Reto (5)

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio
Genitori: [[]] e [[]]
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oppure [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]]
oppure [[{{{padre4}}}]] e [[{{{madre4}}}]]
Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
'
[[]]
[[]]
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Italia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Romani
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Umani
Sottotipologia: Guerrieri
Specificità: Fanti
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Malevola
Elemento:
Habitat:
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE

Guerriero rutulo dell'esercito di Turno nel conflitto troiano-italico.

MORTE[modifica]

Secondo quanto scrive Virgilio nell'Eneide, Reto fu uno dei 1.400 soldati scelti da Turno per l'assedio della cittadella nemica. Poco prima dell'alba Eurialo e Niso penetrarono nel campo degli assedianti, uccidendo diversi italici sorpresi nel sonno. Reto, svegliatosi improvvisamente, tentò di nascondersi dietro un grande orcio, ma essendo egli ancora intontito per via della crapula i suoi movimenti non passarono inosservati: fu scovato infatti da Eurialo, che lo trafisse al petto con la spada. L'anima del guerriero uscì dalla bocca insieme al sangue e al vino.


  Così aveva detto e più non parla; subito con la spada assale
l'orgoglioso Ramnete, che su folti tappeti
disteso, a pieni polmoni sbuffava il sonno;
era un re; al re Turno era fra gli auguri il più caro,
ma con la sua arte non riuscì a stornare la morte .
Uccide presso tre incauti servi distesi in mezzo alle armi
lo scudiero di Remo; uccide anche l'auriga, sotto i suoi cavalli;
scovatolo con la spada gli recide la gola scoperta;
poi tronca la testa a Remo, loro signore, e lascia il corpo
rantolante in grosso fiotto; calda di nero sangue
si imbibisce la terra del giaciglio. E ancora Lamiro e Lamo
e il giovane Serrano, che in quell'ultima notte a lungo
aveva giocato, bello d'aspetto; le membra domate dal greve
sonno, stava disteso; fortunato! se ancora avesse prolungato
il gioco per tutta la notte, fino a che non spuntava il giorno.
[...] Eurialo non meno fa strage: anch'egli furibondo
s'infiamma e, dove trova, si sfoga su umili nemici senza nome,
Fado ed Erbeso, Reto, ed Abari, inconsci della morte.
Solo Reto vegliava e vedeva la strage; tremebondo
s'era nascosto dietro un grosso cratere; mentre si drizza
a pochi passi Eurialo in pieno petto gli immerge
la spada fino all'elsa; dalla mortale ferita la ritrasse.
Reto esala la vita con un fiotto di sangue e rigetta morendo,
misto a sangue, vino

(Virgilio, Eneide)

Interpretazione[modifica]

Nascondendosi dietro il cratere, Reto si presenta in tutta la sua viltà. Non può esserci simpatia alcuna da parte di Virgilio per un guerriero che non muove un dito per soccorrere i commilitoni colpiti nel sonno da Eurialo (le cui vittime, al contrario di quelle di Niso, non ricevono morte istantanea) o per affrontare il nemico. E non è un caso che Reto non sia tra le vittime maggiormente rimpiante dall'esercito italico nel passo che descrive la scoperta della strage.

BIBLIOGRAFIA[modifica]

Fonti Antiche[modifica]