Tenete

Eroe eponimo dell'isola di Tenedo, al largo della costa troiana. Figlio di Cicno (secondo altri invece di Apollo) e di Procleia, figlia di Laomedonte, e fratello di Emitea.
La madre morì e Cicno si risposò con Filonome, che tentò di sedurre Tenete. Al rifiuto dell'eroe Filonome lo calunniò presso il padre, sostenendo che egli aveva cercato di violentarla. Cicno, allora, credendo alle parole della moglie, esiliò i due figli ponendoli in un cofano che fu gettato in mare. I due, protetti dal nonno Poseidone, approdarono sulle coste di un isola che allora si chiamava Leucofri e che, in seguito, assunse il nome di Tenedo. Gli abitanti dell'isola elessero Tenete come loro re.
In seguto Cicno, accortosi del suo errore di valutazione, cercò di riallacciare i rapporti con i figli, ma Tenete rifiutò qualsiasi possibilità di riavvicinamento e, simbolicamente, fece tagliare la corda che teneva ancorata alle coste dell'isola la nave su cui si trovava il padre.

La morte

Quando gli Achei, in viaggio verso Troia, approdarono sull'isola di Tenedo, Tenete cercò di impedire il loro sbarco bombardandoli con lanci di pietre. Ma fu ucciso da Achille con una ferita al petto (o alla nuca).
Secondo un'altra leggenda, invece, Tenete morì si per mano di Achille ma nel tentativo di proteggere la sorella Emitea dagli assalti amorosi dell'eroe.
Nelle leggende post-omeriche l'episodio della morte di Tenete è strettamente legato alla sorte dell'eroe acheo. Infatti Teti avrebbe predetto ad Achille che se avesse ucciso un protetto di Apollo, la sua morte violenta davanti a Troia sarebbe stata inevitabile.

Il culto

Dopo la morte Tenete ricevette culto eroico: il suo corpo fu sepolto nel punto esatto in cui in seguito venne eretto il tempio a lui dedicato. In questo tempio, nessun suonatore di flauto aveva diritto di entrare perchè un flautista chiamato Eumolpo, istigato dalla matrigna di Tenete, aveva testimoniato il falso contro di lui.