Robert Wace

Nato nell’isola di Jersey nel 1100 circa, Wace studiò a Caen e a Parigi. Occupò le funzioni di "chierico leggente" alla corte dei sovrani anglo-normanni dal 1135 al 1170. Il re Enrico II Plantageneto gli diede perfino una prebenda a Bayeux nel 1165 circa.
Wace si guadagnò la considerazione della corte pubblicando opere in lingua vernacolare, una Vie de sainte Marguerite, une Vie de saint Nicolas e una Conception Notre-Dame. Nel 1155 dedicò il suo Roman de Brut alla regina Aliénor d’Aquitania : si tratta di una trasposizione in lingua romanza (donde il termine romanzo) dell’opera allora appena pubblicata in latino da Goffredo di Monmouth, l’Historia regnum Britanniae. Wace narra la storia della Gran Bretagna da quando giunse un tale Brutus (eroe eponimo della Bretagna), un discendente del troiano Enea, fino a quando sparì il re Arturo : questa è la prima opera in francese dedicata alla leggenda del re Artù e della Tavola Rotonda.
Nel 1160 Wace iniziò la stesura del Roman de Rou su richiesta del re Enrico II. In questo " romanzo " composto di 16930 versi sono narrate tutte le devastazioni del capobanda vichingo Hasting, la fondazione del ducato di Normandia da Rollone/Rou, e la storia dei primi duchi fino alla battaglia di Tinchebray nel 1106. Dopo svariate modifiche del suo progetto, non riuscì a portarlo a termine. A quanto pare, il re Enrico gli ritirò la committenza per proporre quindi a Benedetto di Sainte-Maure di scrivere i gesta dei duchi di Normandia.
Wace ha scritto in francese la trasposizione delle fonti latine sullo stanziamento dei Normanni. Per i primi duchi si avvale delle informazioni dell’Historia Normannorum di Dudone di Saint-Quentin e dei Gesta Normannorum Ducum di Guglielmo di Jumièges. Per quanto riguarda la storia di Guglielmo il Conquistatore e la conquista dell’Inghilterra, alle quali sono dedicati ben 6400 versi, si ispira a Guglielmo di Poitiers, a Orderico Vitale e a Guglielmo di Malmesbury. Wace dimostra di volere essere ad un tempo uno storico in grado di seguire rispettosamente le fonti e un poeta capace di dare alla narrazione la drammatizzazione e un tono narrativo. Inoltre il Roman de Rou testimonia in maniera eccezionale della lingua vernacolare parlata all’ovest della Francia a metà del XII secolo.