Sleghen Baiblen

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Erano due sorelle alte un soldo di cacio, di cui non era possibile indovinare l'età. C'era chi le riteneva vecchie quanto i primitivi abitanti del Bostel e chi pensava che, superstiti del diluvio universale, sarebbero morte soltanto alla fine dei secoli. Trascorrevano le loro giornate filando e cantando: "Selegen Baiblen Siam bianche fate. Lino vi diamo se lo chiedete. Lino vi diamo se non l'avete". Chi aderiva allo strano invito riceveva in dono dalle fate di bianco vestite una conocchia di candido lino o un fuso di lana pura. Le donne beneficate godevano dell'incredibile privilegio di possedere matasse inesauribili; ma dovevano lavorare ogni giorno, comprese le dodici feste del solstizio d'inverno, fosse anche solo per pochi istanti. E guai se si lamentavano o filavano controvoglia, perchè tutto scompariva come d'incanto, e in un solo attimo il lavoro di mesi andava in fumo. Viveva a quei tempi una donna molto ambiziosa. Era felice solo sentendosi invidiata: in tutti i modi e a tutti i costi. Anche il sole era obbligato a girarle intorno.