Differenze tra le versioni di "Teocrito"
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Versione attuale delle 10:40, 4 lug 2020
Teocrito è con ogni probabilità il maggiore poeta dell'età ellenistica, vero erede del genere bucolico creato da Stesicoro, ma anche poeta di versi amorosi e leggeri nella descrizione della società del suo tempo.
Vita[modifica]
Del poeta del IV - III secolo a.C. è incerta la data di nascita (forse il 310, l'anno della vittoriosa spedizione navale di Agatocle in Africa contro i Cartaginesi). Si sa che in giovinezza si recò a Cos, paese d'origine della madre: e tale viaggio comportò il suo ingresso nel gruppo dei poeti di Fileta. Una sua composizione del 275 dedicata a Gerone II, Le Càriti, fa supporre che egli desiderasse usufruire dei favori della corte per potersi stabilire a Siracusa come poeta protetto dal tiranno. Riuscì pure a trovare un sovrano mecenate in Tolomeo II Filadelfo, in Egitto; e ad Alessandria conobbe Callimaco, grande estimatore dell'opera Ciclope (da confrontare col frammento dell'omonimo componimento di Filosseno). Ignoti sono il luogo e la data di morte del poeta.
OPERE[modifica]
Teocrito si espresse con inni, elegie, liriche, giambi, epigrammi, anche se fu famoso fin dall'antichità per la freschezza del suo genere bucolico; i componimenti che ci sono giunti sono appunto nella raccolta dei poeti bucolici (Artemidoro di Efeso) - età di Silla - insieme a quelli di Mosco, Bione, ed altri anonimi. In tale raccolta sono attribuiti a Teocrito col nome di Idilli 30 carmi, 24 epigrammi ed un carme figurato.