Santo Stefano

Giotto, Santo Stefano

Il primo dei sette diaconi scelti dagli apostoli ed il primo martire della storia cristiana: memoria liturgica, il 26 dicembre.

La nascita[modifica]

Una leggenda narra che una fanciulla di nome Tecla, non maritata, voleva far visita alla Madonna che aveva appena partorito Gesù e vedere il Bambino. A quel tempo c'era l'usanza che solo le donne maritate potevano recarsi da una donna che aveva partorito da poco e i pastori, vedendo Tecla le impedirono di avvicinarsi.
La ragazza pensò, allora, che se avesse avuto un bambino tra le braccia sarebbe passata. Così prese una grossa pietra e l'avvolse in un panno bianco, come se fosse stato un neonato e stringendolo tra le braccia si avviò verso la capanna. Nessuno la fermò e arrivata lì la Madonna l'accolse benevolmente.
Quando si alzò per ritornare a casa, Maria che aveva letto nel suo cuore e che aveva capito il suo innocente inganno le domandò: "Tecla, che cosa porti in braccio?"
Sentendosi scoperta, la donna rispose: "Allatto un figlio maschio." Allora la Madonna le disse: "Su, scopriti il seno e allatta tuo figlio; da questo momento il tuo desiderio é stato esaudito. La tua pietra é diventata un bel bambino."La donna scostò lo scialle che avvolgeva la pietra e rimase meravigliata per il miracolo che era stato compiuto per lei; tra le braccia aveva il suo primo figlio. "Ricordati però" le disse ancora Maria "che egli é nato da una pietra e morirà a colpi di pietra." Questo bambino fu chiamato Stefano, divenne discepolo di Gesù e fu il primo ad affrontare il martirio. La chiesa celebra la sua festa il 26 dicembre, il giorno dopo Natale.

La morte[modifica]

Nel 33 o 34 ca., gli ebrei ellenistici vedendo il gran numero di convertiti, sobillarono il popolo e accusarono Stefano di “pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio”.
Gli anziani e gli scribi lo catturarono trascinandolo davanti al Sinedrio e con falsi testimoni fu accusato: “Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno, distruggerà questo luogo e cambierà le usanze che Mosè ci ha tramandato”.
E alla domanda del Sommo Sacerdote “Le cose stanno proprio così?”, il diacono Stefano pronunziò un lungo discorso, il più lungo degli Atti degli Apostoli, in cui ripercorse la Sacra Scrittura dove si testimoniava che il Signore aveva preparato per mezzo dei patriarchi e profeti, l’avvento del Giusto, ma gli Ebrei avevano risposto sempre con durezza di cuore.
Rivolto direttamente ai sacerdoti del Sinedrio concluse: “O gente testarda e pagana nel cuore e negli orecchi, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi.
Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi che avete ricevuto la Legge per mano degli angeli e non l’avete osservata”.
Mentre l’odio e il rancore dei presenti aumentava contro di lui, Stefano ispirato dallo Spirito, alzò gli occhi al cielo e disse: “Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo, che sta alla destra di Dio”.
Fu il colmo, elevando grida altissime e turandosi gli orecchi, i presenti si scagliarono su di lui e a strattoni lo trascinarono fuori dalle mura della città e presero a lapidarlo con pietre, i loro mantelli furono deposti ai piedi di un giovane di nome Saulo (il futuro Apostolo delle Genti, s. Paolo), che assisteva all’esecuzione.

Riferimenti artistici[modifica]

  • Giotto, Santo Stefano, dipinto.
  • Vittore Carpaccio, Ciclo di Santo Stefano, dipinti raffiguranti vari episodi della vita del santo.
  • Adam Elsheimer, Lapidazione di Santo Stefano, dipinto.