Differenze tra le versioni di "Teseo"

(=L'uccisione del Minotauro)
(Il ritorno ad Atene)
Riga 18: Riga 18:
 
Divenuto adolescente, Teseo si recò, come d'usanza a Delfi ed offrì all'oracolo la sua capigliatura. Non tagliò, però, interamente i suoi capelli ma si limitò a radersi solo la parte anteriore, alla moda della popolazione degli [[Abanti]], istituendo così un'usanza di cui si trova conferma anche nell'età storica.
 
Divenuto adolescente, Teseo si recò, come d'usanza a Delfi ed offrì all'oracolo la sua capigliatura. Non tagliò, però, interamente i suoi capelli ma si limitò a radersi solo la parte anteriore, alla moda della popolazione degli [[Abanti]], istituendo così un'usanza di cui si trova conferma anche nell'età storica.
  
==Il ritorno ad Atene==
+
==Il ricongiungimento con Egeo==
 
All'età di sedici anni, Etra giudicò il figlio ormai abbastanza grande e gli rivelò il segreto della sua nascita. Lo condusse quindi alla roccia, che Teseo riuscì con uno sforzo a spostare, prendendo dunque possesso della spada e dei sandali. Teseo decise, dunque, di partire per Atene per ricongiungersi con il padre.
 
All'età di sedici anni, Etra giudicò il figlio ormai abbastanza grande e gli rivelò il segreto della sua nascita. Lo condusse quindi alla roccia, che Teseo riuscì con uno sforzo a spostare, prendendo dunque possesso della spada e dei sandali. Teseo decise, dunque, di partire per Atene per ricongiungersi con il padre.
 
Sia la madre che il nonno lo pregarono di raggiungere l'Attica via mare e non via terra, attraverso l'istmo di [[Corinto]]. In quel periodo, infatti, [[Eracle]] era trattenuto in [[Lidia]], al servizio di [[Onfale]], e tutti i mostri ed i briganti che, per paura dell'eroe, erano rimasti fino ad allora nascosti, cominciavano a devastare nuovamente il territorio.
 
Sia la madre che il nonno lo pregarono di raggiungere l'Attica via mare e non via terra, attraverso l'istmo di [[Corinto]]. In quel periodo, infatti, [[Eracle]] era trattenuto in [[Lidia]], al servizio di [[Onfale]], e tutti i mostri ed i briganti che, per paura dell'eroe, erano rimasti fino ad allora nascosti, cominciavano a devastare nuovamente il territorio.

Versione delle 19:13, 23 feb 2012

Leggendario re di Atene, figlio di Etra ed Egeo - o di Poseidone con cui Etra aveva giaciuto nella stessa notte.
Teseo fu un eroe-fondatore, come Perseo, Cadmo o Eracle che si batterono tutti, risultandone vincitori, contro avversari che allegoricamente rappresentavano antiche religioni ed istituzioni sociali. Come Eracle fu l’eroe dei Dori, Teseo fu l’eroe fondatore degli Ioni e venne considerato dagli Ateniesi come il loro grande riformatore, padre della patria e della democrazia in Occidente.

Etimologia

Il suo nome condivide la radice con la parola "thesmos" (θεσμός), il termine greco che sta per istituzione.

Nascita

Esistono due tradizioni sulle origini di Teseo: quella umana e quella divina.
Secondo la prima egli è figlio di Etra e di Egeo. Quest'ultimo, non riuscendo ad avere figli, aveva consultato l'oracolo di Delfi che, con versi oscuri, gli aveva vietato di slegare il collo dell'otre di vino prima di raggiungere Atene. Egeo, non comprendendone il significato, si fermò a Trezene per ricevere consiglio dal re Pitteo, che comprese immediatamente le parole dell'oracolo, fece ubriacare Egeo e, di notte, gli pose accanto la figlia Etra. Da quella unione nacque per l'appunto Teseo.
Secondo un'altra versione, invece, la stessa notte in cui Etra si era unita con Egeo, Atena le aveva inviato un sogno ingannatore inducendola a recarsi in un'isola per un sacrificio, qui sarebbe stata presa con la forza da Poseidone, che sarebbe dunque stato il vero padre di Teseo.

Infanzia

Teseo trascorse i primi anni della sua vita a Trezene, presso il nonno, dal momento che Egeo temeva che i Pallantidi, suoi nipoti, potessero fargli del male. Egeo, comunque, prima di tornare ad Atene aveva nascosto dietro ad una grande roccia una spada ed un paio di sandali, avvisando Etra che avrebbe dovuto rivelare tale segreto al figlio solo quando sarebbe stato abbastanza grande e forte da spostare da solo il masso. Allora Teseo, indossati i sandali e armato di spada, sarebbe dovuto partire in segreto alla volta di Atene alla ricerca del padre.
Teseo venne educato da Connida, al quale gli Ateniesi, ancora in epoca storica, sacrificavano un ariete nella vigilia delle feste in onore di Teseo.
Già durante l'infanzia, Teseo mostrò il suo coraggio. Un giorno, infatti, in cui Eracle aveva fatto visita al re Pitteo, lasciando la sua pelle di leone a terra accanto a sé, tutti i bambini del palazzo, pensando si trattasse di un leone vero erano fuggiti urlando di terrore, solo Teseo, per nulla impaurito, sottrasse un'arma ad un servitore e attaccò il presunto mostro.

La visita all'oracolo di Delfi

Divenuto adolescente, Teseo si recò, come d'usanza a Delfi ed offrì all'oracolo la sua capigliatura. Non tagliò, però, interamente i suoi capelli ma si limitò a radersi solo la parte anteriore, alla moda della popolazione degli Abanti, istituendo così un'usanza di cui si trova conferma anche nell'età storica.

Il ricongiungimento con Egeo

All'età di sedici anni, Etra giudicò il figlio ormai abbastanza grande e gli rivelò il segreto della sua nascita. Lo condusse quindi alla roccia, che Teseo riuscì con uno sforzo a spostare, prendendo dunque possesso della spada e dei sandali. Teseo decise, dunque, di partire per Atene per ricongiungersi con il padre. Sia la madre che il nonno lo pregarono di raggiungere l'Attica via mare e non via terra, attraverso l'istmo di Corinto. In quel periodo, infatti, Eracle era trattenuto in Lidia, al servizio di Onfale, e tutti i mostri ed i briganti che, per paura dell'eroe, erano rimasti fino ad allora nascosti, cominciavano a devastare nuovamente il territorio. Teseo, però, non volle sentire ragioni, e volendo imitare Eracle, cui non si sentiva inferiore, decise di raggiungere Atene via terra. Lungo il viaggio egli compì diverse imprese notevoli uccidendo Perifete, impadronendosi della sua clava, a Epidauro; il brigante Sini, che uccideva i malcapitati viandanti squartandoli con un pino, a Cencrea; Fea, la scrofa di Crommio; il brigante Scirone alle Rocce Scironie; Cercione ad Eleusi ed infine Damaste, soprannominato Procuste.
Alla fine Teseo raggiunse le rive del Cefiso, dove incontrò alcuni uomini della stirpe dei Fitalidi, che lo accolsero benevolmente purificandolo dei delitti commessi. L'ottavo giorno del mese di Ecatombeone, Teseo giunse finalmente ad Atene, preceduto dalla sua fama di uccisore di mostri. La situazione in città non era delle più rosee, dal momento che Egeo era ancora sotto il giogo della maga Medea che aveva promesso di liberarlo dalla sua sterilità. Medea indovinò subito la vera identità di Teseo, così non fu invece per Egeo, che anzi iniziò a temere la fama del giovane giunto alla sua corte. Medea, approfittando della situazione, non rivelò al re che Teseo era suo figlio e gli consigliò anzi di imbandire un pranzo in onore dell'eroe, con l'intento però di avvelenarlo. Teseo, che aveva deciso di non rivelare ancora la sua vera identità, accettò l'invito e si sedette a tavola. Durante il pranzo, però Teseo estrasse la spada per tagliare la carne, Egeo allora rovesciò la coppa che era stata preparata con il veleno e riconobbe ufficialmente Teseo come suo figlio. Medea, allora, fu ripudiata ed esiliata da Egeo. Un'altra versione del racconto sostiene, invece, che Medea aveva cercato di uccidere Teseo mandandolo a combattere contro un mostruoso toro, che emetteva fuoco dalle narici, che infestava la pianura di Maratona (che altri non era se non il toro di Creta che Eracle aveva riportato nel Peloponneso da cui l'animale era poi fuggito). Teseo catturò il toro, incatenandolo, e poi lo offrì in sacrificio ad Apollo. Al sacrificio assisteva anche Egeo e allorquando Teseo estrasse la sua spada per tagliare i peli della fronte del toro, come voleva la tradizione, il re riconobbe la spada che aveva nascosto a Trezene.
Durante la caccia al toro, Teseo fu ospitato, la notte prima della cattura, da una vecchia di nome Ecale che viveva in una catapecchia isolata nel mezzo della campagna. Ecale accolse il giovane con grande ospitalità e premura, promettendo che avrebbe offerto un sacrificio a Zeus se l'eroe fosse tornato vivo dalla sua impresa. Quando Teseo tornò, però, trovò Ecale morta e decise pertanto di istituire, in suo onore, il culto a Zeus Ecalesio.

La lotta contro i Pallantidi

Una volta che fu riconosciuto dal padre, Teseo dovette vedersela con i suoi cugini, i Pallantidi, ovvero i cinquanta figli di Pallante, che avevano sperato di spartirsi il regno, vista la sterilità di Egeo. Quando però con l'entrata in scena di Teseo stavano ormai vedendo sfumare le loro speranze, decisero di sollevare una rivolta e cercarono di prendere il potere con la forza.
I Pallantidi si divisero allora in due gruppi: uno attaccò direttamente Atene provenendo da Sfetto; l'altro invece si appostò a Gargetto con lo scopo di prendere i nemici alle spalle. Successe, però, che Leo, araldo dei Pallantidi ed originario di Agno, svelò a Teseo i piani dei suoi cugini. L'eroe, allora, attaccò per prima gli uomini che avevano teso l'imboscata, annientandoli. L'altro gruppo di uomini, colto dal terrore, si sfaldò e tutti si diedero alla fuga. Per questo motivo viene spiegato il motivo per cui, tradizionalmente la gente di Agno non si sposava mai a Pallene, la città di cui era eponimo Pallante.

Teseo e il Minotauro

Sicuramente l'impresa più nota di Teseo è l'uccisione del Minotauro. Minosse, re di Creta, aveva imposto alla città di Atene, in seguito alla morte del figlio Androgeo, un tributo che doveva essere pagato ogni nove anni, di sette ragazzi e ragazze. I giovani dovevano giungere rigorosamente disarmati a Creta, ma se qualcuno di essi fosse riuscito ad uccidere il Minotauro, allora il tributo dovuto sarebbe cessato. Giunto il momento del pagamento del terzo tributo, la popolazione ateniese iniziò a nutrire un forte malcontento nei confronti del loro re Egeo. Le versioni sul motivo per cui Teseo si imbarcò come uno dei sette giovani sulla nave per Creta, sono due: secondo alcuni fu lo stesso Teseo ad offrirsi volontario; secondo altri, invece, a scegliere i giovani era Minosse in persona, e fu dunque il re cretese a reclamare Teseo.
Tra gli altri giovani scelti per il tributo c'erano anche Meneste, nipote di Sciro, re di Salamina, e Peribea.
Prima della partenza, Egeo diede al figlio due assortimenti di vele: quelle nere erano per l'andata, dal momento che il viaggio era funesto, le bianche invece sarebbero dovute essere issate al ritorno in caso di successo dell'impresa.

La sfida con Minosse

Durante il viaggio verso Creta, Minosse si innamorò di Peribea, ed iniziò ad infastidirla talmente che la giovane chiese l'aiuto di Teseo. Questi iniziò a sbeffeggiare il re sostenendo di possedere il suo stesso grado di nobiltà, dal momento che anch'egli era figlio di una divinità, Poseidone (mentre Minosse era figlio di Zeus). Minosse, allora, per dimostrare, la sua parentela chiese al padre di mandare un lampo, cosa che avvenne, e sfidò Teseo a provare la sua affermazione, gettando in mare il suo anello e ordinandogli, se egli era veramente il figlio di Poseidone, di riportarglielo. Teseo si lanciò allora in mare dove fu accolto dal padre divino, che gli consegnò l'anello di Minosse, nel suo palazzo. Successivamente Teseo sposò Peribea, che però diventerà più famosa come moglie di Telamone.

L'uccisione del Minotauro

Giunto a Creta, Teseo fu rinchiuso, assieme a tutti gli altri, nel Labirinto dove viveva il Minotauro. Prima, però, fu notato da Arianna, figlia di Minosse, che se ne innamorò. Arianna, di nascosto, diede a Teseo un gomitolo di lana, che doveva servire all'eroe per ritrovare l'uscita del labirinto dopo aver ucciso il mostro, a condizione che lo sposasse e lo portasse via con lui. Secondo altre versioni Arianna diede a Teseo una corona luminosa, regalo di fidanzamento di Dioniso. Secondo altri ancora, fu Anfitrite, e non Arianna, a regalargli la corona luminosa, quando era sceso nel palazzo di Poseidone durante la ricerca dell'anello di Minosse. Teseo riuscì nell'impresa ed uccise il Minotauro tempestandolo di pugni. Uscito dal labirinto diede fuoco alle navi cretesi per evitare ogni tentativo di inseguimento, prese con sé Arianna e i giovani ateniesi e salpò alla volta di Atene.

Il rapporto con Atene e l'Attica

Nella sua opera Le rane, Aristofane lo indica come l’inventore di molte delle più note tradizioni ateniesi.
Fu l’artefice del sinecismo (synoikismos, abitare insieme) - l'unificazione politica dell'Attica rappresentata dai suoi viaggi e dalle sue fatiche – sotto la guida di Atene. Una volta riconosciuto come re unificatore, Teseo fece costruire sull'Acropoli un palazzo simile a quello di Micene. Pausania narra che, in seguito al synoikismos, Teseo istituì il culto di Afrodite Pandemia e di Peito, che si celebrava sul lato meridionale dell’Acropoli.

Culto

Diverse feste ateniesi erano legate a Teseo: le Panatenee, le Oscoforie, le Tesee, le Ecalesie, le Metagitnie, le Sinecie.

Interpretazione

Se la teoria che sostiene l’antica presenza di un domino minoico sull’area Egea è corretta, allora la figura di Teseo potrebbe essere stata ispirata dalle vicende relative alla liberazione da questa presenza straniera, piuttosto che da un singolo condottiero realmente esistito.