Tideo

Tideo e Ismene, vaso, 560 a.C., Museo del Louvre, Parigi

Figlio di Eneo e di Peribea, figlia di Ipponoo.

Nascita ed adolescenza

Tra le diverse tradizioni del matrimonio tra Eneo e Peribea, ce n'è una secondo la quale la giovane sarebbe stata sedotta da Eneo e, prima che questi la sposasse, abbandonata ai porcari. Proprio fra di essi sarebbe cresciuto il giovane Tideo. Secondo altri, invece, Eneo, per ordine di Zeus, aveva amato la propria figlia Gorga, e Tideo sarebbe stato il frutto di quest'amore.

L'esilio

Diventato adulto, Tideo commise un delitto: secondo alcuni uccise lo zio Alcatoo, secondo altri i figli di Melas: Feneo, Eurialo, Iperlao, Antioco, Eumede, Sternope, Santippo e Stenelao; secondo altri ancora uccise il fratello Olenia.
Dovette perciò fuggire da Calidone. Si rifugiò in Argo, presso la corte di re Adrasto, dove giunse contemporaneamente a Polinice. Adrasto acconsentì a purificare Tideo dal delitto e, confidando in un vecchio oracolo, gli diede in sposa la figlia Deipile, e dall'unione nacque Diomede, mentre Polinice sposò l'altra figlia Argia. Allo stesso tempo Adrasto promise ai due generi di restituire loro la patria.

La spedizione dei Sette contro Tebe

Così Tideo fu portato a partecipare alla spedizione dei Sette Contro Tebe, che aveva per scopo porre di nuovo Polinice sul trono di Tebe.
Durante l'episodio di Archemoro, Tideo si schierò dalla parte di Ipsipile contro il re Licurgo, con cui iniziò a battersi fino a che Adrasto ed Anfiarao non placarono la disputa. Ai giochi che furono celebrati in onore di Archemoro, e che diventeranno i Giochi Nemei, Tideo vinse la gara del cesto. Tideo venne, poi, inviato come ambasciatore a Tebe, dove però Eteocle si rifiutò di ascoltarlo. Allora Tideo sfidò individualmente a singolar tenzone i Tebani, sconfiggendoli uno dopo l'altro. Mentre Tideo si ritirava, i Tebani gli tesero un'imboscata con 50 uomini. Tideo li uccise tutti tranne Meone.
Durante l'assedio alla città, un episodio mostra la ferocia di Tideo. Ismene, sorella di Eteocle, amava un giovane tebano, Teoclimeno, a cui aveva dato un appuntamento fuori città, vicino ad una fontana. Istigato da Atena, Tideo spiò i due giovani e li sorprese. Teoclimeno riuscì a fuggire, mentre Ismene, prigioniera, cercò di intenerire Tideo, il quale rimase inflessibile e la uccise.

La morte

Nel combattimento decisivo di fronte alle sette porte della città, l'avversario di Tideo fu Melanippo. Questi lo ferì al ventre, ma Tideo, benchè raggiunto mortalmente, abbattè il suo avversario. A quel punto la dea Atena si preparava a conferirgli l'immortalità che aveva ottenuto per lui da Zeus. Ma quando Anfiarao, che non perdonava a Tideo di aver contribuito personalmente ad organizzare la spedizione nella quale egli stesso doveva trovare la morte, capì l'intenzione della dea, tagliò la testa di Melanippo e la portò a Tideo. L'eroe spaccò il cranio del nemico e ne sorbì il cervello. Piena di disgusto per questo atto, Atena privò dell'immortalità Tideo e si ritirò dal campo di battaglia.
Tideo fu sepolto con cura da Meone, riconoscente verso colui che lo aveva risparmiato. Un'altra tradizione vuole invece che il cadavere di Tideo fu portato via dagli Ateniesi di Teseo e sepolto ad Eleusi.

BIBLIOGRAFIA

Fonti Antiche

Fonti Moderne


Titolo Autore Anno
Dizionario di Mitologia Ferrari, Anna 1999
Dizionario di Mitologia Classica. Dèi, eroi, feste Biondetti, Luisa 1997