Serrano

Bellissimo giovinetto rutulo, era per il suo carattere gioioso uno dei più amati tra tutti i sudditi di Turno che si armarono contro i troiani di Enea sbarcati nel Lazio. Essendo egli nel contingente di Remo, uno dei 14 giovani condottieri scelti da Turno per l'assedio notturno alla cittadella nemica, trascorse molte ore del suo turno di guardia giocando a dadi, dovendo anche vegliare su Remo dopo che questi si fu coricato; ma poco prima dell'alba cedette, come tutte le altre sentinelle ancora sveglie, alla tentazione di improvvisare un allegro banchetto caratterizzato da abbondanti libagioni che infusero nelle sue membra un sonno invincibile, risultandogli fatale. Infatti Niso, che si era allontanato dalla base troiana per andare incontro a Enea recatosi in Etruria alla ricerca di alleati, ebbe gioco facile nell'attraversare il campo rutulo rimasto senza protezione, e dopo aver decapitato con la spada Remo nel suo letto, tagliò la testa anche a Serrano che giaceva riverso sul terreno, di fronte al suo signore. Anche l'anima di Serrano, come già quella di Remo, s'involò dal busto gemendo per la propria giovinezza stroncata: ma il tempo non cancellò i loro nomi. In particolare Serranus divenne l' agnomen di una delle più note famiglie romane, quella degli Attilii.