Sulmone

Cavaliere rutulo, compagno di Volcente, che partecipò alla guerra contro Enea: fu ucciso da Niso che lo colpì con un dardo al petto. Era padre di quattro giovani, anche loro guerrieri, che furono presi prigionieri da Enea per essere immolati sulla pira di Pallante. L'uccisione del cavaliere è narrata nel libro IX dell'Eneide, la cattura dei suoi figli nel libro X.


 L'asta volando flagella le ombre della notte,
e di fronte colpisce lo scudo di Sulmone, e ivi
s'infrange, e attraversa i precordi col legno spezzato.
Quello rotola gelido vomitando dal petto
un caldo fiotto, e batte i fianchi in lunghi singulti.

(Virgilio, Eneide, IX)


 Afferra vivi quattro giovani, figli di Sulmone, e altrettanti
che allevò Ufente, da immolare in sacrificio alle ombre
e spargere, sangue di prigionieri, sulle fiamme del rogo
 (Virgilio, Eneide, X)
  

== Curiosità ==

Cade in un grave equivoco Annibal Caro nella traduzione del libro X dell'Eneide, leggendo "Sulmona" in luogo di "Sulmone".


<poem>E per onore a l’ombra
De l’amico, e per vittima al grand’Orco,
Molti giovini avea già destinati
Vivi sacrificar sopra il suo rogo;
E di già ne facea quattro d’Ufente
Addur legati, e quattro di Sulmona

Bibliografia

Fonti Antiche