Rustem

Discendente del lignaggio di Neriman. Figlio diZal e di Rudabeh, marito di Tehmineh, padre di Sohrab, è il personaggio che ha di gran lunga maggior rilievo tra i tanti che affollano le pagine del Libro dei Re. I suoi tratti sono quelli caratteristici degli eroi leggendari e la sua vita è segnata da eventi straordinari fin dal concepimento (il padre Zal era stato allevato dall'uccello Simurgh) e dalla nascita, che avviene per taglio cesareo. Perfino il suo cavallo Rakhsh, che morirà con lui, condivide l'eccezionalità del personaggio, infaticabile e invitto difensore del trono dei re dei re. Nel corso della sua lunghissima vita, due soli avversari si dimostrano degni di lui, e per vincerli Rustem deve ricorrere all'astuzia o al magico aiuto del Simurgh, ma uno è il figlio Sohrab, dotato delle sue stesse straordinarie doti fisiche, l'altro, Isfendyar, è il figlio di re Gushstasp che introdusse lo zoroastrismo in Iran. In quest'ultimo episodio si adombra la lotta per l'affermazione della vera fede, che vede in Isfendyar il suo campione contro gli infedeli, in Firdus¡ identificati con i turani e con lo stesso Rustem, discendente da parte materna dall'empio Dahak. Solo quando, alla fine della vita, Rustem abbraccerà la nuova religione, avverrà la saldatura tra due cicli che si innestano nel grande tronco del racconto. Il ciclo più antico ha la massima espressione eroica proprio in Rustem che, insieme al padre Zal, non è menzionato nei testi sacri dello zoroastrismo e appartiene invece a un corpo di leggende sviluppatosi indipendentemente tra le tribù scitiche iraniche stanziatesi nel Sistan. Esso infatti mostra usi e costumi più rozzi e grossolani, rispecchiati anche nel carattere dell'eroe Rustem. Il ciclo più recente, invece, è quello che affonda le sue radici nei testi dello zoroastrismo e della tradizione pehlevica. La storia di Rustem abbraccia in Firdusi il regno di molti sovrani.