Tanit

Massima dea cartaginese corrispondente, con molta probabilità, ad Ishtar; fu sposa di Baal, dea dell'Amore e patrona di Cartagine.

Culto

Da alcune scoperte archeologiche nei possedimenti cartaginesi in Italia risulta che alla dea Tanit venivano sacrificati bambini e piccoli animali. Nell'isola di Mozia, vicino a Marsala si sono trovate, unitamente ai simulacri di Tanit, urne contenenti ossa di bambini bruciati. Il crudele rito del sacrificio dei fanciulli venne abbandonato dai Fenici per imposizione dei Greci, in seguito alla loro vittoria sui Cartaginesi nel 480 a.C. Il culto di Tanit come dea dell'Amore e della Voluttà fu introdotto anche a Roma sotto il regno di Settimio Severo. I Romani la identificarono con Giunone e con Venere e la chiamarono Juno Caelestis.

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