Differenze tra le versioni di "Tragelaphos"

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Letteralmente "capro-cervo". Sotto questo nome si celano due significati: da una parte esso designa una metafora dell'inesistente, un essere irreale ed anche impossibile; dall'altra invece questa metafora, per il semplice fatto di esistere come parola, e di far riferimento a due esseri naturali, è divenuta nel tempo la definizione di un essere ibrido, che è stato ritenuto reale. Cosi abbiamo da un lato filosofi che usano questo ente per disquisire sulle capacità dell'immaginazione, in grado di prescindere dai dati sensoriali, e di accoppiarli come meglio crede, in libertà; sull'altro versante abbiamo invece naturalisti che traducono la metafora in immagini di un possibile essere reale, dando sempre più corpo a quello che doveva essere solo un'allegoria dell'irrealtà. E cosi, in pieno Rinascimento e fino al XVIII secolo questo essere, partito come un ente coscientemente immaginario ed inesistente, trova ancora un suo spazio nelle prime opere che inaugurano la zoologia scientifica come animale reale.
 
Letteralmente "capro-cervo". Sotto questo nome si celano due significati: da una parte esso designa una metafora dell'inesistente, un essere irreale ed anche impossibile; dall'altra invece questa metafora, per il semplice fatto di esistere come parola, e di far riferimento a due esseri naturali, è divenuta nel tempo la definizione di un essere ibrido, che è stato ritenuto reale. Cosi abbiamo da un lato filosofi che usano questo ente per disquisire sulle capacità dell'immaginazione, in grado di prescindere dai dati sensoriali, e di accoppiarli come meglio crede, in libertà; sull'altro versante abbiamo invece naturalisti che traducono la metafora in immagini di un possibile essere reale, dando sempre più corpo a quello che doveva essere solo un'allegoria dell'irrealtà. E cosi, in pieno Rinascimento e fino al XVIII secolo questo essere, partito come un ente coscientemente immaginario ed inesistente, trova ancora un suo spazio nelle prime opere che inaugurano la zoologia scientifica come animale reale.
  
[[Categoria:Creature Fantastiche dell'Europa]]
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[[Categoria:Europa]]
 
[[Categoria:Animali]]
 
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[[Categoria:Creature Fantastiche]]
 
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[[Categoria:Aspetto: Animale-Animale]]
 
[[Categoria:Aspetto: Animale-Animale]]

Versione delle 20:24, 13 nov 2011

Letteralmente "capro-cervo". Sotto questo nome si celano due significati: da una parte esso designa una metafora dell'inesistente, un essere irreale ed anche impossibile; dall'altra invece questa metafora, per il semplice fatto di esistere come parola, e di far riferimento a due esseri naturali, è divenuta nel tempo la definizione di un essere ibrido, che è stato ritenuto reale. Cosi abbiamo da un lato filosofi che usano questo ente per disquisire sulle capacità dell'immaginazione, in grado di prescindere dai dati sensoriali, e di accoppiarli come meglio crede, in libertà; sull'altro versante abbiamo invece naturalisti che traducono la metafora in immagini di un possibile essere reale, dando sempre più corpo a quello che doveva essere solo un'allegoria dell'irrealtà. E cosi, in pieno Rinascimento e fino al XVIII secolo questo essere, partito come un ente coscientemente immaginario ed inesistente, trova ancora un suo spazio nelle prime opere che inaugurano la zoologia scientifica come animale reale.