Purusha

Il vocabolo significa semplicemente "uomo" o, per traslato, "genere umano", ma. inteso in senso personale. si riferisce ad un gigante cosmogonico, dal cui sacrificio trae vita il mondo. Come sappiamo il tema è molto diffuso, ma la particolarità di questo mito indiano sta nel fatto che da questo gigante primordiale non si generano solo le componenti fisiche dell'universo (dalla mente la luna, dall'occhio il sole, dalla testa il cielo, dal respiro il vento, e così via), ma anche quelle sociali: dalla bocca nascono i brahmani, dalle braccia i rajanya, dalle cosce i vaisya e dai piedi i sudra. In questo modo la divisione per caste viene fatta risalire alle radici stesse della creazione, come un dato di fatto intrinseco alla realtà e non modificabile. In un altro mito Purusha si confonde con la figura di Prajapati, il creatore nato da un uovo d'oro emerso dalle acque primordiali. In questa seconda versione, dal corpo di Purusha nascono, anziché le basi fisiche e sociali del mondo, le capacità dell'uomo: l'udito, il respiro, la mente, la vista, il linguaggio.