Tiamat

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Tiamat

Tiamat, dea delle acque salate, e Apsu, dio delle acque dolci, erano le due divinità primordiali da cui si generarono i due mostruosi serpenti acquatici Lakhmu e Lakhamu. Da questi nacquero ancora Ansar e Kisar, rispettivamente dio dell'Alto e del Basso, e da questi discendono il grande dio del cielo Anu, Ea, dio dell'acqua, e Marduk, dio della terra. Con loro il cosmo passava da uno stato di caos primordiale ad un regime di ordine.

Tiamat incita alla rivolta

Tiamat, non potendo soffrire la presenza di tanti dèi, che restringevano ogni giorno di più i limiti del suo dominio, eccitò alla rivolta tutti i suoi figli, un orribile esercito di mostri infuocati e velenosi, che si era affrettata a partorire senza posa, per combattere i nuovi dèi, benché si trattasse di suoi pronipoti.
I figli di Tiamat avevano forme mostruose: corpi giganteschi con membra variamente combinate di animali diversi, serpenti, scorpioni, tori, cavalli, capre, pesci, cani, etc. Tra questi è degno di menzione Kusarikku, il capro-pesce, che diventerà famoso come simbolo zodiacale del Capricorno. Tiamat distribuì loro le armi e li riunì sotto gli ordini di Kingu, dio del fuoco, da lei scelto come marito, e si apprestò a dare l'assalto agli dèi.

La battaglia

La notizia del formidabile esercito creato dalla dea, giunse ad Ansar, che lo comunicò alle altre divinità, affidando il compito di sconfiggere Tiamat e i suoi figli prima ad Anu e successivamente ad Ea. Entrambi, però, non ebbero il coraggio di contrapporsi a Tiamat.
Solo Marduk, figlio di Ea, si dichiarò pronto ad accettare tale incarico, chiedendo come contropartita il potere assoluto su tutti gli dèi. Gli altri accettarono le sue condizione ed elessero Marduk quale loro campione e sovrano, consegnandogli scettro, corona, trono ed un'arma senza eguali per combattere il nemico.
Marduk, si armò di un arco con faretra che appese al fianco e si fece portare una lancia che strinse nella destra. Pose un fulmine davanti a sè e riempì il proprio corpo di una fiamma divoratrice. Costruì una rete magica per intrappolare Tiamat, e vi chiuse dentro i quattro venti, creò la burrasca, il turbine, l'uragano e la tempesta. Quindi salì sul suo carro e si preparò ad affrontare Tiamat e la sua progenie mostruosa. Alla vista di Marduk, Kingu e l'esercito che egli comandava furono sopraffatti dal terrore e fuggirono via. Non così Tiamat che si preparò a combattere. Marduk scagliò sul mostro i venti che aveva intrappolato, per stordirlo. Tiamat spalancò la sua bocca infinita con l'intento di inghiottirlo, ma Marduk le cacciò in gola l'uragano, che irruppe violentemente nel suo stomaco e la privò di tutte le sue forze. Allora Marduk le fu sopra e la uccise. Dopodichè imprigionò tutti i mostri suoi figli ad iniziare dal loro capo Kingu e li trascinò ai piedi del trono di Ansar.

La creazione del mondo

Successivamente Marduk ritornò lì dove giaceva il cadavere di Tiamat, per sgomberare l'immenso spazio che esso occupava. Per prima cosa ne estrasse tutto il sangue che affidò al vento del nord affinchè lo portasse in luoghi segreti e divise il corpo di Tiamat in due parti, con la superiore creò il Cielo e con quella inferiore la Terra.

Iconografia

Anche se comunemente Tiamat viene definita un essere a forma di drago o serpente, in base ad una dubbiosa identificazione su alcuni sigilli o bassorilievi, niente è meno certo della forma del mostro. Secondo le descrizioni Tiamat aveva due facce, quattro occhi e quattro orecchie. il che fa pensare ad un essere doppio, forse un androgino primitivo, ipotesi che sembra sorretta anche dalla divisione post mortem del corpo del mostro in Cielo e Terra. Ma la menzione della doppia testa o doppia faccia di Tiamat trova anche un suo parallelo proprio nel suo antagonista Marduk, anch'egli dotato della medesima caratteristica; si tratterebbe dunque di due esseri omologhi. probabilmente entrambi androgini. In un verso dell'Enuma Elish, il poema dedicato alla creazione del mondo, il fantasma di Tiamat è definito come un cammello senza corna (?) e coda; un altro verso lo definisce koubou, e cioè embrione, feto: ed in effetti Tiamat è l'embrione cosmico dell'universo. Secondo un altro testo contenuto nelle tavolette cuneiformi babilonesi, Tiamat era lunga 50 kasbu, l'altezza delle sue ondulazioni era un kasbu, la sua bocca era larga un gar e mezzo, e nuotava immersa ad una profondità di due gar. Tradotte in termini moderni queste misure ci descrivono un mostro lungo circa 400 chilometri, con una bocca larga tre metri (il che mi sembra un po' sproporzionato), con ondulazioni alte 8 chilometri. Quando Marduk lo uccise il suo sangue seguitò a colare dal corpo per tre anni, tre mesi e un giorno (v. Labbu).