Plutone

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: Ploutōn
Altri nomi: -
Etimologia: ricco
Sesso: Maschio
Genitori: Saturno e Ops (1)
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Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Grecia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Greci
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Divinità
Sottotipologia: Divinità Infere
Specificità: Divinità dell'Oltretomba
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Neutrale
Elemento: Terra
Habitat: Inferi
ATTRIBUTI
Fisici

Barba

Animali
Vegetali

Cipresso Narciso

Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi

Bidente Elmo

Abbigliamento
Altri

Cornucopia Scettro Ebano

Personaggi
TEMATICHE

Una delle principali divinità della mitologia romana, signore dell'Averno sul quale regna assieme alla dea Proserpina (corrispondente alla greca Persefone). Quale dio dei morti è riconducibile ad Ade, sebbene differisca nel carattere. Quale dio della prosperità è riconducibile a Pluto, custode dei tesori celati nelle viscere della terra (inoltre durante l'età aurea, custodiva il sottosuolo, dalla quale i semi traggono il necessario per un buon raccolto).

ETIMOLOGIA

Il termine Ploutōn (Πλούτων) deriva da Ploutos (Πλούτος) che significa ricco.

PLUTONE, ADE E PLUTO

Il nome Ploutōn non appare nella letteratura greca nel periodo arcaico. Nella Teogonia di Esiodo, Ade era uno dei sei figli di Crono e Rea, assieme a Poseidone, Zeus, Demetra, Era ed Estia. Sconfitto Crono, i tre fratelli maschi si divisero il mondo in tre reami e Ade ebbe per sorte l'oltretomba. Pluto, dio dell'abbondanza, appare nella teogonia, come figlio di Demetra e Iasione, riprendendo il mito dell'isola di Samotracia. L'unione di Demetra e Iasione è descritta anche nell'Odissea.
Ploutōn, identificato come Ade, è descritto nell'Iliade come il Dio più odiato dai mortali. Platone afferma che la gente preferisce il termine Ploutōn, "dispensatore di ricchezze," in quanto il termine Ade suscita timore. Il termine Ploutōn è connesso alla ricchezza della terra, sia nei raccolti sulla superficie (era inizialmente Dio della terra), che nelle miniere nel sottosuolo. Quello che adesso appare una confusione tra i due dei, tra Ploutōn-Ade e Ploutōn-Pluto ("ricco"), acquistava un significato nella teologia greca. Come signore dell'abbondanza e della ricchezza, Plutone esprimeva l'aspetto quale divinità sotterranea positiva, simbolizzata dalla cornucopia, mentre come Ade, dio degli Inferi, ne esprime l'aspetto tetro, simbolizzato dal serpente e dal cane tricefalo Cerbero.
Il nome Ploutōn conobbe un ampio uso con i Misteri eleusini, nei quali è venerato come un sovrano severo ma amorevole marito di Persefone. La coppia riceve le anime nell'oltretomba e sono invocati assieme nelle iscrizioni religiose. Viceversa, Ade aveva templi e pratiche religiose connesse solo a lui ed è rappresentato come oscuro e violento rapitore di Persefone. Durante l'era imperiale il geografo greco Strabone distingue Plutone da Ade nel descrivere le risorse minerarie dell'antica Iberia (Spagna romana), affermando che presso i turdetani (antica popolazione autoctona nell'odierna Andalusia), "è Plutone, non Ade, colui che dimora nel regno sotterraneo", probabilmente nell'intento di sottolineare l'abbondanza delle ricchezze minerarie della regione.
Anche nella la mitologia romana si può riscontrare un'analoga contrapposizione tra Dis Pater (Ricco padre), generoso signore della terra e Orco, signore degli Inferi, antica divinità di origine etrusca. A complicare però il mito di Orco vi è la sovrapposizione con la figura greca di Horkos, indicato da Esiodo nella sua teogonia quale demone punitore dei giuramenti mancati. Tali figure poi sono tutte confluite in Plutone.
«La totalità della sostanza terrestre considerata nella pienezza delle sue funzioni fu invece affidata a Dis Pater che è lo stesso che dire Dives (il ricco), il Ploutos dei Greci; denominazione giustificata dal fatto che ogni cosa ritorna alla terra e da essa trae origine. A Dis Pater si ricollega Proserpina (il nome è di origine greca, trattandosi di quella dea che i Greci chiamano Persefone) che simboleggerebbe il seme del frumento e che la madre avrebbe cercata dopo la sua scomparsa.…» [1]
L'uso sempre più frequente del termine Ploutōn riflette l'influenza dei Misteri eleusini, i quali trattano Plutone e Persefone quale divina coppia che ricevono gli iniziati nella vita ultraterrena ed in quanto tale Plutone non è associato alla figura del "violento rapitore" di Persefone. Due testi classici che attribuiscono al Dio rapitore il nome Plutone sono due mitografie, il primo è la greca Biblioteca di Pseudo-Apollodoro, il secondo è la latina Fabulae di Igino.

MITO

Il ratto di Proserpina

Il più conosciuto mito inerente a Plutone (Ade) è il ratto di Proserpina (Persefone). Rapita da Plutone mentre coglieva i fiori sulle rive del lago Pergusa ad Enna e trascinata sulla sua quadriga trainata da quattro cavalli neri, ne divenne la sposa e fu regina degli Inferi. Secondo Proclo [2] e [3], invece l'episodio del mito si verificò ad Hipponion (oggi Vibo Valentia). La madre Cerere si disperò per la sua mancanza e fece calare l'inverno sulla terra, finché Giove ordinò a Plutone di liberarla. Proserpina poté ritornare in superficie ma solo per sei mesi all'anno, in quanto Plutone riuscì a farle mangiare un chicco di melograno, legandola così per sempre con gli Inferi. Quando Proserpina tornava da Plutone, Cerere in segno di protesta faceva calare il freddo ed il gelo durante i mesi in cui la figlia era assente come segno di dolore, per poi far risvegliare la natura per il ritorno di Proserpina sulla terra.
La prima versione letteraria del mito include una breve menzione nella teogonia di Esiodo ed una estesa narrativa negli Inni a Demetra di Omero; in entrambe le opere, il Signore dell'Oltretomba è detto Ade, di cui viene enfatizzata la figura tetra e insensibile, assieme alla riluttanza di Persefone.

Incontro con Orfeo

Un altro mito molto noto che interessa Plutone è il suo incontro con Orfeo, disceso negli Inferi per recuperare sua moglie Euridice morta per il morso di un serpente in un prato mentre camminava o, secondo Virgilio e Ovidio, mentre correva tentando di sottrarsi alle attenzioni di Aristeo. Orfeo, al cospetto di Ade e Persefone, intonò canzoni così cariche di disperazione che li convinsero a lasciare andare Euridice, a condizione che Orfeo camminasse davanti a lei e non si voltasse a guardarla finché non fossero usciti alla luce del sole; quando però Orfeo non udì più i passi della moglie si voltò per guardare se lo stesse ancora seguendo e vide l'anima di Euridice sprofondare nell'Ade, questa volta per sempre.
Nei Dialoghi dei morti, del II secolo di Luciano di Samosata, nei quali uomini e dèi discutono fra loro con un cinico e comico realismo, l'autore reinterpreta e aggiunge nuovi miti aventi come protagonista Plutone.

ICONOGRAFIA

Plutone veniva spesso raffigurato come un uomo maturo, dallo sguardo severo, barbuto, con folta capigliatura e con in mano il bidente, ossia lo strumento agricolo simile ad una forca, ma con due rebbi. A volte porta anche uno scettro, o delle chiavi, o della terra. Sovente è assiso su di un trono d'ebano e con ai piedi Cerbero, il cane tricefalo, o dei serpenti. Viene talvolta rappresentato anche con una cornucopia o sopra un carro trainato da quattro cavalli neri. I suoi copricapi sono il diadema d'ebano, l'elmo (che dona l'invisibilità) forgiato per lui dai Ciclopi e il cappuccio (per celarsi). Le piante a lui sacre sono il cipresso ed il narciso.

CORRELAZIONI

Voci

Nome Tipologia Origine Sesso
Ade Divinità Greci Maschio
Aita Divinità Etruschi Maschio
Averno (1) Luoghi Romani Neutro
Cerbero (1) Creature Fantastiche Greci Maschio
Ciclopi Creature Fantastiche Greci Maschio
Crono Divinità Greci Maschio
Demetra Divinità Greci Femmina
Era Divinità Greci Femmina
Estia Divinità Greci Femmina
Mantus Divinità Etruschi Maschio
Poseidone Divinità Greci Maschio
Sorano Divinità Sabini Maschio
Zeus Divinità Greci Maschio

Pagine

BIBLIOGRAFIA

Fonti Antiche


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Fonti Moderne

NOTE

  1. Marco Tullio Cicerone, De natura deorum, Libro II, 66)
  2. Proclo, Epitome Oraculorum, riportata da Marafiotus
  3. Strabone, Geografia, Libro 6