Differenze tra le versioni di "Simoesio"

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Versione delle 00:34, 14 nov 2011

Giovinetto troiano, bellissimo e alto di statura, era figlio del pastore Antemione: fu così chiamato in quanto partorito sulle rive del Simoenta.

La morte

Passata l'adolescenza, Simoesio prese parte alla difesa della sua città assediata dai greci, che si protraeva da ormai dieci anni, ma morì nel suo primo scontro, avendo egli avuto l'ardire di affrontare un nemico esperto quale Aiace Telamonio, che lo trafisse al petto con una lancia.


 Qui il Telamonio Aiace colpì il figlio d'Antemione,
un giovane florido, Simoesio, che un giorno la madre,
scesa dall'Ida, del Simoenta alla riva
partorì, ché venne coi genitori a badare la greggia;
perciò Simoesio lo dissero; ma ai suoi genitori
non rese compenso, breve per lui la vita
fu, poi che cadde sotto la lancia d'Aiace magnanimo.
Mentre avanzava, lo colse per primo, nel petto, sulla mammella
destra; la punta di bronzo diritta traverso la spalla
passò, egli piombò nella polvere, in terra, come un pioppo
cresciuto nell'umido prato di grande padule,
liscio, e i rami in cima gli spuntano

(Omero, Iliade, libro IV)

Interpretazione

Nell' Iliade la maggior parte dei guerrieri troiani è caratterizzata da qualità poco eroiche, laddove le imprese più significative provengono in genere dai condottieri loro alleati, come Sarpedonte o Asteropeo. Un'eccezione è costituita appunto da Simoesio, umile e giovanissimo suddito di Priamo: nel suo avanzare deciso, egli si dimostra più coraggioso di tanti illustri concittadini, tra cui lo stesso Ettore indietreggiante non poche volte di fronte al nemico.

Fonti