Differenze tra le versioni di "Ravana"

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Versione delle 20:49, 13 nov 2011

È il mitico capo dei Rakshasa, e vive nell'isola di Ceylon. È lui che, con il rapimento di Sita, innesca il grandioso conflitto narrato nel Ramayana. Ecco come il poema ce lo descrive: «II re dei Rackshasa, terrore dell'universo [...] assise sopra un trono eccelso e tutto d'oro, splendido come il sole, e fiammeggiante come il divo fuoco, allor che arde sopra un'ara d'oro. Egli avea dieci facce e venti braccia, occhi fulvi e largo petto [...] era simile ad una fosca nuvola, con ornamenti d'oro ben brunito, braccia robuste, di bianchi denti ed ampio volto, torreggiante come un monte».
Una leggenda laotiana narra che Ravana nacque dalla moglie di un fattore, fecondata da una luce misteriosa scesa dal cielo, dopo una gravidanza di 10 mesi. In questa, che era la sua prima incarnazione, era un mostro simile ad una pietra da arrotare, con la testa piccolissima e dei monconi di arti simili a funghi. Si muove col veicolo Pushpaka, detto anche Ratnavarshuka (Gioiello Volante). La lotta con il rivale Rama altro non è che un conflitto tra due civiltà, che vale a palesare quanto l'evoluzione dell'antica Ceylon fosse avanzata e solida. Nella mitologia di Ceylon Ravana è considerato il fratellastro di Kubera oltreché nipote del rishi Pulastya che avrebbe diffuso il culto brahmanico nell'isola di Lanka. Ravana ebbe come moglie Mandodari e come figlio Indrajit, abilissimo arciere che vinse in una contesa perfino l'Indra bellicoso dei Veda. Suo fratello minore era Vibhichana. Fra le tante leggende che lo riguardano la più comune lo vede capace di austere penitenze e devozioni in onore di quelle divinità da cui ottenne l'invulnerabilità nei confronti degli dèi e degli stessi uomini; invulnerabilità che però venne a cessare per punizione del dio Rama al quale aveva rapito la moglie Sita. Gli Indiani venerano Ravana dalle dieci teste come espressione della multiforme e spaventosa potenza capace di sconvolgere gli oceani e distruggere le montagne (v. Kailasa e Sisupala).