estremi del mondo (da cui si recò nell'[[Erebo]] per interrogare l'anima di [[Tiresia]]), nell'isola delle [[Sirene]], nella [[Trinacria]], nell'isola di [[Calipso]] (dove rimase per sette anni) e a [[Scheria]] l'isola dei [[Feaci]]. Approdato finalmente ad [[Itaca]], [[Atena]] lo mutò in vecchio mendicante, così che arrivò nella reggia sotto mentite spoglie e assistette all'oltraggio che i [[Proci]] facevano alla sua casa. Vinse i [[Proci]] in una gara, dopodiché li sterminò. Secondo una tradizione posteriore sarebbe stato ucciso per errore da [[Telegono]], figlio suo e della maga [[Circe]].
 +
==Ulisse nella letteratura==
 +
Umberto Saba, Ulisse:
 +
 +
<br>Nella mia giovinezza ho navigato
 +
<br>lungo le coste dalmate. Isolotti
 +
<br>A fior d’onda emergevano, ove raro
 +
<br>un uccello sostava intento a prede,
 +
<br>coperti d’alghe, scivolosi, al sole
 +
<br>belli come smeraldi. Quando l’alta
 +
<br>marea e la notte li annullava, vele
 +
<br>sottovento sbandavano più al largo,
 +
<br>per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
 +
<br>è quella terra di nessuno. Il porto
 +
<br>accende ad altri i suoi lumi; me al largo
 +
<br>sospinge ancora il non domato spirito,
 +
<br>e della vita il doloroso amore.
  
 
[[Categoria:Mitologia Greca]]
 
[[Categoria:Mitologia Greca]]

Versione delle 20:25, 1 apr 2011

Figlio di Laerte e di Anticlea, re di Itaca. Ebbe in moglie Penelope, che lo rese padre di Telemaco. Fu mandato dal padre come ambasciatore presso i Messeni per riavere le greggi che costoro gli avevano rubato, e qui incontrò Ifito che gli regalò l'arco di Eurito. Agamennone lo persuase poi a partecipare alla guerra di Troia, e si segnalò per valore, ma fu celebre specialmente per la sua astuzia. Accompagnò Diomede nella sortita notturna che costò la vita a Reso. Ebbe una parte notevole nel furto del Palladio. Toccarono a lui le armi di Achille, quando questi morì. La trovata del cavallo di legno fu una sua idea. Dopo la distruzione di Troia impiegò dieci anni a tornare a casa, poichè diverse tempeste lo fecero errare per ogni dove: lo condussero prima nel paese dei Lotofagi, poi in quello dei Ciclopi, nell'isola di Eolo, nella terra dei Lestrigoni, nell'isola di Circe, ai limiti estremi del mondo (da cui si recò nell'Erebo per interrogare l'anima di Tiresia), nell'isola delle Sirene, nella Trinacria, nell'isola di Calipso (dove rimase per sette anni) e a Scheria l'isola dei Feaci. Approdato finalmente ad Itaca, Atena lo mutò in vecchio mendicante, così che arrivò nella reggia sotto mentite spoglie e assistette all'oltraggio che i Proci facevano alla sua casa. Vinse i Proci in una gara, dopodiché li sterminò. Secondo una tradizione posteriore sarebbe stato ucciso per errore da Telegono, figlio suo e della maga Circe.

Ulisse nella letteratura

Umberto Saba, Ulisse:


Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
A fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.